Grande partecipazione di sassofonisti e allievi all’incontro con Mario Marzi, avvenuto nell’ambito della giornata celebrativa del centenario del Maestro di Santa Maria di Castellabate, nell’Auditorio del Conservatorio “G.Martucci” di Salerno
Di ATTILIO SESTILI
Grande partecipazione nella sala concerti del Conservatorio “G.Martucci” di Salerno alla masterclass promossa dall’istituto per ricordare e raccontare ai giovani che hanno avvicinato questo strumento, la fondazione della scuola italiana, qui a Salerno, per merito del M° Francesco Florio. La giornata celebrativa del centenario della nascita del grande musicista cilentano, è principiato con un incontro sulla “Storia del sassofono in Italia”, con l’intervento di Mario Marzi, autore di un libro definitivo sul sassofono, pubblicato dalla Zecchini editori, di Lauro De Gennaro, docente di sassofono e referente di questo progetto del Dipartimento di Musica per fiati, in cui dedica un intero capitolo al M° Francesco Florio e alla nascita del suo magistero qui a Salerno, e di Antonio Florio sassofonista e figlio di Francesco Florio, coordinati da Olga Chieffi. Dalla vita e dal mondo musicale del tempo, ovvero degli anni del ventennio, durante cui si è formato musicalmente Francesco Florio, ospite dell’Orfanotrofio Umberto I, si è risaliti ai grandi rappresentanti dell’epoca, dalla ricerca tedesca di Sigurd Raschèr , alla scuola francese di Marcel Mule, all’evoluzione meccanica dello strumento e alla formazione qui in Italia di un metodo di studio, proprio da parte del maestro Florio, violinista, violista e oboista, che prima di mettersi in contatto con i caposcuola francesi aveva saccheggiato, metodi per legni e archi, concerti dedicati a tutti gli strumenti, inventando praticamente dal nulla la tecnica di questo strumento. Mario Marzi ha sottolineato il suono squisitamente “vocale” del M° Francesco Florio, dovuta all’abitudine al canto e al lirismo tutto napoletano, unita alla ricerca, alla continua sperimentazione timbrica, esuberanza, versatilità di un arco e potenza di un ottone. Il figlio Antonio e l’allievo Lauro De Gennaro, oggi docente del Martucci, ne hanno ricordato l’infinita umanità e la severità maniacale della didattica e la caparbietà nell’affermare la classicità e l’importanza di questo strumento, con un intervento a sorpresa della Sig.ra Titina Marino. Non solo Mario Marzi nel segno della storia di Francesco Florio, ma anche richiesta di documenti da parte di Attilio Berni e del suo Centro di Studi Musicali, nonché di Fabio Sammarco che sta per varare in web una eccezionale enciclopedia del sassofono in Italia, con oltre 6000 voci, tutte collegate, infinita letteratura da scaricare e schede storiche, biografiche e critiche sul mondo del sassofono nazionale. “Ringrazio tutti i sassofonisti intervenuti a questa grande e dovuta festa – ha affermato Antonio Florio – scusandomi con quanti, tanti, troppi non hanno potuto essere inseriti nei programmi di questa giornata. Ma spero che la festa possa prolungarsi di anno in anno, magari con un Concorso di Sassofono intitolato a mio padre e con dei concerti, in modo da rendere “continuo” il flusso di ricordi e produzioni musicali tra glorioso passato e ferace futuro”. Una mattinata conclusasi con le parole del violoncellista Amedeo Baldovino dedicate al suo strumento, quale educatore di umiltà e confidente e interprete dell’arco della vita, fonte di serenità, un pensiero universale che avrebbe fatto proprio Francesco Florio, sottomesso unicamente all’arte e alla musica.