Il 30 settembre ci sara’ una riunione di gruppo alla Camera, lunedi’ si ritroveranno i ‘big’ al partito ma gia’ ieri nell’incontro tra i senatori gli azzurri hanno cominciato ad interrogarsi sul futuro di FI. In tanti hanno sottolineato che comunque l’apporto del partito e’ stato determinante in alcune regioni ma e’ chiaro che l’erosione di consenso, soprattutto al Sud, ha riaperto una discussione interna. Tra i forzisti al Senato non e’ stato solo Cangini a sottolineare che Salvini non puo’ rappresentare il futuro dei moderati, “cosa aspetta FI a rientrare nei propri panni?”, ha spiegato il promotore del no al referendum. Chi e’ intervenuto ha rimarcato come occorra cambiare direzione, per evitare di essere sempre piu’ ‘cannibalizzati’. Sulla stessa lunghezza d’onda Brunetta: il segretario del partito di via Bellerio “ha preso decisioni unilaterali, parlando solo per la Lega. Non ha mai seguito – ha argomentato in un’intervista ad Huffington post – lo stile di Silvio Berlusconi e, ha ragione oggi Giovanni Toti, non si e’ mai fatto carico di fare la sintesi di un centrodestra plurale”. La tesi, quella del governatore della Liguria, comincia a far presa sempre di piu’ tra gli esponenti di FI. Ma sotto traccia alcuni ‘big’ e ‘peones’ rilanciano pure il tema della ‘successione’. Non si tratta delle critiche che vengono avanzate da un’ala del partito al vice presidente di FI, Tajani, che comunque si e’ speso sul territorio. Il ‘refrain’ e’ che serva un’altra figura, l’invito che viene pronunciato sommessamente e’ che dovrebbe essere Berlusconi ad indicare la strada e anche un nome che possa rilanciare il partito. Tutti riconoscono la capacita’ attrattiva del Cavaliere, il fatto che l’ex premier sia l’unico capace di avere i voti nelle urne. Nella consapevolezza che nella campagna elettorale ha pesato il fatto che Berlusconi abbia contratto il Covid. Diversi mesi fa a chi gli poneva l’interrogativo sulla necessita’ di designare un erede il Cavaliere si ritrovo’ ad allargare le braccia: “C’e’. Sono io…”. Anche oggi non c’e’ in prospettiva ne’ un ‘Papa straniero’ che raccolga l’eredita’ del presidente azzurro, ne’ tantomeno la volonta’ di designarlo. Sara’ come sempre Berlusconi a fare la sintesi, a ribadire la necessita’ di lavorare con lo spirito di sempre per riconquistare chi ha deciso di non votare piu’ FI. Ci dovremmo interrogare anche sui motivi di chi e’ andato via, avrebbe sottolineato per esempio Schifani nella riunione di gruppo. “Siamo preoccupati, qui c’e’ il rischio vero di scomparire”, sottolinea un altro senatore. Le tensioni sono legate anche al ‘caso Campania ‘, con un gruppo di parlamentari che minaccia di uscire da FI, secondo quanto riferiscono fonti azzurre. “Il centrodestra, in tutte le sue componenti, e’ a un bivio. Puo’ continuare a inseguire il progetto sovranista oppure ammettere che il quinquennio d’oro del populismo e’ finito spaventa i moderati e quindi chiude la via del governo”,
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