di Andrea Pellegrino
«Mentre nel resto d’Italia dall’alveo di un torrente vincolato non è possibile togliere un solo ciottolo, qui lo hanno addirittura deviato». Al centro della nuova battaglia di Italia Nostra e No Crescent c’è il Fusandola. Proprio il torrente che nel ’54 portò morte e distruzione a Salerno e per il qual motivo fu posto, immediatamente dopo l’alluvione, sotto “tutela statale”. A memoria i due comitati hanno portato all’attenzione dei cittadini e anche delle istituzioni il reportage firmato da Ugo Gregoretti che raggiunse i luoghi del disastro in quel maledetto ottobre. Al centro della denuncia (una delle tante che sono state inoltrate alla Procura della Repubblica) e dei «motivi aggiunti» presentati al Consiglio di Stato e che potrebbero far slittare l’udienza del 15 ottobre, c’è il caso Fusandola «non sdemanalizzato e non edificabile ma nonostante tutto deviato». Ma non solo. L’allarme di Italia Nostra e No Crescent non riguarda solo episodi ed iter prettamente amministrativi o giudiziari ma è ben chiaro: «La foce (del Fusandola, ndr) è occlusa, quasi totalmente insabbiata per effetto della modifica delle pendenze naturali e della creazione della nuova foce». Anche dalle fotografie scattate in vari momenti, e in caso di mareggiata, la sabbia riempirebbe completamente l’alveo. Questo perché – dicono dal Comitato No Crescent – «il percorso non è quello naturale, bensì è aumentato verso una zona con diversa pendenza che provoca lo spostamento della sabbia verso l’interno. Ossia verso il torrente, quindi tappandolo». Un caso che sarebbe stato segnalato anche all’Autorità di bacino. «Le associazioni – dicono ancora – hanno denunciato a tutte le autorità, anche inquirenti, tali accadimenti, eppure il testo unico sulle acque è di antica data (1904, Regio Decreto n. 523), esso è rigoroso e non è mai stato modificato per i torrenti iscritti nell’elenco delle acque pubbliche. Per esso infatti non è possibile nemmeno asportare un solo ciottolo dall’alveo. A Salerno invece è possibile non solo deviarne il suo percorso, ma addirittura costruire sul suo alveo naturale. E, ancora, clamorosa è la violazione dei principi in tema di demanio. Il Comune di Salerno (mero gestore dei beni dello Stato) ha concesso a se stesso (Settore Lavori Pubblici) le aree attraversate dal nuovo corso del torrente Fusandola con “una concessione temporanea (avente numero 18/2009) ai sensi dell’articolo 36 del codice della navigazione rilasciata dal Comune per quattro anni”. Una concessione scaduta domenica».