Europee, governatori, giudici. Le 3 percezioni oggi più forti - Le Cronache Ultimora
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Europee, governatori, giudici. Le 3 percezioni oggi più forti

Europee, governatori, giudici.  Le 3 percezioni oggi più forti

di Aldo Primicerio

 

La percezione è la fase più eccitante della nostra conoscenza. E’ il secondo stadio, dopo le sensazioni. Che il nostro cervello elabora per attribuirvi un significato e per costruirvi un pensiero, che possiamo chiamare coscienza. Il tutto, pensate, in frazioni di secondi. E’ uno dei processi più straordinari donati all’organismo umano – ed in misura diversa anche a molte creature animali – dalla natura e, lo crediamo in molti, da un’Entità superiore. Le percezioni si affollano, ci seguono, ci accompagnano in ogni momento della giornata. Anche di notte, nella fase Rem del nostro sonno. E sono diverse per ognuno di noi. Ecco perché la realtà è soggettiva. Non esiste una sola realtà, ma tante quanti siamo noi. Eppure con qualche eccezione. Perché ci sono realtà convergenti che ci accomunano nei nostri pensieri.

 

L’Europa, le elezioni, le paure. In un sondaggio, le risposte degli italiani

Una delle più forti che stiamo vivendo in questi giorni è la scadenza elettorale delle europee. Per oltre la metà di noi quelle di quest’anno sono più importanti del solito. E’ la percezione più diffusa secondo le risposte di un campione di italiani intervistati in un sondaggio, soprattutto in Germania e Italia. Con tre priorità in ordine di importanza: la difesa comune dell’Ue (da noi però la meno avvertita), la gestione comune dell’immigrazione (che la presidente Meloni ha voluto smentire facendo accordi con l’Albania), ed una politica estera comune. Più distanti la transizione energetica, la burocrazia, ed ultime le politiche agricole, proprio quelle che i nostri amici contadini si sono illusi di farle irrompere in primo piano con i trattori. Poi le paure. La più forte è l’inflazione, poi a distanza l’escalation di una guerra, una nuova crisi economica ed il cambiamento climatico. Infine il giudizio sulla Commissione Europea uscente e quindi sulla von der Leyen. Fiducia e sfiducia sono appaiate a metà per noi ed in genere per i cittadini europei, con una fiducia marcata dei socialdemocratici, popolari e verdi. Ma con la bocciatura delle destre, che tirano per industria produzione e profitti, ma storcono la bocca su ambiente, natura e salute dei cittadini. Tornando al rischio di una guerra allargata, la maggioranza degli europei, specie Nord e ad Est, è per un aumento degli investimenti sulla difesa. Dove invece noi siamo ultimi. Va detto – sempre stando alle risposte degli intervistati – che la maggioranza dei cittadini Ue è per le sanzioni economiche alla Russia, mentre la minoranza è per l’invio di armi o truppe all’Ucraina.

 

La “ladronomia differenziata” delle Regioni sui 200 miliardi all’anno. E l’utopia di una Intelligenza Artificiale al posto di un Governatore

Una seconda percezione forte è sulla corruzione e sulle Regioni. La “ladronomia differenziata”, la definisce, Peter Gomez su FQMillenniumM la rivista mensile de Il Fatto Quotidiano, parafrasando la fissa maniacale di Calderoli e Salvini. Fa contare almeno 45 governatori finiti sotto inchiesta negli ultimi 3 decenni. In Sicilia, per esempio, degli ultimi cinque presidenti, quattro sono incappati in guai giudiziari. Ma non ci sono solo i “governatori”: Da Nord a Sud sono numerose le indagini che hanno coinvolto assessori, consiglieri, dirigenti, funzionari. Si va dalle vicende più note, come quelle che hanno portato a condanne definitive per Roberto Formigoni in Lombardia (corruzione) e Totò Cuffaro in Sicilia (favoreggiamento a Cosa nostra), fino agli ormai dimenticati scandali delle “spese pazze”. Per esempio, l’ex presidente del Piemonte Roberto Cota, condannato in via definitiva per la vicenda famosa delle “mutande verdi” acquistate coi fondi del gruppo della Lega in Regione. E, tanto per non smentirsi, Forza Italia l’ha candidato alle europee. Complimenti. In una graduatoria del 2019 sugli indicatori di corruzione a livello regionale, Calabria ed Emilia-Romagna risultano quasi appaiate. Neppure il più forte senso civico e la morale più integra riescono a bilanciare le tentazioni e l’attrazione irresistibile esercitate dai 200 miliardi di euro che le Regioni italiane spendono ogni anno. E qui un’idea. Sarà pure un’utopia, un gioco della testa, ma è forte il pensiero che la tanto temuta Intelligenza Artificiale, un’entità terza neutra, sia la più appropriata a governare una Regione invece del più integerrimo degli umani, che poi finisce con lo sbavarsi e smarrirsi davanti a questo oceano di soldi ed alla marea di corruttori.

 

I giudici. Ed i 3 falsi clamorosi del governo, che non sposteranno di una virgola i tempi dei processi e l’incompiutezza della giustizia

Infine i giudici, terza (ma non ultima) percezione forte di questi tempi. Le toghe, specie in questi giorni elettorali, sono sempre al centro di discussione e di scontro. Tra le parti politiche, ma anche tra la politica e la magistratura. Ne parliamo e scriviamo spesso, sempre sforzandoci di restare obiettivi e badando ai fatti. E riflettendoci su, ogni giorno, si fa sempre più forte una percezione che sta diventando pensiero e coscienza: e cioè che le cosiddette riforme costituzionali preparate dal governo Meloni (sempre a forte rischio di incostituzionalità) non cambieranno di una virgola la funzonalità dei processi. I politici, i cittadini recitano ogni giorno il rosario della lentezza processuale e della frequente incompiutezza della giustizia. Ma le famose riforme, che Nordio ha ereditato da Berlusconi, non abbrevieranno i tempi dei processi di un solo giorno o di una virgola, né restituiranno efficienza al processo civile e penale. Tutto resterà “fuffa elettorale”. Come la ridicola candidatura europea di Giorgia, dove la presidente rinuncerà un minuto dopo essere stata eletta. In qualche riga spieghiamo la incongruenza e le falsità dei tre punti principali delle presunta riforma della giustizia. 1. Il giusto processo si svolge tra due parti, dove il giudice non può appartenere alla stessa carriera del pm che è una delle parti, perché l’arbitro, si dice, non può appartenere ad una delle squadre in campo. Falso. Il giudice è invece terzo. La  terzietà è data dalla distinzione di funzioni, dalla autorevolezza, dal percorso professionale, dalla deontologia, non dalla separazione delle carriere burocratiche. 2. I due Csm previsti dalla riforma. Falso. Nella raccomandazione n. 19/2000 del Consiglio d’Europa si invitano i Paesi membri a consentire ad una stessa persona di svolgere successivamente le funzioni di pubblico ministero e quelle di giudice o viceversa. 3. La necessità di eleggere i membri del Csm non più dietro votazione ma dietro sorteggio, dopo lo scandalo Palamara. Falso. Lo scandalo Palamara, quello delle nomine clamorosamente pattuite con i deputati del Pd Luca Lotti e Cosimo Ferri, appartiene solo a Palamara. Ed è stato finora un caso unico e singolare. Ed il Csm lo ha cacciato dalla magistratura, regalandolo alla politica che lo ha ha candidato alle europee. Ed anche qui i miei complimenti. Va a fare compagnia ad Ilaria Salis ed a tutti gli inquisiti, gli attesa di giudizio ed i condannati in via definitiva che affolleranno Strasburgo e Bruxelles. Domanda finale. Forse che dopo gli innumerevoli scandali della politica c’è stato qualcuno che si è alzato dicendo che deputati, governatori, sindaci dovevano essere eletti per sorteggio? Quando un Consiglio Comunale si scioglie per mafia cosa si fa, forse un sorteggio? O non è vero che si ricorre a nuove elezioni ed al popolo? La verità vera è che la politica, e molto più questa destra, tende a rafforzare l’esercizio del potere, ed a ridurre quello di persone che possono metterlo in discussione. Questo Paese sta diventando sempre più teatro di porcherie insopportabili. Cosa succederà? Gli italiani perderanno la pazienza? O continueranno a disertare le urne, perché tanto la sceneggiata è sempre la stessa? E’ facile che molti di noi non vivranno abbastanza per vederne le conclusioni.