GIFFONI SEI CASALI, IL MISTERO DELLA FESTA ABUSIVA IN PINETA - Le Cronache
Cronaca Provincia Giffoni Sei Casali

GIFFONI SEI CASALI, IL MISTERO DELLA FESTA ABUSIVA IN PINETA

GIFFONI SEI CASALI, IL MISTERO DELLA FESTA ABUSIVA IN PINETA

Dove c’è il Pd c’è casa. Privata, anche se pubblica. Parafrasando un vecchio slogan pubblicitario, andiamo a raccontare un piccolo fatto rivelatore di cose più grandi. Siamo a Giffoni Sei Casali, grazioso centro dei Picentini, è la sera della festa dell’Assunta (pardòn, Ferragosto) e nella pineta comunale, verso sera, s’odono a distanza rumori, risate, musica, allegria. Bene, giusto, tutto a posto. Ma, come spesso accade, c’è un ma. L’allegra brigata pare non fosse autorizzata dal proprietario dell’area, cioè il Comune, cioè la collettività, cioè i cittadini casalesi. E’ la notizia dell’anno, del secolo o del millennio? No, certamente, nessuna lo è mai fino in fondo, ma questo piccolo fatto accaduto in un piccolo paese del salernitano, se confermato in tutti i suoi esilaranti – ancorché irritanti – aspetti, conferma una tendenza che va sempre più consolidandosi all’interno delle comunità: l’esercizio dei privilegi per appartenenza politica. Di qui il riferimento al Pd adottato in exergo. La festa, così raccontano fonti locali, pare sia stata organizzata per celebrare l’onomastico della madre di un dirigente del Pd, di nome, appunto, Assunta. Il dirigente in questione, già segretario del partito, era accompagnato da una consigliera comunale di maggioranza, casualmente consorte del dirigente stesso, il quale per la buona riuscita della risata ha potuto contare sul supporto tecnico-logistico (gruppo elettrogeno e varie) di un’impresa propria e di un’altra, tutte e due in odore di rapporti, diretti o indiretti, con l’amministrazione comunale, ovviamente guidata da uno del Pd, Francesco Munno. La festa è andata a buon fine e della cosa siamo tutti felici, sinceramente. Meno lo sono, però, alcuni testimoni che, non solo hanno prodotto video diffusi sui social (e dove sennò?) ma hanno avuto l’ardire di porre qualche domanda. La festa era autorizzata? Boh! Esiste un atto, una determina, uno scritto qualsiasi che, rispettando leggi e regolamenti che per tutti gli altri sono –giustamente- punti invalicabili, abbiano concesso l’area pubblica per una festa privata? Sembrerebbe di no, almeno ad oggi, nel momento in cui andiamo in stampa. Non esisterebbero questi atti, e di conseguenza si sarebbe svolto tutto nella illegalità, almeno stando a quanto fonti accreditate continuano a sostenere. Tant’è che il consigliere di minoranza, Luigi Vitolo, sfidante di Munno alle scorse elezioni, ha interrogato l’ente invitandolo a provvedere in autotutela a mettere ordine, amministrativamente, contabilmente e pure politicamente, alla questione. Ma l’anelito legalitario pure sembra non abbia attecchito: cioè, il Comune non gli risponde, i vigili urbani guardano dall’altra parte, i carabinieri sperano di non essere trascinati in questa zarzuela, la gente si divide tra chi fa spallucce e chi dice “e che sarà mai?”. In pratica, il quadretto tipico del potere locale, aggravato dalle caratteristiche di un partito politico che da anni, ormai, non arrossisce più dinanzi a nulla: anzi, spesso deride, come un 5 Stelle qualsiasi (gli ingredienti, in fondo, sono gli stessi). Ma questa è un’altra storia adesso, pur intimamente legata alla fenomenologia specifica di fatti specifici.

Se una cosa simile, sempre se confermata nella sua interezza, fosse stata fatta da elementi vicini e/o legati al potere locale targato non Pd (o scampoli vari della sinistra cosiddetta) a quest’ora a Giffoni Sei Casali ci sarebbe un putiferio, tra manifesti, banchetti, cortei sotto al Comune, per non dire della pioggia di denunce penali in linea con la tradizione di una forza politica rotta a tutto pur di gestire una scrivania qualsiasi. Vedremo come andrà a finire, anche se, oggettivamente, la cosa dovrebbe già essere all’attenzione delle istituzioni preposte a distanza di poco più di dieci giorni. Come funziona nei paesi normali. (pierre)