Fratte e la sua popolazione - Le Cronache
Attualità

Fratte e la sua popolazione

Fratte e la sua popolazione

di Salvatore Memoli

 

Le vicende legate alla vita delle industrie del tessile e della siderurgia hanno determinato una crescita di una popolazione frattese. Il Quartiere diventato Rione soltanto dopo la seconda guerra mondiale é stato una realtà popolare. Quartiere di  operai pur sempre di salariati che avevano l’autonomia finanziaria per gestire una famiglia dignitosa e piena di valori positivi. Attorno a queste famiglie sono cresciuti e si sono rafforzati molti esercizi commerciali, alcuni negozi di alimentari, di vini, di ferramenta, di fiori, di oro ed argento, di bar e circoli ricreativi,  dive la gente comune si serviva e cresceva famiglie sane. Come non ricordare i negozi di abbigliamento e di tessuti, una realtà che conservava i segreti delle famiglie, i sacrifici delle mamme per fare la dote alle figlie in età di matrimonio. Acquistavano a debito che pagavano ratealmente, con tante privazioni e tanta puntualità, corrispondendo alle giuste attese e disponibilità dei commercianti. Il più conosciuto era Raffaele Aulisio, un patriarca, un gentiluomo, del settore che conosceva le famiglie e le persone singolarmente, le sapeva valutare, le incoraggiava e le apprezzava per la dignità e la solvibilità. Poi veniva il negozio di Fiorentino, un esercizio apprezzato che si sviluppò  in un periodo già economicamente più evoluto, vendeva abbigliamento che soprattutto le donne acquistavano e gradivano per la modernità e raffinatezza.
Le salumerie o generi alimentari erano aduse alla vendita al dettaglio a debito. Cioé la famiglia si recava in salumeria e portava con sé un librettino ( nero con fogli bordati rossi) sui quali si annotava, giorno per giorno, l’importo della spesa; analogo librone aveva il salumiere dove riportava il suo credito. Il pagamento avveniva di solito ogni mese oppure ogni quindici giorni, a seconda del pagamento dello stipendio del capofamiglia.
Le famiglie frattesi avevano più di un figlio. Alcune erano numerose ma pur sempre dignitose e rispettate.
Per strada, quindi, capitava d’incontrare tanti bambini, di tutte le fasce d’età. Soprattutto nelle palazzine popolari o nei pressi del Mulino e del palazzo Dini, capitava d’incontrare sciami di ragazzi. Giocavano per strada, per lo più a pallone, di rincorrevano, facevano chiasso e succedeva che si sfidavano a “petriate”, con lanci di sassi, da in gruppo ad un altro. Mantenevano vivo il quartiere! Tutto sotto gli occhi vigili delle madri che, di tanto in tanto, si affacciavano dai balconi e dalle finestre, con sguardi severi. La Parrocchia di Fratte é stata sempre presente, il fulcro della vita religiosa e sociale, sempre attiva, attenta educatrice della comunità, con sacerdoti dottrinari che hanno amato tutti.
Eppure Fratte del dopoguerra era più servita di oggi. Aveva un efficiente poliambulatorio di medicina, vigili urbani,stazione dei carabinieri, con carabinieri a cavallo che giravano il territorio. Era stazione di arrivo e partenza di mezzi pubblici, come la storica linea 2. Fratte era viva, era bella, era semplice ed era una comunità che viveva una dimensione sociale tranquilla ed appagante.
C’erano le sezioni di partito, tra cui quella del Partito Comunista era la più partecipata. Aveva la bocciofila, frequentata da frattesi e tanti altri giocatori di altri quartieri.
La scuola elementare Osvaldo Conti é stata un fulcro di vitalità scolastica, una dimensione romantica di istruzione elementare con i suoi docenti che erano presenti nella vita di tutti, anche oltre l’orario scolastico. Per tutti ricordo il mitico maestro Pessolano.
Il Rione di operai che lavoravano e costruivano sani rapporti sociali era affiancato da tante famiglie della borghesia locale. Si potrebbe ricordare tutte queste famiglie, sebbene l’elenco risulterebbe lungo. Non si possono dimenticare i tanti giovani ben riusciti nella vita professionale che hanno dato lustro alle famiglie ed al Rione. Penso ai Postiglione, ai Vitale, ai Rapuano e De Martino, ai Bove, Pisano, Fienga e tanti altri ancora che si sono distinti in ogni campo: accademici, medici, avvocati, ufficiali suoeriori dell’esercito ed aeronautica, impresa, calcio,  ecc..
Fratte é stata sempre una comunità viva, una comunità che ha amato ritrovarsi e stare insieme. Senza barriere sociali ed economiche, senza conflitti e con grande capacità di mantenere rispetto per la città, con la sua autonomia, la sua identità piena di meriti.