di Erika Noschese
Una lista del Partito comunista italiano presentata nella circoscrizione Campania 2 per l’elezione della Camera dei Deputati è stata esclusa dall’Ufficio centrale circoscrizionale. Si tratta della lista dei candidati al collegio plurinominale Campania 2-02, corrispondente alle province di Avellino e Salerno. Secondo il Pci “le motivazioni alla base di questa esclusione sono prive di ogni fondamento giuridico. Hanno prima addotto che l’avvocato che ha autenticato le firme dei sottoscrittori della nostra lista poteva farlo solo per le elezioni amministrative, poi – si legge in una nota del Pci – hanno aggiunto che non era presente sul sito dell’ordine degli avvocati l’elenco degli autenticatori e che, quindi, l’avvocato non poteva essere considerato un autenticatore. Ovviamente il professionista che ha autenticato le nostre firme è nell’elenco”. Il Partito Comunista non si è dato per vinto e ha già presentato ricorso per la riammissione: “E’ inutile aggiungere che adesso attendiamo con tranquillità il parere della Cassazione sul ricorso che abbiamo prontamente presentato. Di una storia non è importante la storia in sé ma la morale. Qual è la morale di questa storia?”. Secondo il Pci “non si può vanificare lo sforzo di un gruppo di cittadini che, in piena estate e con grande entusiasmo, si è prodigato per il rispetto delle leggi democratiche che regolano le elezioni politiche, raccogliendo oltre 800 firme. Il pressapochismo, la superficialità con cui siamo stati liquidati, senza neanche verificare le nostre ragioni e senza neanche verificare la veridicità delle loro affermazioni, lasciano adito a diverse interpretazioni. Siamo stati noi a informarli della presenza dell’elenco che, a loro dire, mancava. Questa è una battaglia di sostanza e non di principio. L’esclusione di un partito da una competizione elettorale, per le motivazioni che hanno addotto, è un atto antidemocratico. Questo vale per il PP come per qualsiasi altra forza politica. Sarà una campagna elettorale infuocata e si giocherà, vista la posta in palio, senza alcun riguardo per l’avversario. Partire col piede sbagliato, decidendo arbitrariamente chi può partecipare e chi no, non è un buon inizio. Il Pci non ci sta e contrasterà ogni illegittimità, come ha sempre fatto, per il rispetto della democrazia e delle sue regole”.