di Davide Gatto
L’abbandono di Giarrusso rappresenta l’ultimo clamoroso atto di uscita dal Movimento 5 Stelle, Partito oramai perso allo stesso tempo dietro le sue questioni personali e una adesione al Governo Draghi che di grillino sembra avere sempre meno. Giarrusso è stato candidato di punta alle europee, ma a suo dire non è mai risucito ad integrarsi con il suo gruppo nel complicato sistema di amicizie e di personaggi grillini che oramai albergano in tutte le istituzioni. L’ex delle “iene” promette continuità e la nascita di un movimento tutto nuovo, al pari del “Italexit” di Gianluigi Paragone. Con questo ultimo abbandono la situazione del partito di Giuseppe Conte appare sempre più segnata: troppe scissioni e tanti abbandoni lo relegano al di fuori del centro della politica nazionale. Una vera e definitiva visione di quello che è rimasto del 5 Stelle potrà aversi solo dopo le elezioni politiche, ma a questo punto molti analisti e attivisti non escludono che Conte possa partecipare nelle liste del PD evitando addirittura di usare il simbolo, un pò come Podemos in Spagna, per garantirsi un posto in quella che sarà la lista di maggioranza relativa che uscirà dopo le elezioni. Qualunque sarà la strategia elettorale di quel che resterà nel movimento, che valeva il doppio del PD e oggi ne vale la metà, appare certo che sia oramai rassegnato al suo de profundis. Una cosa è certa: la rete civica dei meetup, esclusa da Conte stesso e dalle sue norme transitorie ha a disposizione ampie “praterie di politica” davanti a sé. Tanti sono i temi, tante le battaglie abbandonate dal movimento tradizionale, perso nel turbine di ospitate televisive e imbarazzanti riunioni segrete in Parlamento, e per una rete strutturata in tutta italia sarebbe una sciocchezza poterle recuperarle e iniziare a lavorare su temi quali l’ambiente, l’economia, il sociale. Lavorare sui temi e non sui voti, sulle persone e non sull’ingresso ai Palazzi del potere, insomma fare tutto quanto possibile per smarcarsi da quella che è l’attività di un partito tradizionale, che non fa altro che organizzarsi per affrontare le battaglie elettorali, tra l’altro imminenti. Abbandonare l’dea di politica legata alle istituzioni per averne un rapporto da comitato esterno. l’unica forza che può operare il cambiamento è fatta da cittadini, e non può vivere dentro i Palazzi.