di Erika Noschese
Entra in un negozio con la maglietta e la mascherina della Salernitana e viene accerchiato da una ventina di bulletti che lo costringono a spogliarsi. È quanto accaduto ieri pomeriggio a Cava de’ Tirreni quando padre e figlio dodicenne si sono ritrovati a fare compere nella città metelliana. A raccontare quanto accaduto è la zia del ragazzino, Antonella: “Anche loro sono di Salerno ma vengono spesso qua. In uno dei negozi in cui sono entrati per fare compere, si sono visti accerchiati da una ventina di ragazzi fuori dal negozio perché volevano picchiare il ragazzino, colpevole solo di avere la mascherina della salernitana ed una maglietta nera con una scritta che riporta sempre alla Salernitana come squadra calcistica. Mazze sui cruscotti delle auto, ragazzi che urlavano a mia nipote di far uscire il bambino”, ha raccontato la donna. Alla fine, la famiglia si è vista costretta a chiamare i carabinieri ma il ragazzo ha dovuto lasciare il negozio togliendo la maglietta e la mascherina. “Ora vorrei rivolgermi a quei ragazzi, che, visto che avevano l’auto, sicuramente saranno grandi: ma non vi vergognate? Un bambino di 12 anni, che quanto schifo fate? – ha scritto la donna sui social raccontando la disavventura – Ma prendetevela con chi è più forte di voi, non con i bambini. Lo avete fatto uscire seminudo per una fede calcistica che non merita tifosi come voi. Mi fate pena. Poveri voi, povera Cava, povera Cavese”. Tanti i cittadini che hanno invocato l’intervento della Cavese per condannare il gesto e scusarsi con la famiglia, ancora provata rispetto a quanto accaduto. “Il fatto gravissimo è che hanno costretto un bambino a spogliarsi, a togliersi maglietta e mascherina…. Erano una ventina…. Ma è da pazzi! Se avessero fatto la mededima cosa a Salerno avrei avuto la stessa reazione, io amo il calcio ma non in questi modi. Sono sicura che i veri tifosi, gli ultras cavesi condanneranno sicuramente questo gesto da vandali “, ha scritto una cittadina. Al momento, non si sa se la famiglia è intenzionata a sporgere querela contro ignoti, anche per provare – attraverso accurate indagini e la testimonianza dei presenti – ad individuare i ragazzi che hanno costretto il 12enne a lasciare i suoi indumenti prima di lasciare il negozio. E sui social scoppia l’indignazione di tanti cittadini che, ovviamente, condannano il gesto. “Non è la prima volta che accadono questi episodi a Cava de’ Tirreni, per fortuna – a tutela della mia famiglia – ho mantenuto la calma e provato a gestire la situazione nel migliore dei modi, avevo necessità di tutelare mio figlio, spaventato dopo quanto accaduto – ha dichiarato Camillo Melchiorre, il papà del ragazzo – Le forze dell’ordine sono intervenute con estremo ritardo, mia moglie ha più volte chiamato il numero di emergenza chiedendo un intervento immediato che, purtroppo non c’è stato”. Grande disponibilità invece da parte dei titolari del negozio che hanno subito attivato la sicurezza a tutela della famiglia. “Non è la prima volta che a Cava succedono episodi simili, siamo tifosi della Salernitana ma abbiamo sempre mostrato grande rispetto alla città, pur vestendo i colori granata perchè oltre il tifo c’è il rispetto per una comunità ma, purtroppo ancora una volta, è venuto a mancare”. Melchiorre auspica ora un intervento da parte della Cavese affinché possa dare un segnale alla sua tifoseria di rispetto anche nei confronti della squadra avversaria e dei suoi supporters. Il ragazzino infatti è ancora scosso rispetto all’accaduto, come ha confermato anche la famiglia attraverso Melchiorre.