I consiglieri comunali di Fratelli d’Italia, Antonio Stabile e Giovanni Graziano chiedono la testa del primo cittadino Donato Pica. “Il Sindaco si dimetta- scrivono Stabile e Graziano, ricordando le affermazioni di Donato Pica alla vigilia delle elezioni amministrative del 2017 che riportarono l’allora esponente del Pd a Palazzo di città. In tale occasione Pica avrebbe dichiarato: “La mia carriera politica è finita, non mi devo candidare più a nulla, voglio fare solo il sindaco per dedicarmi all’amministrazione comunale, far crescere una nuova classe dirigente e restituire alla mia comunità quanto ricevuto in passato, anche per riparare a miei errori di disimpegno”. Parole, quelle pronunciate all’epoca da Pica, che hanno un peso specifico per Antonio Stabile e Giovanni Graziano, dopo la candidatura del sindaco al consiglio regionale della Campania per questa tornata elettorale. “Con queste parole, all’inizio del mese di maggio 2017, l’allora candidato sindaco di Sant’Arsenio dava avvio alla campagna elettorale assumendo uno dei tanti impegni formali con la collettività cui chiedeva la fiducia. Oggi registriamo che in meno di due anni si è rimangiato praticamente tutto e per Fratelli d’Italia, unanimemente riconosciuto il più coerente tra i Partiti dello scenario nazionale, questo è inaccettabile. Fratelli d’Italia sostenne convintamente il progetto “Insieme per Sant’Arsenio”, lo fece sulla base di un chiaro ed articolato patto formalmente e pubblicamente sottoscritto da chi, grazie al nostro determinante contributo, oggi riveste la carica di Primo Cittadino”- rimarcano gli esponenti del partito della Meloni. “ Abbiamo già avuto modo di stigmatizzare il disimpegno del sindaco rispetto ad altri accordi. Con la candidatura alle regionali viene unilateralmente meno anche l’ultima parola data e si investe scorrettamente la carica di sindaco, che doveva essere super partes, piegandola alle ragioni di una sola parte politica. Fratelli d’Italia non può consentirlo. Donato Pica, stimabile sul piano personale ma politicamente sfiduciato, è libero di candidarsi come, quando e con chi vuole, ma non svendendo i nostri voti e comunque dopo essersi dimesso dalla carica di Sindaco”- concludono Stabile e Graziano.
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