Francesco Amatucci, dal Cilento a Sanremo - Le Cronache
Extra

Francesco Amatucci, dal Cilento a Sanremo

Francesco Amatucci, dal Cilento a Sanremo

di Andrea Verderame

Ci sarà un po’ di Cilento nella 74° edizione del Festival di Sanremo. Francesco Amatucci, classe ’88 agropolese, dopo la partecipazione alla Milano fashion week di ottobre scorso, sarà nel dietro le quinte del più importante evento nazionalpopolare italiano a capo di un gruppo di make-up artists che si occuperà di far brillare i volti dei tanti ospiti. Il giovane ha il proprio studio ad Agropoli ed è lì che lavora, almeno quando il suo talento, molto richiesto, non lo porta in giro per l’Italia. “Insegno sempre ai miei allievi che nella vita bisogna essere costruttivi – dice – la gavetta aiuta a costruire e a formare le persone, nel bene e nel male. Io dico sempre prendete il buono anche nel negativo di quello di può succedere durante la nostra carriera”.

Chi è Francesco Amatucci?

“Allora, sotto un profilo professionale sono un po’ rompixxxxxxxx (ride, ndr). Nel senso, sono una persona molto precisa; pretendo molto dai miei allievi, dalle persone che scelgono me come formatore. Essendo un pignolo, cerco sempre di fare le cose e, soprattutto, dare me stesso al meglio, proprio perché venga apprezzato. Nella vita, diciamo, quotidiana sono un po’ un simpaticone, nel senso che sono una persona molto autoironica, mi piace ridere e far ridere. Sono di compagnia, ecco”.

Dopo la Milano Fashion Week, arriva ora a Sanremo. Cosa si prova ad essere parte di un evento di così alta caratura?

“La sensazione che provo? Allora, spesso mi sono ritrovato a gestire delle cose importanti e ancora oggi, ad ogni mia partecipazione con le mie allieve, mi faccio una domanda: sono all’altezza? Nel senso che, con un po’ di timore e un po’ di preoccupazione rispetto al fare sempre tutto in modo ottimale, cerco di prendere il meglio da questa presentazione, proprio per non deludere le aspettative di chi viene con me e di chi ci sceglie e, soprattutto, per darmi una carica in più per fare sempre meglio”.

Come è arrivato al Festival di Sanremo?

“Diciamo che partecipare agli eventi non è semplice, nel senso che, rispetto a ciò che si dice, ossia “va bene, uno paga e, quindi, può andare”, non è proprio così. Tutti possiamo fare tutto ma non tutti siamo all’altezza di poterlo fare. È vero, sì, che abbiamo bisogno sempre e comunque di approcciarci a questo mondo tramite delle agenzie, delle aziende che prendono gli appalti, però non è detto che questa cosa vada poi a buon fine. Per arrivare a partecipare a degli eventi bisogna avere comunque delle caratteristiche sociali e professionali che ci possano permette di candidarci per questi eventi”.

Il Suo impegno a Sanremo in cosa consisterà?

“Ogni azienda porta con sé il suo team per i vari ospiti. Io gestirò una parte di un team di truccatori in qualità di leader make-up artist”.

Quali sono, invece, gli insegnamenti che porterà in valigia?

“Sicuramente è una grande esperienza. Essendo ormai io di “vecchia data” rispetto agli eventi, diciamo che il mio obiettivo più grande da portare a casa è quello di dare alle mie allieve le stesse possibilità che sono state date a me, quindi, portare a loro verso la strada del successo quello che ad oggi io un po’ vivo”.

Lei viene dalla gavetta, ha fatto tanti sacrifici per arrivare a questo che è solo l’ultimo dei traguardi importanti della tua carriera. Che importanza ha la gavetta per Lei e per le Sue allieve?

“Ovviamente è fondamentale, nel senso che io insegno sempre ai miei allievi che nella vita bisogna essere costruttivi e non distruttivi. La gavetta aiuta a costruire e a formare le persone, nel bene e nel male. Io dico sempre “prendete il buono anche nel negativo di quello di può succedere durante la nostra carriera”. La gavetta ti fa un po’ da scudo per poi riuscire nel futuro”.

Proprio parlando di futuro, come vede il suo domani?

Sotto un profilo professionale io sono un curioso e questo, secondo me, è l’ingrediente giusto per chi come me ha fame di crescita. Non per l’interesse economico, i soldi sono sempre una conseguenza, proprio a livello culturale, come bagaglio di esperienza. Professionalmente, mi proietto verso un futuro pieno”.

Tornando ai suoi allievi, ai suoi giovani, Sanremo è un traguardo che può sembrare lontano, non solo geograficamente; quale insegnamento pensa di poter dare ad un giovane?

“Più che un insegnamento è un consiglio: bisogna saper scegliere nella vita. Anche con chi approcciarsi. Oggi il mio mondo è pieno di cialtroni, di persone che vendono e raccontano fuffa. Io dico sempre ai miei allievi “confrontatevi, siate curiosi, scegliete bene per il vostro futuro”, perché una scelta non ponderata può diventare un problema per il futuro. Quindi, il consigli che io do è quello di valutare bene dove, come e quando. Tutto e subito non si può avere”