Girolamo Bottiglieri: un vulcano la sua mente - Le Cronache
Attualità

Girolamo Bottiglieri: un vulcano la sua mente

Girolamo Bottiglieri: un vulcano la sua mente

di Olga Chieffi

Denault, nel suo volume “La Mediocrazia”, edito da Neri Pozza, nel 2017, annuncia la presa del potere dei mediocri e l’instaurazione globale del loro regime, la mediocrazia, in ogni ambito della vita umana. Essere mediocri, spiega Deneault, non vuol dire essere incompetenti. Anzi, è vero il contrario. Il sistema incoraggia l’ascesa di individui mediamente competenti a discapito dei super competenti e degli incompetenti. Questi ultimi per ovvi motivi, i primi perché rischiano di mettere in discussione il sistema e le sue convenzioni. Il mediocre, insomma, spiega il filosofo canadese, deve “giocare il gioco”. Stare al gioco, vuol dire accettare i comportamenti informali, piccoli compromessi che servono a raggiungere obiettivi di breve termine, significa sottomettersi a regole sottaciute, spesso chiudendo gli occhi e il naso. È in questo modo che si saldano le relazioni informali, che si fornisce la prova di essere “affidabili”, collocandosi sempre su quella linea mediana, che non genera rischi destabilizzanti. “Piegarsi in maniera ossequiosa a delle regole stabilite al solo fine di un posizionamento sullo scacchiere sociale”. Tutto ciò non è mai stato Girolamo Bottiglieri, oggetto di un denso incontro in provincia, nel salone a lui dedicato, in occasione della donazione dell’archivio dello studio in cui ha operato prima il padre Felice, indi lui stesso, un’eredità raccolta in seguito da Corinna senior e Romilda Bottiglieri. Nelle conclusioni di un convegno che ha salutato dopo i saluti istituzionali del presidente della Provincia di Salerno Franco Alfieri, che ha schizzato il suo predecessore quale politico dalla visione altamente dinamica e del Sindaco Vincenzo Napoli che ha ringraziato per il dono ricevuto e che va ad impreziosire un archivio che ha fondi importanti quali quello delle famiglie Amarante, Cacciatore e Colasante e che acquisirà a breve quella dei Del Mercato e dei Farina, interventi con cui abbiamo attraversato a volo d’uccello un secolo di storia non solo di Salerno, ma d’Italia, come hanno ben sottolineato nei loro interventi il Vicepresidente della società salernitana di Storia Patria, Alfonso Conte, nel suo tracciare la formazione di un cattolico democratico all’inizio del ‘900, principiata in Firenze, il suo impegno civile di cui fu protagonista come uno dei fondatori della Democrazia Cristiana, cattolico militante al quale corrispose uno stile di vita coerente e impeccabile, trasmesso, poi, a tutti i discendenti, testimone passato a Vittorio Salemme, che è giunto a quel 9 novembre del 1943, quando Girolamo , insieme a Luigi Buonocore diede vita al “partito dei cittadini cattolici del salernitano”, incoraggiati dall’Arcivescovo Nicola Monterisi, decisero di dar vita a questo partito. E, ancora, la dr.ssa Michela Sessa che ha ripulito e riordinato le oltre trecento cartelle dell’Archivio ritrovato da Felice Bottiglieri in soffitta e con lui messo a posto e a breve in rete per dar modo a tutti di studiarlo e ricostruire storie di una Salerno e di una provincia ancora da scoprire. I ricordi personali tanti, a cominciare da quelli di Alfonso Andria suo erede proprio in provincia e in Ept, il quale dopo aver disquisito della concezione di Girolamo circa l’istituzione di cui era alla guida, quale mediatrice tra i comuni, la regione e Roma, ha descritto la ritualità del pranzo, l’invito per gli indigenti, la porta sempre aperta, al quale seguiva un momento di riunione di racconto, di comunione tra tutti i membri della famiglia. Un ricordo lo esprimiamo anche noi. I cognomi Bottiglieri e Chieffi si sono incrociati su diversi tavoli, a cominciare dalla prima giunta post-bellica, con Italo Chieffi in rappresentanza dei comunisti e Girolamo stesso per il partito cattolico e, ancora, Mary nel primo consiglio comunale eletto, quindi noi stessi con Corinna Bottiglieri presidente del CdA del Conservatorio Martucci, che abbiamo frequentato. Le due famiglie, pur di ideologie diverse hanno tanto in comune, sicuramente parte entrambe di una borghesia illuminata, da parte nostra una “cimice” mai indossata e dall’altra nessun cambio di casacca e nessun falò di libri di editoria fascista in via Velia, abitudine al dialogo e all’ascolto, credo titoli simili nelle biblioteche casalinghe, stessi ceselli nell’argenteria, ricontata o meno e fregi della cristalleria hanno sempre lanciato un messaggio vivo che deve portare tutti fuori da questa cieca “governance”, dal corto muso, così distante dal buon governo, a partire dalla più piccola delle comunità che è proprio la famiglia largamente intesa. Cosa l’uditorio ha portato a casa dal salone Bottiglieri, in particolare nelle conclusioni di Giuseppe Acocella, il quale ha sottolineato la laicità di Girolamo Bottiglieri e la visione da gran campione di scacchi, in binomio col professor Panebianco, nell’ambito istituzionale, che ha anticipato tante “mosse” quali l’ autostrada e il porto turistico in zona orientale oltre quarant’anni prima del Marina d’Arechi, il turismo con la realizzazione delle strade nel Cilento, il riaccendere i riflettori sulla Scuola Medica Salernitana, le acquisizioni quali il Castello d’Arechi e gli spazi attorno San Pietro a Corte per rendere questi monumenti fruibili, il Museo Archeologico, il progetto di una biblioteca provinciale, un percorso tracciato attraverso le parole di Mariella Pasca, Felice Bottiglieri, Aniello Tesauro, Pasquale Natella e Mario Dell’Acqua, coordinati magistralmente da Gennaro Ferrara? Girolamo ha indicato una strada che parte dai piccoli passi quotidiani: resistere alle piccole tentazioni e dire no, riconquistando le perdute nozioni forti della storia democratica, come Popolo, la Cosa Comune e il Bene Pubblico. Resistere per uscire dalla mediocrità non è certo semplice. Forse, varrebbe la pena tentare, cominciando dalla scuola, dallo sport, dalle arti, simboli della libertà umana, da Rossini a cui è ispirato il titolo e dalla Méditation di Thais elevata dal violino di Girolamo Bottiglieri jr., il quale ha inaugurato da par suo il ferace incontro su questo musicofilo incredibile che ha “inventato” il Festival di Ravello.