Il presidente della FIGC, Gabriele Gravina, è tornato a chiarire la posizione della Federazione sulle recenti polemiche relative alla gestione del caso Brescia e ai presunti ritardi della Procura Federale. Lo ha fatto con parole nette, sottolineando come l’intera vicenda sia stata strumentalizzata per mascherare inefficienze politiche e organizzative locali, scaricando la responsabilità su chi, invece, ha agito secondo norma.
“Tutto ciò la dice lunga su quelle che sono, a volte, nel nostro paese, le modalità per mascherare lacune politiche interne, incolpando chi non ha colpe – ha detto Gravina – Anzi, è stata un’occasione per riaffermare l’efficienza della giustizia sportiva, che ha agito con grande tempestività”.
Il riferimento è alla segnalazione del 16 maggio, ritenuta tardiva da alcuni club, ma che – secondo Gravina – ha portato in meno di 48 ore a un’azione immediata da parte della Procura Federale. Il presidente FIGC ha inoltre ricordato che l’origine dell’intera questione non è recente, ma risale al 28 febbraio, quando la Covisoc ha inviato una segnalazione evidenziando criticità amministrative.
“Chi sostiene che ci sia stata una manovra per favorire qualcuno, mente. L’iter è partito con regolarità dalla Covisoc e ha seguito il percorso previsto – ha precisato Gravina –. Il 29 maggio è atteso il primo verdetto della Giustizia Sportiva. Poi, a seconda degli sviluppi, si apriranno scenari differenti, positivi o negativi, che coinvolgono più squadre”.
Infatti, sono quattro le società coinvolte: Brescia, Frosinone, Sampdoria e Salernitana. In accordo con tutte le parti, è stato deciso di posticipare al 24 giugno la scadenza per le procedure di iscrizione ai campionati, proprio per garantire tempi equi e compatibili con l’esito delle decisioni.
Una presa di posizione forte, quella di Gravina, che mira a mettere a tacere illazioni e pressioni, riaffermando la credibilità della FIGC e l’importanza del rispetto delle regole, soprattutto in una fase così delicata del campionato cadetto.





