“Necessario un cambio di passo nella gestione del personale per una migliore qualità dei servizi assistenziali” è il messaggio che la Fp Cgil Salerno, insieme alla Rsu dell’azienda ospedaliera universitaria “San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona” di Salerno ha lanciato per chiedere il rafforzamento del sistema sanitario pubblico che, a seguito della pandemia da Covid-19, ha bisogno oggi come non mai di strutture adeguate e, allo stesso tempo, può essere assicurato soltanto attraverso l’incremento di tutto il personale in servizio. Centinaia sono stati gli operatori sanitari che dopo essere stati reclutati a tempo determinato da parte dell’Azienda Ruggi, inizialmente con un contratto con un vincolo di “non rinnovabilità”, hanno deciso di abbandonare i reparti per accettare proposte in altre Aziende del territorio italiano che dessero loro maggiore stabilità e prospettive. Per fare un esempio, nell’ultimo scorrimento delle manifestazioni di interesse per infermieri e oss, 1/3 dei presenti ha declinato l’offerta di lavoro considerando appetibili le possibilità offerte da altre Aziende sanitarie. Inoltre, l’Azienda non ha ritenuto attuabile la possibilità di stabilizzare il personale a tempo determinato reclutato per l’emergenza Covid, che intanto è risultato vincitore di concorso a tempo indeterminato in altra Azienda. Una scelta scellerata che ha privato e continuerà a privare il territorio di professionisti che hanno maturato in quest’anno grande esperienza in corsia, nei laboratori, nelle diverse strutture, dovendo ricorrere dunque ad un continuo turn over del personale, sempre a tempo determinato, a scapito della qualità delle prestazioni offerte all’utenza. “Cosa chiediamo? La proroga di tutti i contratti dei lavoratori a tempo determinato e co.co.co. a 36 mesi; l’accelerazione delle procedure di stabilizzazione del personale precario per le tipologie contrattuali individuate dalla Legge Madia e dall’accorso sottoscritto in Regione Campania il 12/07/2018 con le organizzazioni sindacali per il superamento del precariato in sanità, per tutti coloro che hanno raggiunto i requisiti dei tre anni di servizio entro il 31/12/2020 e per coloro che li matureranno al 31/12/2021; la stabilizzazione del personale a tempo determinato, assunto durante l’emergenza Covid-19, risultato vincitore di concorso a tempo indeterminato in altre Aziende Sanitarie del territorio italiano, al fine di non disperdere le professionalità già in servizio in Azienda; bisogna procedere all’adeguamento delle piante organiche dei nostri ospedali e delle aziende sanitarie che pagano lo scotto di anni di blocco del turn over. Una condizione penalizzante, questa, ulteriormente accentuata dalla pandemia da Covid che ha evidenziato ancora di più le carenze del sistema sanitario”, hanno dichiarato dal sindacato. A partire da marzo 2020 ad oggi ci sono stati circa 150 pensionamenti, di cui 50 per quota 100, che hanno riguardato 60 infermieri, 30 dirigenti medici, 20 oss, 15 operatori tecnici specializzati, figure amministrative, tecnici di laboratorio, di radiologia, biologi, ostetriche, fisioterapisti, autisti etc. In corso ci sono ancora altre decine di domande di pensione da deliberare, considerata la prossima scadenza di quota 100 entro il prossimo 31/12; sono stati stabilizzati nell’ultimo anno 72 operatori, 43 infermieri, 28 oss e 1 tslb, in possesso dei requisiti previsti entro il 31/12/2020 dall’art.20 del Decreto Madia; sono circa 500 i lavoratori a tempo determinato e co.co.co. che hanno ricevuto la proroga di contratto al 31/12/2021: 250 infermieri, 180 oss, 22 tlsb, 22 collaboratori medici, e altri 29 tra medici, biologi, ostetriche, operatori tecnici, farmacisti e tecnici di radiologia con contratti Cococo Almeno un centinaio ha deciso in questi ultimi mesi di andare via per accettare le proposte di altre Aziende sanitarie; circa 20 dirigenti medici hanno fatto richiesta di mantenimento in servizio fino al compimento dei 70 anni di età.
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