Il soprano salernitano debutterà nel ruolo di Gretel sul palcoscenico più ambito del mondo, diretta da Marc Albrecht e Sven-Eric Bechtolf
Di OLGA CHIEFFI
E’ ancora oggi un’esperienza gratificante prendere contatto con l’opera più famosa di Humperdinck, Hansel und Gretel, tale è la intatta genuinità della musica elargita in questa vera apoteosi della fiaba in musica. Meglio se una delle due voci protagoniste, quella di Gretel, sarà Francesca Manzo, subito in Accademia Scaligera non appena diplomata nella prolifica classe di Marilena Laurenza docente del Conservatorio “G.Martucci”. Il soprano, in cui abbiamo sempre creduto, ce ne ha fornito immediatamente notizia, appena uscita dall’ultima prova di assieme, che ha sancito l’affidamento del ruolo: “ Il mio debutto in assoluto, in un ruolo in teatro avviene sul palcoscenico della Scala. E’ il sogno di qualsiasi persona avvicini lo studio del canto lirico e io l’ho realizzato subito”. Se nel 2016 sono stati Adam Fischer e Peter Stein a costruire Die Zauberflöte con i giovani musicisti; nel 2017 il direttore Marc Albrecht e l’attore, regista e dal 2014 direttore della programmazione artistica del festival di Salisburgo Sven-Eric Bechtolf stanno a una nuova produzione dell’incantevole Hänsel und Gretel di Humperdink. Prima, prevista il 2 settembre con 8 repliche sino al 24, per il Progetto dell’Accademia con i solisti e l’Orchestra dell’ Accademia del Teatro, che ogni anno ha il suo posto nel cartellone ufficiale del tempio dell’Opera italiana. Certamente un San Matteo diverso per la nostra Francesca che si ritroverà ad affrontare con i suoi colleghi e la bacchetta prestigiosa si Marc Albrecht la sciolta speditezza dei dialoghi in tedesco, connessi fra di loro da una scrittura stupenda, la cui sapienza contrappuntistica, la cui leggerezza nell’arrangiare Volkslied e Kinderlied, rimanda al genio di Johannes Brahms. Francesca Manzo è in possesso della giusta leggerezza vocale, graziosa ed eufonica, e della necessaria diversificazione dei timbri, per dar vita alla intraprendente bambina alla scoperta del mondo, la quale avrà al suo fianco Anna Doris Capitelli, nel ruolo di Hänsel, Gustavo Castillo in quello di Peter, il padre venditore di scope, Chiara Isotton che vestirà i panni della madre Gertrud, Mareike Jankowski sarà Knusperhexe, Celine Mellon darà voce a Taumannchen e Sandmannchen avrà il volto di Enkeleida Kamani. Il regista Sven-Eric Bechtolf, lo scenografo Julian Crouch sono riusciti a ricreare splendidamente il mistero del bosco, i suoi simboli attualissimi, le scelte sensate di Hansel e Gretel impadronitisi della bacchetta magica di una strega, finalmente ritornata ironica e allo stesso tempo sadica a causa della “fame” di carne, la stessa fame che attanagliava e che ha redento i bambini. Tutti dovranno diventare bambini in scena, in una favola non edulcorata, come quella schizzata da Humperdinck, ma in una favola “dura”, quale è l’originale fiaba dei Grimm. Oggetti del lavoro e del gioco di tutti i giorni, con i gesti ripetuti dalle stesse persone (“figure” – padre, madre, buono, cattivo), per mille anni, così come l’espressione di gioia, paura, maledizione, fatica, o di un gioco come il sole e la luna fanno, hanno fatto e faranno, sono le assi portanti di questa favola. Il messaggio che questo invito all’opera offre al pubblico è che l’opera stessa, la fiaba, “ricominci”, ovvero sia rimessa in gioco, in modo da far crescere il proprio Io, costruendo e ricostruendo il proprio mondo fantastico, nel quale sospendere il tempo, immedesimarsi, comunicare le proprie emozioni, liberare la creatività, far ricominciare il Teatro, per continuare a domandare e a meravigliarsi, in modo che ci siano sempre nuovi mondi da scoprire, nuovi sentimenti da cogliere, per quanti varchino la soglia di una sala, o facciano parte della magia del palcoscenico.