di Pina Ferro
Spaccio di sostanze stupefacenti ed estorsioni: decapitato un pericoloso sodalizio criminale armato con base ad Eboli. Al vertice del clan vi era il nipote del boss ed ex collaboratore di giustizia Giovanni Maiale. Il fatturato mensile dell’impresa criminale messa in piedi si aggirava intorno ai 50.000 euro. Giovanni Maiale junior 47 anni, alias ‘a minaccia acquistava la droga a Napoli dove a fargli da gancio vi era una donna.
Sei le ordinanze di custodia (1 in carcere, 4 ai domiciliari e un obbligo di dimora nel comune di residenza) eseguite, all’alba di ieri, nelle province di Salerno e Napoli, dai carabinieri del Comando Provinciale di Salerno, supportati da quelli dei reparti territorialmente competenti e del Nucleo Cinofili di Sarno. I provvedimenti sono stati effettuati in esecuzione delle ordinanze emessa dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Salerno, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia.
Custodia cautelare in carcere per Giovanni Maiale, alias ‘a minaccia.
Arresti domiciliari per: Valentina Di Cunzolo, 23 anni; Michael Gerardi 21 anni; Antonella Marotta, 28 anni; Claudia Rizzo, 43 anni. Sottoposto all’obbligo di dimora il 52enne Mario Del Vecchio.
I sei destinatari dei provvedimenti sono gravemente indiziati, a vario titolo, di “detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti, estorsione, concorso in lesioni personali aggravate dal metodo mafioso e detenzione e porto abusivo di arma”.
Le ordinanze eseguite all’alba di ieri, sono giunte a conclusione di una vasta ed articolata attività d’indagine avviata dal Nucleo investigativo dei carabinieri di Salerno nel maggio 2018 e coordinate dalla Direzione distrettuale antimafia presso la Procura di Salerno. L’attività investigativa ha preso il via dagli sviluppi delle indagini svolte a seguito delle denunce sporte dai titolari del supermercato “Al Caporale” di Eboli, in relazione ad un tentativo di estorsione commesso nel 2018, che vide come principale autore Giovanni Maiale detto ‘a minaccia. Il nipote del boss, successivamente, fu ammanettato in esecuzione di ordinanza di custodia cautelare, unitamente a Adoldo Prinzi e Massimo Ammutinato. I tre, a cui fu contestata l’aggravante del “metodo mafioso”, avevano asserito l’appartenenza al sempre temuto clan Maiale per convalidare il proprio potere di intimidazione. Giovanni Maiale alias ‘a minaccia, negli corso degli anni, si è reso protagonista di diversi, gravi episodi delittuosi commessi nel territorio ebolitano (come quello, particolarmente eclatante, che compì nell’agosto 2015 quando, in pieno giorno ed in un quartiere ad alta densità di abitanti, fece esplodere un ordigno rudimentale per ritorsione nei riguardi dell’ex compagna), grazie ai quali è riuscito a qualificare il suo profilo criminale e ad incutere – ancora oggi – forte soggezione nella popolazione locale. L’indagine ha permesso di ricostruire l’esistenza di un articolato gruppo armato, con ruoli e competenze ben definite, dedito alla commissione dei suddetti delitti, con ingente disponibilità di stupefacente del tipo cocaina, hashish e crack, promosso e diretto dal Giovanni ‘a minaccia, con la collaborazione del figlio Michael Gerardi, dalla compagna Antonella Marotta, dalla nipote Valentina Di Cunzolo e da Mario Del Vecchio, i quali vantavano un canale di rifornimento privilegiato delle sostanze illecite nel quartiere Barra di Napoli. A fare da tramite nel quartiere partenopeo era Claudia Rizzo.
Agli indagati sono state anche contestate anche condotte estorsive, declinate con minacce personali rafforzate dalla figura violenta di Maiale, finalizzate a costringere alcuni “clienti” del gruppo criminale al pagamento immediato di somme di denaro come corrispettivo di pregresse forniture di stupefacenti non saldate.
Tra le contestazioni mosse a Giovanni ‘a minaccia (ed alla complice Valentina Di Cunzolo ) figura l’episodio consumatosi il 18 maggio 2018 all’interno di un bar nel centro di Eboli. Quel giorno si verificò una violenta aggressione, durante la quale fu utilizzato anche uno sfollagente, ai danni di alcuni appartenenti alla comunità Rom di Eboli rei di avermesso pubblicamente in discussione lo “spessore” e la “credibilità” criminale di Giovanni ‘a minaccia. I componenti della spedizione punitiva dovranno rispondere anche dell’aggravante di cui all’articolo 416 bis 1 del codice penale, ovvero: circostanze aggravanti e attenuanti per reati connessi ad attività mafiose. L’attività investigativa rappresenta il tassello terminale di una più vasta azione di contrasto nei riguardi del “clan Maiale” di Eboli, che recentemente aveva fatto registrare il tentativo di una sua riorganizzazione criminale sul territorio della piana del Sele, grazie al ritorno del suo capo storico, Giovanni Maiale, alias “Giovanniello”, avvenuto alla fine dell’anno 2017, dopo aver scontato la pena inflitta ed essere stato per anni collaboratore di giustizia.
“Giovanniello”, da subito sottoposto a controllo da parte delle Autorità giudiziaria e di polizia, è stato tratto in arresto il 14 febbraio 2019, in esecuzione dell’ordinanza di applicazione di misura cautelare in carcere emessa dal Tribunale Salernitano su richiesta della locale Dda, unitamente ad altri due soggetti, accusati – a vario titolo – di turbativa d’asta ed estorsione aggravate dal metodo mafioso, nonché detenzione illegale di armi da fuoco e relativo munizionamento, ricettazione, falso in bilancio e corruzione aggravata.
Nel corso dell’attività d’indagine sono stati segnalati numerosi assuntori di stupefacente.