La vicenda di un funzionario di Polizia Municipale, in servizio presso il Comune di Eboli, sta emergendo come un emblematico caso di presunto demansionamento e ostacolo alla progressione professionale nel settore pubblico. La situazione, che ha già innescato una diffida legale, potrebbe sfociare in un contenzioso giudiziario e in un’indagine della Corte dei Conti. La storia del Sottotenente ha inizio a dicembre 2024, quando, con un punteggio elevato, si classifica primo in una procedura di progressione verticale in deroga, assumendo un ruolo di Funzionario di Vigilanza (Area E.Q., ex cat. D) presso il Comune di Eboli. Il nuovo incarico lo vedeva responsabile di un “Servizio Viabilità e Sicurezza Stradale” con mansioni di coordinamento e ufficiale di polizia giudiziaria, e un’indennità economica commisurata alle sue nuove responsabilità. A marzo 2025, il Sottotenente, spinto da nuove prospettive professionali e rassicurazioni su una posizione organizzativa e mansioni di coordinamento, chiede di essere comandato per un anno presso il Comune di Serre. Il Comune di Eboli autorizza un “comando compensativo”, con decorrenza 1° luglio 2025, specificando che il comando era finalizzato allo svolgimento di “funzioni di coordinamento dell’area vigilanza, nonché… di polizia giudiziaria”. Tuttavia, all’arrivo nel Comune di Serre, la realtà si rivela drasticamente diversa dalle promesse. Al Sottotenente vengono assegnate esclusivamente mansioni di viabilità, tipiche di un agente di categoria inferiore (ex cat. C). Questa situazione configura un palese demansionamento, impedendo la valorizzazione delle sue competenze e la sua crescita professionale. Non gli viene riconosciuta alcuna indennità aggiuntiva o responsabilità giuridica, causando un significativo danno economico. Le sue richieste di ferie, inoltre, vengono sistematicamente respinte. La situazione si aggrava con l’intervento di un fattore medico. Un certificato del 2 maggio 2025 diagnostica al Sottotenente la necessità di “EVITARE POSTURA ERETTA PROLUNGATA E MACROCLIMA SFAVOREVOLI (TROPPO CALDO E TROPPO FREDDO)”. Questa prescrizione medica rende le mansioni di viabilità, le uniche assegnategli, oggettivamente incompatibili con il suo stato di salute. L’impatto psicologico è devastante, con l’insorgere di stress, ansia, attacchi di panico e uno stato depressivo, compromettendo seriamente il suo benessere. Di fronte a tale scenario, il Sottotenente ritira formalmente il suo assenso al comando e chiede la revoca immediata, con l’obiettivo di rientrare nel Comune di Eboli. La sua richiesta, protocollata il 17 luglio 2025, evidenzia il demansionamento, il danno economico e morale, il rifiuto delle ferie e l’incompatibilità delle mansioni con le sue condizioni di salute. A oggi, il Comune di Eboli non ha fornito alcuna risposta ufficiale. Questo silenzio-inadempimento, che aggrava ulteriormente la posizione del Sottotenente, sembra essere legato a un errore di un funzionario del Comune di Eboli, il quale avrebbe “inventato” l’istituto inesistente del “Comando Compensativo”. Tale meccanismo avrebbe implicato il ritorno nel Comune di Serre dell’operatore con cui era avvenuto l’interscambio, un’operazione impropria data la differenza di categoria economica e professionale tra i due. Si aggiunge il sospetto che il Comune di Eboli abbia indetto e portato avanti un nuovo bando di progressione verticale in deroga, chiaramente finalizzato a “salvare” un candidato escluso dalla prima competizione vinta dal Sottotenente. Questo candidato, che aveva già perso il ricorso al TAR per la sua esclusione dalla precedente procedura, è l’unico partecipante al nuovo bando, e la commissione di gara è già stata nominata, in attesa della sua proclamazione a vincitore. La giurisprudenza della Corte di Cassazione è chiara: l’ente di appartenenza, anche in caso di comando, mantiene il potere direttivo e l’onere di vigilare sulla corretta esecuzione del rapporto, estendendo tale onere anche ai casi di demansionamento e alle relative conseguenze economiche e professionali. Di fronte a questo persistente rifiuto, anche dopo la diffida formale inviata dall’avvocato del Sottotenente, e nonostante il funzionario del Comune di Eboli continui a sostenere la propria estraneità alla questione, il Sottotenente sarà costretto a ricorrere al Giudice del Lavoro. Sarà il Giudice a pronunciarsi in via definitiva, esaminando tutti gli atti, non solo alla luce della recente e chiara pronuncia della Cassazione in merito all’istituto del comando, ma anche sull’istituto inventato del “Comando Compensativo” e su tutte le altre procedure che hanno impedito il rientro del Sottotenente al suo comando di origine. In sede giudiziaria, verrà richiesto il risarcimento di tutti i danni subiti. La situazione verrà inoltre segnalata alla Procura della Corte dei Conti, poiché le azioni e le omissioni dell’amministrazione potrebbero configurare un danno erariale. La vicenda del funzionario si configura come un monito sulle complessità del mondo del lavoro pubblico, evidenziando come le promesse non sempre si traducano in realtà e quanto sia fondamentale la tutela dei diritti dei lavoratori. La sua battaglia per il ripristino del suo ruolo e della sua dignità professionale è ancora in corso, con la speranza che la giustizia possa prevalere e che il funzionario possa riprendere il suo posto, con le mansioni e le responsabilità che gli spettano.





