di Olga Chieffi
E’ Francesco Maria Perrotta, da nove anni presidente di ItaliaFestival, organismo nato in seno all’Agis (Associazione Italiana Generale dello Spettacolo), formato da alcuni tra i più prestigiosi festival italiani: dal Rossini Opera Festival di Pesaro al Festival di Spoleto, dal Festival Verdi di Parma al Ravenna Festival, dal Napoli Teatro Festival al Macerata Opera Festival, dal MiTo al Festival pianistico di Brescia e Bergamo passando per il Mittelfest e il Plautus Festival, nonché del board della European Festival Associations, l’associazione dei festival europei, il nuovo Presidente della Fondazione Ravello. Francesco Maria Perrotta va a “liberare”, così, Almerina Bove, Vice Capo di Gabinetto del presidente, che torna a sussidio della Regione. Con lui, Vincenzo De Luca mette fine a ben due anni e mezzo di commissariamento e dovrebbe entrare in carica per fine aprile, quando scadrà il mandato del commissario, o ai primi di maggio, per progettare il Ravello Festival, per il quale il direttivo ha già qualche proposta di livello internazionale. Calabrese di Paola, manager e chitarrista, Francesco Maria Perrotta, nella sua carica di ItaliaFestival, rappresenta 30 Festival italiani e sei reti di Festival che operano nell’ambito musicale, teatrali, delle arti performative e della danza, della letteratura e di altre manifestazioni artistiche, una mission-rete che tuteli e promuova i festival nazionali, anche attraverso una corretta strategia di fundraising e di internazionalizzazione, oltre che di tutela degli interessi degli associati, e di cui crediamo farà parte anche il Ravello Festival. Artisticamente, Perrotta si è formato alla Sagra Musicale Umbra, al fianco dell’indimenticato Massimo Bogianckino e i due termini chiave del suo operato attuato fino ad oggi sono rete e dinamismo, che dovranno essere la mission anche del Consiglio Generale d’ Indirizzo dalla Regione Campania, che vedrà i rappresentanti del Comune di Ravello e della Provincia di Salerno. Sua la definizione di Festival che calza perfettamente per il belvedere di Villa Rufolo: “Ciò che si chiama Festival è una realtà che produce spettacoli che soltanto lì, in quel contesto, si possono vedere e ascoltare”, e Ravello è, sicuramente una delle cornici più attraenti del mondo. Sale di cinema, teatri e festival stimolano l’economia e, al pari di un’infrastruttura o di un investimento immobiliare, attivano processi virtuosi di incremento della domanda di beni e servizi. Gli effetti economici e occupazionali di un evento derivano in primo luogo dagli investimenti e dalle spese attivati da gestori e organizzatori, sia pubblici che privati, per la realizzazione della loro attività, è questo il Perrotta-pensiero, che continua a credere ai Festival non solo come a realtà che convogliano gente, ma che esaltano gli interi territori con contenitori all’aperto. Si tratta di un’utile perimetrazione di un fenomeno che, dal punto di vista dell’offerta turistica, si rende prodotto sia attivando una specifica filiera, quella che fa leva primaria proprio sulla “risorsa musicale”, come protagonista, sia integrando ed arricchendo altre proposte, come sottofondo. I luoghi della musica, gli itinerari, i paesaggi, le dimore legate ai musicisti, i teatri, i musei specializzati rappresentano un potenziale che se ben ri-attivato, riporterà il nostro territorio, dopo il buio del Covid, agli splendori del gran Tour.