Fermare il declino? Cuoco: «Ecco come» - Le Cronache
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Fermare il declino? Cuoco: «Ecco come»

Fermare il declino? Anche a Salerno Giannino convince e costruisce. Non solo in città ma anche in provincia, il nuovo movimento prende consensi, adesioni ed idee. Comitati già costituiti in alcune realtà provinciali ed occhi aperti ora all’appuntamento delle primarie del Pd (25 novembre). «Ci auguriamo che vinca Renzi», spiega Antonluca Cuoco, tra i promotori del movimento a Salerno.  «Sono un terrone 3.0 – si definisce Cuoco – tornato già due volte in Italia per restarci, dopo essere cresciuto fra Etiopia, Svizzera e Gran Bretagna». Ora è impegnato nell’impresa più ardua: fermare il declino.  
«Penso che il declino del nostro paese s’arresterà solo quando merito e legalità cominceranno ad essere premiati, diffondendo la cultura della concorrenza. Al di là di ogni inutile, quando non dannosa, ideologia», dice.
Ma come nasce l’iniziativa?
«Dalla convinzione che esista una ricetta di politica economica diversa e alternativa da quella perseguita invano negli ultimi trent’anni, la quale ha condotto ad alzare il debito, insieme a spesa pubblica e ad imposte, senza dare nulla in cambio ai cittadini. Il debito va abbattuto cedendo patrimonio pubblico, in modo credibile agli occhi dei mercati e sistematico nel tempo. La crisi finanziaria che stiamo vivendo è solo un’aggravante alla crisi economica e sociale che vediamo in Italia, al suo declino lento ed inesorabile da almeno 20 anni a questa parte. Abbiamo la consapevolezza che solo mettendo merito e concorrenza, lavoro e professionalità al centro dell’agenda nazionale, risolvendo i conflitti d’interesse con una legge  organica, restituendo a scuola e università il ruolo di ascensore sociale che hanno perso, sostenendo il reddito di chi ha perso il lavoro, facilitando la creazione di nuove imprese, sia possibile con anni d’impegno riscaldare le posizioni che l’Italia ha perso».
La proposta política?
«La classe politica emersa dalla crisi 92-94 ha, con scarse eccezioni individuali, fallito il proprio compito. Siamo di fronte agli stessi, identici problemi di allora, solo tutti peggiorati: scarsa crescita è diventata crescita nulla, debito alto è diventato ancor più alto, alte tasse e spesa son cresciute ancor più, corruzione ed immoralita’ della vita pubblica sono aumentate, giustizia è ancor più inefficiente e meno giusta di allora, eccetera.Per questo è maturata l’idea di lanciare un appello e verificare quante migliaia di italiani condividano questi giudizi ed i dieci punti programmatici presentati su www.fermareildeclino.it
Occorre un’aggregazione politica completamente diversa che sia espressione di forze sociali produttive e pragmatiche e che esca dalla riproposizione dello schema tribale destra-sinistra che ha caratterizzato l’infausta storia della Seconda Repubblica».
Fermare il Declino a Salerno: come vi siete organizzati?
«I coordinatori campani di “Fermare il declino” sono 5: Carlo Barbagallo, Marco Esposito, Riccardo Paterò e poi ci siamo io ed Andrea Prete di Salerno. Tutti portano esperienze diverse, storie personali e punti di vista differenti: ciò è ricchezza per i nostri incontri molto frequenti anche a Salerno. La cadenza degli incontri di amici e simpatizzanti è settimanale ma usiamo molto anche gli strumenti web come il gruppo  Facebook “Fermare il declino Campania” per presentare iniziative ed approfondire le proposte del movimento, oltre che riportare sintesi e video di ogni incontro. Partiti con il primo grande appuntamento del 6 Ottobre a Salerno, quando Oscar Giannino – uno dei fondatori del movimento – presentò ad una sala Genovesi della Camera di Commercio piena, le proposte di “Fermare il declino”, noi coordinatori stiamo dando seguito con altri incontri per raccogliere adesioni e presentare sul territorio il movimento ed i suoi obiettivi. Abbiamo ora in programma gazebi nelle piazze ed incontri per animare ogni tavola rotonda di associazioni civili che si vuol confrontare con le nostre idee: stiamo ricevendo inviti da associazioni di giovani e di categorie professionali, circoli del terzo settore e tante persone comuni che nutrono simpatia e curiosità per un nuovo movimento.
Al centro dei nostri sforzi c’è la volontà di spiegare il mondo in cui viviamo, superando il populismo pericoloso».
Ci sono dei comitati già costituiti in provincia?
«La provincia di Salerno è vasta ed ecco che stanno nascendo comitati nel cilento e nell’area picentina, nell’agro ed in costiera: gli incontri con le persone sono fondamentali perché ci consentono di spiegare come impattano le nostre proposte nella vita delle persone di tutti i giorni. Liberalizzare l’Italia vuol dire offrire al consumatore-cittadino la possibilità di scelta sulla base di più offerte; significa consentire al giovane di poter entrare nel mondo del lavoro subito e non dopo una corsa ad ostacoli fino ai 30 anni ed oltre. Siamo partiti con la costituzione di comitati che consentano la presenza in tutte le province d’Italia: tanti aderenti al manifesto sono validi volontari disposti a farsi portatori di idee e proposte liberali, precise e nuove. l’Italia è un paese iniquo che non premia il merito ma il parassitismo, l’appartenenza politica e familiare. E’ un paese che non ha mobilità sociale e che costringe molte persone di valore ad andare all’estero. Con questi obiettivi i volontari incontrano persone nei paesi e nelle città, nei circolo delle associazioni presentando un movimento che è nato a luglio 2012 ed ha intenzione di restare e diventare grande. L’aiuto di tutti i simpatizzanti è a titolo gratuito ed a carattere volontario».
Alle primarie del Pd con…
«Il manifesto, il programma, l’associazione e quel che ne scaturirà dopo avranno una sola regola: nessuna convergenza se non sull’esplicita e ferma condivisione del programma. Gli italiani ne hanno le tasche piene di chi incolpa a destra e sinistra i propri alleati per non fare ciò che si è per vent’anni promesso di fare. Parliamo a tutti, sia a destra che a sinistra. Ma sui contenuti concreti e sulla moralità personale non transigiamo. Ciò detto noi non siamo nel Pd e non giochiamo la partita in quel partito; è un fatto però che in quella competizione la sola novità che emerge si chiama Matteo Renzi e noi vediamo con piacere la competizione perché premia nuovi entranti capaci e con idee. Noi ci auguriamo che vinca Renzi perché potremo così misurarci sulle nostre idee pro merito, competizione e mercato».
Salerno, pregi e difetti di una città e di una politica economica
«Ci sono due modi per guadagnarsi da vivere al Sud: produrre beni e servizi utili, o costringere gli altri a pagare. In troppi cercano di vivere del prodotto altrui e nessuno produce: questa è la prima ragione del declino. Le imprese sul mercato lottano per avere consumatori, offrendo merci migliori o prezzi più bassi, e i loro profitti derivano dalla loro capacità di produrre valore. La concorrenza è però impegnativa: in ogni momento si possono perdere quote di mercato a vantaggio dei concorrenti, e quindi del consumatore. Quindi a nessun produttore – imprese e lavoratori – piace il mercato, e dunque chiedono agli enti pubblici di limitare la concorrenza: si creano albi per ridurre il numero di professionisti, dazi per evitare la concorrenza estera, oligopoli legali per controllare un intero mercato, etc.Tutte queste politiche distruggono ricchezza, e riducono la crescita economica. Liberalizzare significa che deve essere la capacità di creare ricchezza, e non la connivenza con la politica, a determinare il successo di ognuno. Significa che un comunità al traguardo arriva prima quando ognuno dà il meglio di sé nella corsa, e non quando ognuno cerca di far inciampare gli altri per arrivare primo».