di Erika Noschese A margine dell’inaugurazione della “Casa democratica” di Sandro Ruotolo a Salerno, l’ex parlamentare e presidente dell’associazione “Cittadino Sudd”, Federico Conte, ha tenuto un intervento che suona come l’inizio della sua campagna elettorale per le prossime elezioni Regionali in Campania. Le sue parole, dense di richiami politici e programmatici, hanno delineato una visione chiara per il futuro della regione, sottolineando la necessità di un’ampia discussione sui temi centrali. Conte ha esordito ringraziando Sandro Ruotolo, definendo l’iniziativa della “Casa democratica” un “gesto allo stesso tempo simbolico e concreto”. Ha evidenziato come Ruotolo abbia messo a disposizione la sua esperienza e la sua organizzazione di europarlamentare per offrire “un punto di incontro di discussione”. La scelta del nome “Casa”, ha aggiunto Conte, è particolarmente significativa: “La politica avverte da tempo l’esigenza di un luogo di riunione. Morgenstern, un poeta tedesco, dice ‘La casa non è dove vivi, ma dove ti capiscono’, cioè di condivisione, di comune sentire”. L’ex parlamentare ha poi collegato l’evento all’imminente appuntamento elettorale, rimarcando come l’iniziativa di Ruotolo, pur provenendo da un europarlamentare impegnato su scenari internazionali come la guerra in Ucraina, in Iran e l’invasione di Gaza, consenta di non trascurare le dinamiche regionali. “A novembre prossimo noi decideremo il governo della Regione Campania per i prossimi 5 anni, forse per i prossimi 10 anni”, ha ammonito Conte, esprimendo preoccupazione per un “certo ritardo nella discussione su quale sarà il governo della Campania, e per fare ci sarà questo governo: cioè, sui programmi, sui temi centrali”. Questo ritardo, a suo dire, è “una responsabilità anche nazionale che noi dobbiamo provare a superare rapidamente”. L’occasione offerta dalla “Casa democratica” rappresenta, secondo Conte, un’opportunità preziosa “per iniziare a parlare della prospettiva, a parlare di che Campania vogliamo”. Nel suo discorso, Conte ha posto l’accento sulla necessità di discutere della “Campania che non c’è più che di quella che c’è”. Ha delineato una visione di una Campania integrata, intendendo con ciò una regione in cui le cinque province, attualmente molto diverse e poco connesse, siano unite “né dal punto di vista logistico, né dal punto di vista sociale, né dal punto di vista economico”. L’integrazione, per Conte, si estende anche al sociale. Ha auspicato una regione che “ripensa il suo servizio sanitario, la sanità ospedaliera, ma anche quella territoriale”. Ha sottolineato l’importanza di ascoltare la percezione dei cittadini, che “non siano soddisfatti di questo servizio”, e ha insistito: “Bisogna partire da quello che c’è per organizzare e promuovere quello che non c’è”. Ha richiamato l’attenzione sull’inclusione dei ceti più disagiati, domandandosi se il disagio sociale sia realmente scomparso con la fine del Reddito di Cittadinanza o se sia venuta meno solo la misura di sostegno. La visione di Conte per la Campania si proietta anche verso il futuro economico e geopolitico. Ha parlato di una “Campania delle infrastrutture, la Campania della portualità, la Campania che può guardare al Mediterraneo con un’aspirazione di leadership”. Ha prospettato per Napoli, come capoluogo, la possibilità di guardare all’Europa “con una volontà di protagonismo, con un’aspirazione di protagonismo ora che gli equilibri geopolitici sono cambiati”. A sostegno di questa visione, Conte ha citato i dati odierni che vedono il porto di Gioia Tauro crescere del 15% per materie prime e stoccaggio di energie, definendola “la risposta al raddoppio del canale di Suez” e una “risposta italiana inconsapevole perché avviene senza che la politica se ne sia occupata”. Da qui la provocazione: “Può la politica iniziare a programmare questo anche per il porto di Taranto e per il porto di Napoli?”. Infine, Conte ha lanciato un’idea ambiziosa: “Possiamo immaginare che le sei regioni che compongono il collegio sud delle Europee diventino una cosa unica, una federazione di regioni per le funzioni principali? Un Mezzogiorno federato, non alternativo allo Stato centrale come l’autonomia differenziata di Salvini, ma complementare”. Tutti questi, ha concluso Conte, sono “temi che da Salerno si può iniziare a discutere, per accompagnare la campagna elettorale: non solo per parlare di liste e candidati, cioè di chi, ma anche di cosa”. Il suo intervento ha lasciato intendere la sua forte intenzione di essere protagonista nella prossima corsa alla presidenza della Regione Campania, ponendo l’accento sul dibattito programmatico piuttosto che sulle mere logiche di schieramento.





