Enzo Luciano a Misiani: Perchè no a De Luca - Le Cronache Ultimora

di Erika Noschese

“E vissero tutti felici e contenti”. Sì, nelle favole è proprio così che terminano le migliori storie, un’apparente felicità frutto del tentativo di attirare consenso e riflettori. Forse, è la sintesi perfetta anche per il segretario provinciale del Pd Enzo Luciano e il commissario regionale Misiani che, ieri, si sono ritrovati faccia a faccia nel regno di Vincenzo De Luca. Una stretta di mano, sorrisi, il tentativo di far comprendere (o forse di autoconvincersi) che tutto va bene eppure è noto: Misiani proprio non gradisce questo partito salernitano filo deluchiano e i deluchiani, chiaramente, non gradiscono questa presenza ingombrante di Elly Schlein che oggi chiude a De Luca, interrompendo i sogni di gloria di una squadra dirigente che presto o tardi sarà chiamata a decidere da che parte stare. Intanto, ieri la sala era gremita, i militanti c’erano, i sindaci anche ma non tutti. Tra i presenti il sindaco di Cuccaro Vetere Simone Valiante, storicamente contrario a De Luca, il collega di Pellezzano Francesco Morra ma anche l’ex primo cittadino di Baronissi Gianfranco Valiante. Per Luciano, quella di ieri, è stata l’occasione per ribadire il legame, politico e umano, con Misiani, ma anche per avviare una giusta e seria riflessione sul terzo mandato per il governatore uscente Vincenzo De Luca. «È giusto continuare a riflettere sulla Campania e sulle scelte preconcette che qualcuno ha ritenuto di assumere o pensa di aver già assunto. Credo che il tempo che va da questo Santo Natale fino alle prossime elezioni regionali, e al periodo immediatamente precedente la formazione delle liste, debba consentire a tutti noi una riflessione seria. Bisogna capire chi può fare realmente il bene della nostra regione e chi può operare al meglio, magari proseguendo un progetto già avviato. È giusto non escludere nulla – ha dichiarato il segretario provinciale Luciano – La legge regionale sul terzo mandato è stata spesso banalizzata, ma si tratta semplicemente del recepimento di una norma nazionale che andava integrata nella legge elettorale della Campania. Non è nulla di eccezionale. Non è ancora stato scelto il candidato, ma esiste una figura forte e competente che potrebbe candidarsi: il presidente Vincenzo De Luca, attuale governatore della regione, che ha alle spalle risultati importanti. Tuttavia, come dicevo, è giusto che siano gli organismi competenti a valutare chi può garantire al Partito Democratico una nuova vittoria in Regione Campania. Credo che questo sia l’obiettivo primario per il bene della nostra comunità politica». Per Luciano, infatti, «è essenziale procedere senza pregiudizi, personalismi o preconcetti. Dobbiamo lavorare per il bene del nostro partito. Pertanto, ben venga la riflessione a cui Federico (Conte, ndr) invita, per il futuro della Campania. È importante che tutte le persone che hanno a cuore il Partito Democratico contribuiscano a questo dibattito». Al momento, la posizione del nazionale è chiara e per il gruppo provinciale, come detto, è necessario capire da che parte stare: «Credo che in un partito federale sia giusto che queste discussioni si sviluppino sui territori. Oggi (ieri per chi legge, ndr) si è svolta l’assemblea provinciale. Alcuni giornalisti (il riferimento è all’articolo pubblicato sul nostro quotidiano venerdì mattina, ndr) avevano ipotizzato che non si sarebbe raggiunto il numero legale, ma in realtà hanno partecipato sindaci che rappresentano una popolazione superiore rispetto agli anni scorsi – ha voluto sottolineare l’esponente dem – Il bilancio è stato votato all’unanimità, con il supporto anche di alcuni sindaci di centrodestra. Questo dimostra che sul nostro territorio esiste un gruppo dirigente composto da amministratori, militanti e dirigenti politici, affezionati al partito e impegnati a ottenere risultati concreti per i loro territori e per il Partito Democratico». E sulle tensioni con il commissario regionale dice: «In realtà, non c’è nulla da stemperare, e lo dico sinceramente. Esiste un ottimo rapporto umano e politico. Antonio non mi ha mai imposto decisioni, e nemmeno io ho mai fatto imposizioni nei suoi confronti. Ha riconosciuto l’ottimo lavoro svolto nei due mandati consecutivi. Dovremmo quindi capire perché interrompere questo buon lavoro. Forse ce lo spiegheranno, e magari ci convinceranno».

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