“Anche i nostri morti meritano rispetto”. Una voce si leva all’interno dell’aula di dibattimento mentre è in corso l’udienza a carico di Luigi Pisano, amministratore unico delle Fonderie Pisano. E’ uno dei parenti delle vittime che fatica a trattenere emozione e tensione mentre l’avvocato Guglielmo Scarlato fa una piccola annotazione, rispetto ad un comunicato del Comitato “Salute e Vita. Ci pensa il giudice monocratico del Tribunale di Salerno, Cantillo, ad abbassare i toni sul nascere. Il legale difensore rinnova la richiesta di patteggiamento, dopo aver incassato il via libera dal pm titolare dell’inchiesta, nei confronti dell’imputato, accusato di reati che vanno dalle mancate autorizzazioni per le emissioni in atmosfera, all’accusa di danni alla salute dei cittadini. Ottocento euro (la pena massima prevista è mille euro) senza sospensione di euro: questa la richiesta avanzata per l’ultranovantenne Luigi Pisano. Richiesta che ha fatto storcere il naso a qualche familiare dei presenti e creato qualche malumore. Rito alternativo sul quale il giudice monocratico del Tribunale di Salerno si è riservato di decidere in occasione della prossima udienza fissata per il tre febbraio. Nella stessa udienza il giudice scioglierà le riserve anche in relazione alle costituzioni delle parti civili (Legambiente ed il comune di Pellezzano tra gli altri) ed all’eventuale rimborso relativa alle spese di costituzioni (alcune parti si sono insinuate tardivamente. Tutto ciò mentre il legale difensore di Luigi Pisano, Gugliemo Scarlato, precisava in aula di “non aver messo in atto nessuna manovra ostruzionistica per arrivare alla prescrizione”. Il riferimento era relativo al comunicato diramato l’altro ieri dal Comitato Salute e Vita. Il legale ha precisato di aver mantenuto un atteggiamento leale in ambito dibattimentale. I componenti del Comitato temevano un nuovo rinvio del processo per le precarie condizioni di salute dell’amministratore unico delle Fonderie Pisano ed è per tale motivo che ieri pomeriggio hanno organizzato un nuovo presidio davanti al Tribunale di Salerno. Tanti di loro hanno perso un familiare a causa dell’inquinamento atmosferico, altri temono per la loro stessa vita e quella dei congiunti. Così, prima dell’orario fissato per il via del processo, si sono presentati, tutti dotati di mascherina, davanti all’ingresso di corso Garibaldi non solo per “vigilare” sul processo ma anche per manifestare il proprio sdegno nei confronti delle istituzioni: “Pisano, Asl, Comune: la vostra coscienza è come l’aria che respiriamo”, “Aria Pulita per i vivi, giustizia per le vittime dell’inquinamento”: questi alcuni dei manifesti esposti dai membri del Comitato Salute e Vita, pronti a tornare davanti al Tribunale in occasione dell’udienza sel tre febbraio. (g*)
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