di Arturo Calabrese
Dopo il grande successo dell’edizione 2022 del Festival della Teologia, il direttore Vito Rizzo ne traccia un bilancio e espone anche le idee future sia della manifestazione che di idee correlate. «Il bilancio è sicuramente positivo – dice – anche luce delle importanti collaborazioni con le diocesi di Salerno – Campagna, Campagna e Acerno, quella di Vallo della Lucania e quella di Teggiano – Policastro, con l’Istituto Superiore di scienze Religiose San Matteo di Salerno e abbiamo avuto il coinvolgimento della Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale di Napoli, sezione San Luigi, e anche con la scuola di Alta Formazione Arte e Teologia. Abbiamo raccolto l’idea lanciata da Papa Francesco della “chiesa in uscita”, di portare nelle piazze il messaggio teologico. Nel nostro territorio, non siamo più periferia e portare in piazza una diversa riflessione sulla teologia è stata una scommessa vinta e lo abbiamo fatto in un maniera dinamica. C’è stata la scelta di un tema e lo abbiamo portato avanti. Il tema del 2022 – continua il direttore, nonché affermato e apprezzato giornalista, Rizzo – è stato affrontato trasversalmente tra varie discipline ed abbiamo dunque messo in piedi le tre giornate del Festival ad Agropoli e poi avviato la mostra itinerante legata alle opere di San Francesco dell’artista Rosa Cianciulli. Tale mostra è stata ad Agropoli, a Caggiano con la partecipazione dell’Arcivescovo di Salerno Monsignor Bellandi, appassionato di arte, come è stata a Teggiano nell’omonima diocesi ed anche lì il vescovo De Luca è stato presente.
Ciò significa – spiega – che un messaggio positivo lo si porta tra la gente: spesso si ha la visione della teologia come un qualcosa di distaccato, mentre così non è perché non riguarda solo i tecnici o i preti, ma riguarda il popolo a guidare le coscienze, è la consapevolezza dell’esperienza che si fa di Dio». Il direttore fa poi un discorso più ampio e traccia una via per una giusta divulgazione del messaggio teologico: «La Chiesa oggi è chiamata a sporcarsi le mani – argomenta – come dice il pontefice, le mani dei vescovi devono puzzare delle pecore perché sono dei pastori. È un percorso difficile perché significa portare fuori dagli ambienti accademici una riflessione che va anche al di là della fede quotidiana che aiuta molto. Nelle tre giornate del Festival, abbiamo avuto una riflessione di carattere psicologico e cioè la fraternità vissuta come esperienza psicologica». Rizzo ricorda poi le serate agostano del Festival: «Abbiamo ospitato il contributo del professor Antonio Francese, la sociologa Stefania Sorgente, entrambi dell’istituto San Matteo, ed infine la professoressa Pina De Simone, teologa e docente. Il Festival è una ricchezza che del territorio che lavora con tali facoltà e porta la teologia concretamente in piazza dove centinaia di persona l’hanno potuta sentire e toccare con mano. Questo è uno sforzo che nasce dall’associazione “Fabbrica di Idee” e dall’impegno dell’azione cattolica».
Il pensiero del direttore va soprattutto al futuro: «La sfida comincia quando il Festival termina e consiste nel continuare a portare avanti quel messaggio e da questa volontà nasce la casa editrice dedicata all’associazione, una realtà che non ha scopi di lucro ma si pone come obiettivo di pubblicare testi di riflessioni teologiche suddivise su filoni, uno riguardante il pensiero e uno i classici con un commento che li attualizzi. Il comitato scientifico della casa editrice è presieduto da don Bruno Lancuba. Il primo passo è già stato fatto con la pubblicazione del mio lavoro “Chiesa, dove sei?”, una domanda che in molti dovremmo porci e che deve porsi la stessa Chiesa. Vi si trovano delle chiavi interpretative dell’approccio di Papa Francesco e delle sintesi». Infine, uno sguardo al Festival 2023: «Quest’anno si terrà dal 20 al 22 luglio perché ad agosto è prevista la Giornata della Gioventù e molti di noi saranno lì come Azione Cattolica – anticipa – il tema sarà la pace».