Enrico Indelli (Noi di Centro) racconta il suo progetto - Le Cronache Attualità
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Enrico Indelli (Noi di Centro) racconta il suo progetto

Enrico Indelli (Noi di Centro) racconta il suo progetto

In piena campagna elettorale per le  Regionali della Campania 2025, l’On. Enrico Indelli torna sulla scena politica con una candidatura che si distingue per il suo carattere collettivo e riformista. Ex deputato della Repubblica, amministratore locale e figura di lunga esperienza istituzionale, Indelli non parla di sé, ma di un percorso condiviso: quello del Laboratorio Giovani per l’Italia, una realtà che da anni lavora per dare spazio, formazione e strumenti alle nuove generazioni.

Un progetto che nasce dal Centro Studi Senatore Dott. Vincenzo Indelli, fondato per onorare la memoria del padre, senatore e medico, e per continuare quella tradizione di politica vissuta come servizio, radicata nei valori di un centro democratico e cattolico.

“Da quell’esperienza – spiega Indelli – abbiamo ereditato la passione per la politica come impegno civile e morale. È con questo spirito che ho accettato la candidatura a capolista offertami da Clemente Mastella e da Paolo Del Mese, perché credo che oggi la Campania abbia bisogno di un progetto concreto, capace di unire esperienza, competenza e nuove energie.”

Onorevole, lei ha più volte detto che questa candidatura non è personale. Cosa intende?

La mia candidatura non è la candidatura di un uomo o di un personaggio, ma di un progetto collettivo. Non è il gruppo che gestisce le mie idee, ma io che porto avanti le idee del gruppo. È una differenza sottile ma profonda.

Il Laboratorio Giovani per l’Italia riunisce decine di giovani, studenti, professionisti e imprenditori che da anni lavorano con impegno, studio e passione per costruire una politica nuova, partecipata, libera da vecchie logiche. Io sono soltanto il megafono di questa voce, quella di un movimento nato dal basso. Se la mia esperienza da ex deputato e amministratore può rendere questa voce più autorevole e ascoltata, allora metto volentieri la mia storia al servizio del gruppo, non il contrario.

Lei ha parlato di “Consigliere Regionale Collettivo”. Cosa significa concretamente?

Significa che, se dovessi essere eletto, non sarà una vittoria personale. Sarà l’elezione dell’intero Laboratorio Giovani per l’Italia. Ogni proposta, ogni iniziativa, ogni decisione nascerà dal confronto con il gruppo, in modo partecipato e trasparente.

È un modo nuovo di intendere la rappresentanza: non formale ma reale, non di facciata ma di sostanza. Mi piace pensare a questa esperienza come a una squadra: io sono il giocatore che apre il varco, ma chi va a meta è la squadra, sono i giovani, è il futuro. Dietro ogni mia parola ci sono studi, progetti e visioni che appartengono a chi sarà la futura classe dirigente e produttiva del nostro Paese.

Lei è stato definito uno dei “picconatori” della Prima Repubblica. Cosa resta oggi di quello spirito?

Allora significava rompere gli schemi, sfidare le convenzioni e aprire nuovi spazi di libertà e responsabilità. Oggi quello spirito è più necessario che mai. La politica deve ritrovare il coraggio di cambiare, di riformare, di tornare credibile.

La Campania e l’Italia hanno bisogno di una politica condivisa, costruita dal basso – da quella che un tempo si chiamava “base” e che oggi è la comunità viva dei cittadini – fatta di idee, partecipazione e azioni concrete, non di parole.

Il suo progetto punta molto sui giovani. In che modo concretamente?

Il Laboratorio Giovani per l’Italia nasce proprio per dare ai giovani voce, spazio e strumenti. Non mi candido per la mia generazione, ma per quella che viene.

Credo in una politica che non usi i giovani come slogan, ma che li renda protagonisti veri. Questa campagna vuole essere anche un’occasione di formazione e di partecipazione: un’esperienza che faccia capire a tanti ragazzi che la politica può essere un luogo di costruzione, di speranza, di libertà.

Quali sono i cardini del suo programma per la Campania?

R: Il cuore del programma è la condivisione collegiale delle idee. Il Laboratorio Giovani per l’Italia è il centro propulsore di tutto.

I giovani non devono essere guidati come un gregge, ma accompagnati, responsabilizzati, sostenuti. Si sono allontanati dalla politica perché non vogliono un “pastore”, ma un interlocutore. E noi siamo qui per questo: per ascoltare, per dialogare, per trasformare le loro idee – e sottolineo le loro idee – in politiche concrete per la Campania.

Vogliamo una pubblica amministrazione moderna e trasparente, una scuola e un’università capaci di dialogare con il mondo del lavoro, infrastrutture efficienti, politiche giovanili vere e uno sviluppo sostenibile che valorizzi il territorio e le competenze.

Cosa si aspetta da questa campagna elettorale?

Mi aspetto un confronto vero, onesto e rispettoso. Non sarà una campagna di slogan, ma di idee e di contenuti.

Il nostro progetto non nasce oggi: è il frutto di anni di lavoro, di studio e di presenza nei territori. Vogliamo parlare alle persone, non ai partiti. Credo in una Campania che possa tornare a essere un laboratorio di partecipazione, innovazione e riforme.

Il futuro non si rappresenta: si costruisce. E noi vogliamo costruirlo insieme, lasciando un’eredità sana, civile e morale a chi verrà dopo di noi.