Eboli. Finanza, è caccia agli impostori della povertà - Le Cronache Cronaca
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Eboli. Finanza, è caccia agli impostori della povertà

Eboli. Finanza, è caccia agli impostori della povertà

di Peppe Rinaldi

La pista sarebbe questa: smantellare la ragnatela degli imbrogli «a sfondo sociale», cioè quel diffuso costume consistente nell’arraffare prebende e fondi pubblici vari destinati al contrasto del disagio economico, senza averne titolo né diritto. In poche parole, qui si parla dei furbetti del famigerato Reddito di cittadinanza e di tutto ciò che l’acciaccato welfare italiano mette a disposizione per chi non ce la fa a stare al passo. Sarà, verosimilmente, questa la ragione che ha mosso la compagnia della Guardia di finanza di Eboli a passare al setaccio interi nuclei familiari. Era ora. Sono circa cinquanta, al momento, le schede anagrafiche visionate ed acquisite dalle Fiamme Gialle – non si sa (ancora) se per un’iniziativa propria o su delega dell’autorità giudiziaria – negli uffici comunali. L’operazione è fresca, nel senso che i finanzieri hanno fatto visita al Comune pochi giorni fa, quando sono stati acquisiti i nominativi di interi nuclei familiari, quasi tutti dal cognome “eloquente” in quanto storicamente rappresentativi di fasce della popolazione dedite o alla delinquenza o al parassitismo o a tutte e due le cose, che spesso camminano a braccetto. Nomi e cognomi qui irriferibili – anche per non incorrere nelle paturnie dei tribunali paralleli dell’anti razzismo patologico di questi tempi sottosopra – ma che gli ebolitani conosco bene grazie a un curriculum lungo almeno cinquant’anni. Gruppi e fasce sociali che godono di tutta l’assistenza pubblica possibile e immaginabile, dalla casa all’istruzione, dalla sanità agli altri ammortizzatori sociali, cui aggiungono attività private spesso e volentieri in contrasto della legge. Insomma, una storia ben nota e non da oggi. I finanzieri ora incroceranno le informazioni provenienti dalle varie banche dati e verificheranno posizione per posizione chi, dove, come quando e perché abbia incassato il Rdc (o altro) senza averne titolo. Gli espedienti per fregare lo stato, quindi l’intera collettività italiana, erano peraltro conosciuti da tempo: cambi di residenza fittizi, separazioni coniugali strategiche volte a duplicare l’assegno, falsi contratti di affitto, creazione di nuclei monofamiliari e via dicendo. Ecco perché ora gli investigatori della Finanza hanno acquisito negli uffici dell’ente gli elenchi con i nominativi di chi ha sottoscritto atti falsi per intascare i soldi dell’Inps. Insomma, il gigantesco disastro culturale, più che tecnico-finanziario, causato da quel fenomeno unico del panorama internazionale incarnato dalla presa del potere politico da parte di una banda di improbabili figuri a 5 Stelle (forse solo l’Ucraina con Zelensky è riuscita ad andare oltre, e si vede…) continua a dispiegare i suoi effetti sul territorio a distanza di qualche anno dalla tragicomica invenzione del Rdc. Ma non c’è soltanto questo ora a ribollire sul campo della lotta a furberie e trucchetti vari per aggirare fisco e legge. Infatti, gli stessi finanzieri starebbero ora procedendo con la verifica di un fenomeno specifico che si registra nel centro storico della città. Nel reticolo di case, casette, garage, mansarde, appartamenti e appartamentini della zona forse più bella di Eboli, c’è una presenza eccessiva di persone in abitazioni singole causata dall’affitto indiscriminato che i proprietari concedono per lucrare oltre misura: si tratta in genere di stranieri (si può dire stranieri?) stipati in piccoli ambiti residenziali, il cui “carico urbanistico” è con ogni evidenza fuori misura dal momento che basta farsi un giro per i vicoli per rendersi conto del degrado incipiente e progressivo cui è sottoposta un’intera area. Sarebbe ora che una mano pesante intervenga per ristabilire le condizioni minime per la coesistenza civile, cosa molto difficile da ottenere sia per gli strumenti a disposizione offerti dalla legge e dal personale operante delle forze dell’ordine, sia per il clima “multiculturale” che ammorba l’aria rendendo spesso vano ogni tentativo di mettere ordine e fare giustizia. La Guardia di Finanza, dunque, sta passando ai raggi X anche le locazioni di numerose abitazioni, spesso riconducibili a precisi gruppi di proprietari affiancati da intermediari senza scrupoli, per capire se quelle 5, 6, 7 o 8 persone addirittura, scoperte in una sola casa a pagare almeno 200/250 euro a persona, abbiano seguito i percorsi consentiti dalla legge: la sensazione è che non sia così, ma c’è da attendere gli esiti dell’indagine per farsene un’idea più precisa. Tutto bene, tutto giusto: la comunità ebolitana si attende ora, subito dopo questa, anche la verifica di chiacchierate “lavanderie” di danaro di provenienza illegale dislocate sul territorio che hanno generato improvvisi e inspiegabili miglioramenti del tenore di vita di individui notoriamente modesti. Non c’è solo la politica a generare malaffare come tutti siamo indotti a credere e non sempre in maniera giusta: certo, esistono diversi personaggi di quel mondo che vivono platealmente al di sopra delle proprie possibilità (e dei redditi ufficiali) grazie a segmenti di vita trascorsi nella «stanza dei bottoni», ciò non vuol dire, però, che ad essi non corrispondano ampie fasce sociali peggiori. Che la società “civile” sia peggio di quella politica non è scoperta recente, il guaio è quando si confondono mischiandosi in modo smisurato, com’è accaduto e a volte accade tuttora anche in città. Si tratta solo di capire come e quando la legge, attraverso i propri rappresentanti, intenda stroncare questi insopportabili fenomeni che avvelenano il sistema circolatorio di intere collettività.