Un tavolo tecnico interministeriale con Regioni, Enti locali e le principali associazioni nazionali di settore per armonizzare e attualizzare la normativa nazionale vigente sulle terre abbandonate, anche ai fini del contrasto al dissesto idrogeologico. Questo è l’obiettivo dell’ordine del giorno, approvato, sul Dl Ambiente a firma dell’onorevole Pino Bicchielli, vice presidente del gruppo Noi Moderati alla Camera dei Deputati. “Questo odg introduce disposizioni per un censimento, agevolazioni fiscali per la regolarizzazione catastale, per l’acquisto o la presa in gestione di terreni agricoli abbandonati e la costituzione di cooperative di comunità e associazioni fondiarie nei comuni interessati. Nello specifico, poi, promuove norme, strumenti e iniziative di contrasto all’abbandono dell’olivicoltura tradizionale e multifunzionale: quest’ultima è una vera e propria opportunità per attrarre una domanda turistica che mostra crescente interesse per il connubio fra storia, cultura, gastronomia ed ambiente”, ha dichiarato il deputato salernitano. Il Dl Ambiente mira a invertire la rotta: il fenomeno dell’abbandono delle attività agricole e in particolare dell’olivicoltura, con riferimento ad aziende agricole e privati cittadini, è in costante crescita su tutto il territorio nazionale e, ha spiegato il deputato salernitano, “per quanto riguarda l’olivicoltura molti esperti di settore hanno sottolineato l’importanza del ruolo ambientale di colture come gli oliveti tradizionali nelle aree collinari e montane, ove contribuiscono alla prevenzione del rischio idrogeologico e degli incendi, in contesti minacciati da spopolamento ove vi sono poche alternative colturali e l’abbandono dei terreni è diffuso. Secondo una ricerca del centro studi del Consorzio nazionale di olivicoltori pubblicata a gennaio 2024, in Italia, l’abbandono di 500 mila ettari, su 1,1 milioni di ettari totali (un dato che si avvicina al 50%), deve essere considerato una vera e propria emergenza alla quale è necessario porre rimedio, non solo per aumentare la capacità produttiva nazionale e perseguire la finalità della sovranità alimentare, ma anche per consentire alla millenaria coltura dell’olivo di continuare a esplicare le diverse funzioni ambientali, territoriali, paesaggistiche, economiche e sociali”, ha chiarito Bicchielli nel suo disegno di legge. “Il recupero degli oliveti abbandonati assume un valore non solamente economico-produttivo ma anche sociale ed ambientale, ed incide su quegli aspetti legati al paesaggio rurale, al mantenimento della biodiversità olivicola, alla prevenzione del rischio idrogeologico e a quella degli incendi, alla mitigazione del cambiamento climatico, al turismo così come al più ampio tema della sostenibilità nelle sue accezioni ambientale, sociale ed economica”. Dunque, rigenerare una cultura millenaria, una dimensione civile e di benessere economico e ambientale attraverso il recupero di terreni abbandonati, soprattutto quelli legati all’olivicoltura.
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