È uno dei pochi giovani cilentani rimasti nella sua terra e che oggi, al di là dei giochi di parole, vive con la terra. Si tratta di Francesco Cardone, imprenditore agricolo 31enne di Agropoli.
Cosa spinge un giovane come Lei a investire sul territorio e costruire il proprio futuro qui?
“La voglia di investire in agricoltura tra le mille difficolta nasce dall’amore verso la natura, l’agricoltura e l’ambiente visto come biodiversità Cilentana. Il nostro territorio è una miniera inesplorata di risorse agronomiche inespresse. Le quali, un po’ per il mancato ricambio generazionale in ambito agrario, e un po’ per la corsa tipica Italiana al posto fisso hanno causato l’abbandono di migliaia di ettari di terreno che in passato hanno sfamato generazione intere di nostri antenati. Oggi, tra la costante piaga degli incendi e la mancata manutenzione dei privati, i terreni, sono in uno stato di abbandono (pensare che un oliveto secolare per tornare produttivo dopo anni di abbandono impiega non meno di 5 anni senza contare i costi da dover sostenere in
questo lasso di tempo. L’aumento dei prezzi delle materie prime ha fatto lievitare i costi”.
Come affronta questa impennata?
“I costi elevati delle materie prime, soprattutto nel mio caso gasolio agricolo e concimi, hanno ridotto di molto il già risicato margine di profitto derivato dalle attività agricole. Abbiamo cercato di ridurre all’osso alcune pratiche colturali più costose, come le concimazioni, avvicinando sempre più la nostra agricoltura convenzionale ad un agricoltura di tipo biologica. Ovviamente c’è stato un minimo aumento dei prezzi di vendita del prodotto finale, utile solo a coprire spese di confezionamento come bottiglie, tappi, etichette scatole anch’esse aumentate negli ultimi anni”.
Quali invece le difficoltà che affronta ogni giorno?
“La difficoltà principale è dovuta ai cambiamenti climatici. Ormai il nostro ha poco a vedere col classico clima mediterraneo, le nostre colture essendo tipiche dell’areale sopracitato sono in estrema difficoltà con annate eccessivamente siccitose o piovose e inverni asciutti. L’agronomo o l’imprenditore agricolo non può fare nulla contro questi eventi. A volte basta una sola giornata su 365 giorni per compromettere la produzione e mandare all’aria il lavoro fatto un anno intero ad esempio i momenti più delicati sono per l’olivo la fioritura, per il fico il periodo della raccolta e per la vite le grandinate, le forti piogge di fine estate”.
Oggi, un giovane imprenditore riceve secondo Lei le giuste attenzioni dalla politica? C’è stato un cambio di passo col recente nuovo governo?
“A livello locale e nazionale c’è poca attenzione verso le aziende agricole. Se non fosse per i contributi europei (PSR;PAC ecc) è brutto da dire, ma molte aziende avrebbero già chiuso. La politica locale dovrebbe almeno garantire la sicurezza sul territorio. Le sole forze dell’ordine non possono controllare l’intero territorio senza l’ausilio di impianti di video sorveglianza. Dico ciò, a causa dell’elevato numero di furti che si stanno registrando ad Agropoli e nei paesi limitrofi nelle ultime settimane. La mia azienda è dotata sia di impianto di videosorveglianza che sistema d’allarme, però, si vive sempre con la paura di essere derubati da un giorno all’altro”.
A livelli più alti, l’Europa è al fianco dei giovani?
“Io sono grato all’Europa, grazie ai contributi legati al Piano di sviluppo rurale 2014-2020 ho potuto presentare il primo insediamento in agricoltura ( nel 2018) e acquistare attrezzature agricole e impiantare altri ficheti. Gli aiuti da questo punto di visto sono fondamentali per sorreggere un giovane che ha intenzione di fare imprenditoria al giorno d’oggi”.
Lei ha dei titoli di studio, ma ha ugualmente deciso di lavorare e di vivere con la terra. Cosa pensa della Sua scelta? Tornando indietro, la rifarebbe?
“Certo che la rifarei, è stata una scelta maturata negli anni. Ho impostato i miei studi, la mia carriera scolastica e allo stesso tempo la mia vita, con l’idea di investire in agricoltura. Dopo aver finito le scuole medie, aiutato nella scelta da mia madre, ho intrapreso gli studi come all’istituto tecnico agrario di Eboli, diplomandomi come perito agrario. La mia scelta fu criticata dai miei coetanei dell’epoca e dai loro genitori. La maggior parte di essi intrapresero gli studi presso i licei. Fatto sta, che ad oggi, io mi sono realizzato a livello scolastico e lavorativo e molti di loro (non tutti ovviamente) hanno trovato difficoltà a trovare lavoro e realizzarsi negli studi”.
Come e dove vede il Suo futuro?
“Il mio futuro lo vedo nel gestire la mia azienda agricola e con i miei 4 collaboratori che mi supportano durante l’intera annata agraria. Inoltre, da poco ho intrapreso una collaborazione con Confagricoltura Salerno come Agronomo. Ciò mi da molta soddisfazione perché da un lato riesco a essere realizzato a livello imprenditoriale e dall’altro riesco a esserlo a livello professionale gratificando tutti gli anni investiti negli studi; 8. I prodotti aziendali sono: 4 tipologie di vino imbottigliato, Olio evo certificato Dop Cilento, fichi freschi, fichi secchi certificati Dop fico bianco del Cilento”