Due stranieri e un italiano avrebbero intascato indebitamente il reddito di cittadinanza per un totale di 31mila euro. E lo avrebbero fatto con false dichiarazioni. Una richiesta di rinvio a giudizio e due decreti disposti dal Tribunale per il processo. Nel primo caso uno straniero avrebbe percepito 5mila euro per il reddito di cittadinanza, pur non avendone titolo. Rischia il processo un ucraino, di 52 anni, accusato di truffa ai danni dello Stato. Altri due invece sono stati rinviati a giudizio per lo stesso reato e rispondono di truffa allo stato e false dichiarazioni. Secondo le accuse della Procura di Nocera Inferiore, nel primo caso lo straniero ucraino avrebbe dichiarato il falso per ottenere l’erogazione del sussidio assistenziale dello Stato, consistente nella percezione del reddito di cittadinanza. Avrebbe omesso di segnalare all’ente erogatore, l’Inps, informazioni rilevanti ai fini della determinazione del contributo del reddito. In particolare, avrebbe dichiarato il falso, cioè di essere residente in Italia da almeno 10 anni. Mentre da accertamenti, risultava che lo stesso fosse censito in Italia dal 10 novembre 2020. In questo modo, si sarebbe procurato l’ingiusto profitto derivante dalla somma percepita di 5500 euro, a titolo di contributo assistenziale. Se in questo caso si attendono le decisioni del Tribunale nocerino in altri due ci sono già due rinvii a giudizio. Uno a Pagani e un altro a Sarno dopo che i militari della Guardia di Finanza di Nocera Inferiore e i Carabinieri del comando provinciale durante i controlli avevano scoperto anomalie dietro la richiesta per accedere al sussidio statale. Nel caso di Pagani, un uomo avrebbe reso dichiarazioni fasulle per ottenere il reddito di cittadinanza e finisce a processo con l’accusa di truffa allo Stato: si tratta di un 35enne del posto. E’ atteso a settembre dal giudice monocratico del Tribunale di Nocera Inferiore. I fatti oggetto di contestazione da parte della Procura riguardano il 2021 dopo che l’uomo aveva preso indebitamente dalle casse dello Stato 15mila euro. Nel secondo caso invece, una 40enne straniera era beneficiaria del sussidio statale per 900 euro al mese dichiarando che nessuno del suo nucleo familiare (tre maggiorenni e una minore) lavorasse. In realtà il lavoro, a nero, lo aveva il marito e fu scoperto da un controllo ad opera dei carabinieri nel cantiere dove prestava la sua opera. Alla donna, che abitava sotto lo stesso tetto con il compagno e avrebbe incassato senza averne i requisiti oltre 11mila euro di sussidio, gli è stato subito sospeso il sostegno economico e ora deve rispondere davanti al Tribunale monocratico del reato di truffa allo Stato.
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