Clemente Ultimo
La Salerno longobarda continua a vivere anche in questo XXI secolo, non solo attraverso le testimonianze storico-archeologiche presenti in città: da oltre un decennio, infatti, è attivo un gruppo di rievocazione storica dedicato al periodo di massimo splendore della Langobardia minor. Un’esperienza che ci racconta il responsabile del gruppo, Luca Borsa.
Come nasce l’idea di dar vita ad un gruppo di rievocazione storica e perché scegliere il periodo longobardo?
«L’idea nasce nel 2012 tra alcuni soci del Gruppo Archeologico Salernitano, in seguito alla creazione del Sito Seriale UNESCO per la valorizzazione delle testimonianze longobarde presenti in Italia. Grazie all’interessamento per i Longobardi iniziarono a nascere diversi gruppi di rievocazione storica longobarda in varie zone d’Italia. Gestendo come GAS il Complesso Monumentale di San Pietro a Corte, unico esempio di architettura palaziale longobarda in Europa, abbiamo deciso di creare la sezione Gens Langobardorum dedicata ai Longobardi del Sud, in particolare di Salerno».
Benché sia un fenomeno in costante crescita, la rievocazione storica per molti è ancora un qualcosa di vago, troppo spesso confuso con una generica “ricostruzione di atmosfera” d’epoca, un equivoco purtroppo alimentato a volte da iniziative poco attente alla esatta ricostruzione di abiti, accessori ed ambientazioni. Possiamo spiegare con esattezza cosa si intende per rievocazione storica?
«La rievocazione storica è un’attività che ha lo scopo di ricostruire, nel modo più verosimile possibile, la vita quotidiana di un popolo (abiti, oggetti, la società), i Longobardi nel nostro caso, e anche eventi storici realmente accaduti legati alla storia di una città o di una regione. La rievocazione storica è ancora oggi confusa con attività folkloristiche o feste paesane con figuranti vestiti con abiti spesso completamente inventati o non attendibili storicamente, ma in questi ultimi anni, grazie alla crescita del fenomeno rievocativo, si sta iniziando a capire il valore della ricostruzione storica».
A quale tipo di fonti avete fatto ricorso per ricostruire abiti ed accessori di epoca longobarda?
«Le fonti che utilizziamo sono quelle archeologiche come reperti di oggetti di uso comune e di vita quotidiana (fibule, fibbie, vasi, corredi funerari ritrovati nelle tombe ecc.), fonti iconografiche come cicli di affreschi, raffigurazioni presenti nei testi religiosi (salteri o exultet) conservati e fonti documentarie e storiche come il Chronicon Salernitanum o la Historia Langobarorum di Paolo Diacono. Questi strumenti più o meno diffusi e facilmente recuperabili in base al periodo storico che si sceglie di ricostruire».
Che impegno è necessario per arrivare a mettere in campo un “longobardo” storicamente attendibile in occasione di manifestazioni ed eventi?
«Ricostruire una qualunque figura, come un principe, un soldato, una monaca o un popolano, richiede uno studio approfondito sulle fonti di cui ho parlato in precedenza. Le nostre ricostruzioni non saranno mai perfette per tanti motivi, ma il nostro impegno sta nel renderle il più verosimili possibile. Ci tengo anche a precisare che per svolgere questa attività non è necessario essere degli “addetti ai lavori” come archeologi o storici dell’arte, infatti la maggior parte dei rievocatori sono appassionati e amanti della storia. Anzi, l’invito a venire a scoprire questo mondo più da vicino è rivolto a tutti, basta contattare la nostra pagina Facebook Gens Langobardorum o inviare una mail a genslangobardorum@gmail.com».
Quale contributo può dare la rievocazione storica alla valorizzazione di beni ed itinerari storico-culturali e, più in generale, alla diffusione di una maggiore sensibilità per lo studio del nostro passato?
«Negli ultimi anni sta crescendo sempre di più l’importanza della rievocazione storica non solo come mero “spettacolo”, ma come un’attività che rappresenta un modo diverso e più immediato di fare divulgazione storica e coinvolgere dall’adolescente all’anziano nella conoscenza storica, per esempio della loro città. In tal senso si sta diffondendo e consolidando sempre di più la collaborazione tra Musei, aree archeologiche e altre istituzioni culturali e i gruppi di rievocazione storica nell’organizzazione di eventi volti a valorizzare questi siti e a stimolare l’interesse delle persone nei confronti della storia. L’aspetto bello e intrigante è proprio vedere il rievocatore indossare le ricostruzioni fedeli di oggetti visibili nelle teche dei musei che da oggetti “morti” diventano “vivi” perché ci vengono mostrati nel loro uso e funzione. Come Gens Langobardorum il nostro principale obiettivo è proprio valorizzare il Complesso Monumentale di San Pietro a Corte a Salerno con una serie di eventi e iniziative che si svolgeranno quest’anno».