di Andrea Pellegrino «Ti devi fare da parte». Questa in sintesi la richiesta giunta ieri mattina al sindaco di Salerno Vincenzo De Luca dai massimi vertici regionali del Pd giunti direttamente in città per comunicargli la decisione. Dopo la sentenza, la reazione non si è fatta attendere dal partito regionale. Tant’è che alle 8,00 di ieri mattina Assunta Tartaglione era già nella stanza del primo cittadino di Salerno. A lei Vincenzo De Luca ha chiesto una azione forte da parte del Pd nazionale contro la legge Severino. Ma le speranze di Vincenzo De Luca si sono spente quando alle 11, oltre alla Tartaglione sono arrivati Teresa Armato, Antonio Amato (che è presidente della commissione per il regolamento delle primarie) e Mario Casillo, suo riferimento regionale. Insomma tutto il Partito democratico che conta. Una mattinata intensa che si è conclusa con l’ennesima batosta per il sindaco di Salerno. Per lui la strada della candidatura sarebbe al 90 per cento sbarrata. Così Casillo, Armato ed Amato avrebbero chiesto allo stesso primo cittadino un “passo indietro” per chiudere questa spiacevole ed imbarazzante vicenda regionale. Una richiesta che arrivava nel mentre Vincenzo De Luca attraverso internet annunciava la sua corsa a livello regionale e quindi alle primarie del primo febbraio, appellandosi ad Anci e Pd nazionale per una “grande battaglia politica” contro la legge che ora lo vedrà sospeso dalla carica. Ma salvo ulteriori colpi di scena, pare che la sentenza (politica) da via Santa Brigida sia stata emessa e già comunicata all’interessato. Entro domenica mattina la direzione regionale si dovrebbe riunire per valutare gli sviluppi e prendere una definitiva decisione sul caso primarie. Sul tavolo delle trattative ritornano i nomi di Andrea Orlando ed Enzo Amendola, quali possibili candidati unici per superare le primarie. Ma a questo punto si dovrà convincere Andrea Cozzolino ormai intenzionato a giocare fino in fondo questa partita. Naturalmente salvo colpi di scena.
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