Questa sera, alle ore 21, sul palcoscenico del Centro Sociale di Salerno, riflettori sulla Piccola Compagnia Dammacco, ospite della stagione Mutaverso
Di Olga Chieffi
Spettacolo vincitore Last seen 2016 (miglior spettacolo dell’anno su KLP) e spettacolo finalista al Premio Rete Critica 2016, “Esilio” della modenese Piccola Compagnia Dammacco, con Serena Balivo e Mariano Dammacco, anche ideatore e regista, arriva questa sera, alle ore 21, al centro sociale “Raffaele Cantarella” di Salerno, ospite dell’interessante cartellone di Erre Teatro, Mutaverso, allestito da Vincenzo Albano, giunto alla sua seconda stagione. La Piccola Compagnia Dammacco è nata nel 2009 dall’incontro tra Mariano Dammacco, attore, autore, regista e pedagogo teatrale di esperienza ventennale e alcuni giovani artisti che hanno aderito alla sua poetica per poi sviluppare una ricerca artistica comune realizzata in particolare da Dammacco insieme all’attrice Serena Balivo. Ai due si è poi aggiunta la disegnatrice Stella Monesi. La compagnia porta avanti il proprio percorso con l’intenzione di perseguire un’idea di teatro etico, un teatro che sia d’arte e d’autore e al tempo stesso sia popolare, ovvero accessibile a tutti per contenuti e linguaggi e svolge la sua attività a partire da una ricerca centrata sul lavoro dell’attore e sulla composizione di drammaturgie originali. All’interno del lavoro della compagnia si distinguono due percorsi: l’ideazione e preparazione di spettacoli teatrale e l’ideazione e conduzione di percorsi laboratoriali appartenenti alla sfera del Teatro Sociale e di Comunità. Esilio è il secondo passo della “Trilogia della Fine del Mondo” ideata nel 2010 da Mariano Dammacco e in corso di realizzazione ad opera della Piccola Compagnia Dammacco. Il primo passo è stato lo spettacolo L’ultima notte di Antonio prodotto da Piccola Compagnia Dammacco e Asti Teatro nel 2012, con la collaborazione di Campsirago Residenza e di L’arboreto Teatro Dimora di Mondaino. Il terzo passo della Trilogia è in programma per il 2018 con la realizzazione di uno spettacolo intitolato La buona educazione. Esilio racconta la storia di un uomo come tanti al giorno d’oggi, un uomo che ha perso il suo lavoro. Interpretato da Serena Balivo en travesti (seconda classificata al Premio Ubu 2016 nella categoria “Nuovo attore o attrice under 35”), quest’uomo, insieme al suo lavoro, perde gradualmente il proprio ruolo nella società fino a smarrire la propria identità, a sentirsi abbandonato e solo seppure all’interno della sua città, fino a sentirsi finalmente costretto a chiedersi come e perché è finito in tale situazione. Gli spettatori possono partecipare al goffo e grottesco tentativo di quest’uomo di venire a capo della situazione dialogando con se stesso, con la sua coscienza forse, con la sua anima o magari con le sue ossessioni. Lo spettacolo, con drammaturgia originale e centrato sul lavoro d’attore, cerca di offrire a ogni spettatore una riflessione sul nostro presente e di creare una sorta di memoria dell’oggi. I linguaggi scelti sono quelli del surrealismo e dell’umorismo perché lo spettacolo possa offrire a ogni spettatore visioni della vita di tutti noi in una forma trasfigurata che ne evidenzi le contraddizioni e suggerisca qualche interrogativo su questo nostro modo di vivere.