Futani, attraverso un nutrito gruppo di giovani della Pro Loco, ospita l’On. Gero Grassi, in conferenza, per dibattere la straordinaria storia del sequestro ed uccisione dell’onorevole Moro e la sua scorta. Il libro, che dà apertura al dibattito “Aldo Moro: La verità negata”, riporta documenti e fatti drammatici della nostra storia repubblicana che segnò la vita democratica della Nazione. Ad accogliere l’onorevole Grassi, autore del libro, già membro della seconda commissione parlamentare d’inchiesta sul delitto Moro, affiancato dal sindaco di Futani Dario Trivelli, il vice presidente della Pro Loco Simone Ruocco ed il dirigente provinciale UNPLI Pietro d’Aniello. Al dibattito sulle ancor scottanti pagine che già appartengono alla storia è intervenuto il consigliere regionale Corrado Matera. A moderare l’articolata conferenza tenuta da Grassi è stato Antonio Pesca, appassionato ricercatore storico cilentano, noto per i suoi studi sulla strategia della tensione ed autore del fortunato libro “Le lancette spezzate”, che tratta la vicenda del delitto Moro. Gero Grassi, prima di entrare nella tragica vicenda di via Fani, ha tracciato un profilo dello statista e del suo pensiero illuminato, come uomo di fede e nuovo tessitore per una nuova geopolitica dell’Italia verso l’Europa. Il caso Moro, con la ricerca della verità, in 42 anni è stata sicuramente la vicenda che ha generato più dibattiti, indagini e formulazione di nuovi giudizi. E come in tutti gli intrighi di Stato, in molti hanno lavorato per allontanare la verità, ma in tanti sono alla ricerca di nuovi indizi, oltre quelli affiorati dalle ripetute commissioni parlamentari d’inchiesta. Dai tanti dibattiti aperti si può costatare come non si volle fermare quella mano omicida, affinché nulla cambiasse nei grandi giochi internazionali del potere. Grassi, nell’argomentare quel vasto periodo storico della strategia della tensione, richiama le date salienti come la strage di Milano de l969, Brescia, Bologna, l’Italicus, date e fatti che tennero l’Italia in scacco con un disegno criminale atto a destabilizzare la Nazione. Il libro, dato alle stampe dalla Regione Puglia, riporta un esame dell’autore crudo e pungente degli anni di piombo, dove vengono aperte nuove ipotesi sull’attacco di via Fani, la scomparsa delle borse di Moro, la prigionia, il depistaggio sui luoghi della prigione e i tentativi del Vaticano di salvare la vita allo statista. Una faccenda molto intrigata dove la commissione d’inchiesta parlamentare ha scritto migliaia di pagine e sentito centinaia di testi per arrivare a verità sempre più intricate che videro in quegli anni, Stato, servizi segreti, intrighi internazionali, capi mafiosi e politici senza scrupoli dimenarsi in complicità accertate che disegnarono la strategia della tensione che avviò una destabilizzazione politica in Italia. Ci sono ancora tanti misteri legati a quei fatti verificatisi prima e dopo quei cinquantacinque giorni. Uno su tutti: il quattro agosto 1974 ci fu la strage del treno Italicus. È accertata una strana coincidenza: su quel treno era salito anche il Ministro degli Esteri dell’epoca Aldo Moro, ma pochi minuti prima di partire, alcuni funzionari dello stesso ministero lo fecero scendere con una scusa, per firmare alcuni documenti urgentissimi. Nel dibattito Antonio Pesca ricorda a Grassi le anomalie accadute, facendo emergere un dubbio, come facevano a sapere i brigatisti che quella mattina le auto con il presidente Moro sarebbero passate di lì, infatti, la sera prima erano andati a tagliare le ruote del fioraio che abitualmente vendeva all’angolo del rapimento, per impedire allo stesso di osservare i fatti. Per Grassi gli accadimenti in via Fani furono diversi da quelli raccontati in istruttoria, come la scomparsa delle borse, i colpi esplosi durante l’attacco al convoglio, poi si accerterà che su novantatré, quarantanove vennero sparati da un’unica mano. Ed ancora la presenza in loco del colonnello del Sismi, le moto Honda presenti durante il rapimento, il bar Olivetti, da dove sbucarono i brigatisti ed ancora il falso comunicato numero 7 delle BR, relativo al lago della Duchessa. Ed il triste intrigo continua con il covo di via Gradoli, la banda della Magliana e tanti altri collegamenti e misteri che hanno infittito il dramma della verità per quarant’anni. Gero Grassi continua a raccontare i misteri dell’Italia della strategia della tensione che tenne in scacco la Nazione per anni e che lui nel suo libro inchiesta “Aldo Moro: La verità negata”, rivela tentando di aprire una breccia in quaranta anni di forzati silenzi.
Giuseppe Ianni