di Andrea Pellegrino
Ci sono violazioni anche al testo unico dell’edilizia e alla legge Galasso tra le contestazioni ai 12 indagati nell’ambito dell’inchiesta sulla deviazione del torrente Fusandola per la realizzazione dell’intervento di Santa Teresa. Per la Procura, infatti, i lavori pubblici di deviazione del torrente Fusandola (consistenti nella costruzione di un nuovo alveo tombato composto da uno scatolare interrato in cemento armato), rientrano “in area sottoposta a tutela paesaggistica, poiché rientrante nella fascia di 300 metri dalla linea di battigia e ricomprendente il torrente Fusandola, corso d’acqua iscritto nell’elenco delle acque pubbliche, in sostanziale assenza di titolo abilitativo edilizio valido ed efficace, atteso che la validazione del progetto esecutivo – quale titolo edilizio necessario per la realizzazione dei lavori non risultava regolarmente e legittimamente perfezionatasi”. L’inchiesta parte nel 2015. Tra i diversi esposti quelli presentati dall’associazione “Italia Nostra” e dal comitato “No Crescent”. GLI INDAGATI Ad essere iscritti nel registro degli indagati sono: l’allora direttore dei lavori di Piazza della Libertà, Paolo Baia; il dirigente comunale Luca Caselli; l’ex dirigente comunale Lorenzo Criscuolo; l’amministratore del consorzio Tekton, Salvatore De Vita; il responsabile dell’ufficio tecnico di progettazione ed esecuzione dei lavori pubblici, Antonio Ragusa e i funzionari dello stesso ufficio, Ciro Di Lascio e Benedetto Troisi; Vania Marasco della Lotti associati; il responsabile ufficio impianti elettrici del Comune di Salerno, Luigi Pinto; il direttore dei lavori della Piazza, dal 2012, Marta Santoro; Antonio Ilario e Massimo Natale.
L’APPALTO DELLA PIAZZA L’ultima inchiesta della Procura di Salerno piomba sulla già tormentata aggiudicazione dell’appalto per il completamento di Piazza della Libertà. Aggiudica che si sarebbe fermata, allo stato, per un ricorso presentato dalla Rcm (impresa che ha realizzato il vicino Crescent), posizionatasi al secondo posto dopo la Sacco costruzioni, che per ora risulta essere la vincitrice dell’appalto. Gara, tra l’altro, che ha avuto anche risvolti di carattere politico e burocratico. L’ultimo atto, infatti, del super dirigente Alberto Di Lorenzo, presidente della commissione, improvvisamente svuotato delle sue principali funzioni dirigenziali a Palazzo di Città. Stanza compresa. A chiedere chiarezza sul caso Di Lorenzo è il consigliere comunale DemA Dante Santoro che ha chiesto una audizione in commissione trasparenza del dirigente e del sindaco Vincenzo Napoli. «Sarebbe grave – spiega – se le revoche degli incarichi fossero dettati da determinati motivi o da interessi confliggenti con le esigenze vere della città. In tal senso penso che sia giusto che la commissione trasparenza approfondisca il caso».