Disabili gravi in Rsa, attorno alle famiglie c’è solidarietà: s’attende la mobilitazione - Le Cronache
Cronaca

Disabili gravi in Rsa, attorno alle famiglie c’è solidarietà: s’attende la mobilitazione

Disabili gravi in Rsa, attorno alle famiglie c’è solidarietà: s’attende la mobilitazione

di Erika Noschese
C’è grande solidarietà attorno alle famiglie dei 39 disabili a rischio “deportazione” nelle Rsa su disposizione del Distretto di Nocera che, di fatto, vorrebbe toglierli dal centro riabilitativo Villa dei Fiori. Una situazione drammatica, esplosa all’improvviso: il Distretto di Nocera, nei giorni scorsi, ha deciso di disporre il trasferimento nelle Rsa per 39 malati in cura presso la struttura di Nocera. Il che, dicono le famiglie,  significherebbe condannarli a peggiorare e ridurrebbe perfino le loro aspettative di vita. Ma il paradosso è che ciò avviene mentre alla Regione si sta discutendo una legge di proposta popolare, su cui c’è ampio consenso, che serve proprio a garantire il diritto alla cura di questi malati.  L’iter  per questa legge è in fase avanzata e il prossimo 4 luglio si riunirà alla regione il Tavolo tecnico.  “E’ incredibile che mentre alla Regione si approfondisce il discorso sulla legge il distretto di Nocera, come se nulla fosse, va in direzione esattamente opposta. E’ incomprensibile, scandaloso e soprattutto illegittimo”, ha dichiarato Annarita Ruggiero, portavoce del Comitato diritto alla cura a cui le famiglie si sono rivolte trovando subito un impegno totale che si è fatta promotrice, insieme ad altri enti e realtà locali, di una legge di iniziativa popolare presentata in Regione Campania. Proprio Annarita Ruggiero nei giorni scorsi ha inviato una pec di diffida al Distretto che non lascia spazio a fraintendimenti. “Nella nostra qualità e nel perseguimento dei nostri fini istituzionali – si legge nella pec – vi invitiamo ad agire secondo legge e specifiche disposizioni normative in materia. Pertanto, vi invitiamo e diffidiamo a non dar corso alle illegittime convocazioni Uvi preannunciate, siccome disposte in violazione delle disposizioni legislative e regolamentarie dettate in materia, prima fra tutte la Delibera n. 482/04”.   Come a dire “caro distretto non puoi far finta di non sapere”. Ma il Comitato non è il solo ad essere sceso al fianco delle 39 famiglie.  Ci sono amministratori, consiglieri regionali, medici, giuristi, giornali, radio locali.  Tutti dalla parte di questi pazienti, di queste famiglie. Insomma, una mobilitazione importante per evitare che questi disabili possano avere gravi conseguenze con il trasferimento in Rsa e tutte le difficoltà del caso. “E’ ciò che volevamo – commenta uno dei familiari dei malati – ma è anche una cosa che ci fa immenso piacere, vuol dire che il senso di umanità non è andato perduto. Questa è una battaglia che non possiamo perdere perché significherebbe perdere i nostri cari. E per cosa poi? Non si capisce”. Anche il sindacato è sceso in campo. Ieri ha scritto al Questore di Salerno, al Dg della Asl (che secondo le famiglie ha dato indicazioni opposte a ciò che sta facendo il distretto), al Direttore Sanitario della Asl e ad altri. Nella lettera si chiede un approfondimento con la Asl. “Tale confronto – scrivono i  sindacati  – si rende necessario e, pertanto, si invita e diffida ad attivare ogni azione utile per evitare atti di dubbia legittimità che potrebbero causare gravi danni agli utenti interessati, anche alla luce del fatto che, sulla particolare materia avendo la stessa Regione Campania preso atto dell’esistenza di un vulnus sui setting assistenziali riabilitativi per particolari utenti, sta predisponendo tavoli tecnici su input di una proposta di legge di iniziativa popolare, per disporre linee guida per persone con gravi patologie disabilitanti, ritenendoli meritevoli di particolari piani terapeutici da specificatamente individuare” . Nel chiedere la sospensione di quanto sta facendo il distretto il sindacato mette anche l’accento sul fatto che, se si proseguisse sulla strada scelta dal distretto, sarebbero a rischio i livelli occupazionali, con il licenziamento di un numero di addetti compreso tra un minimo di 29 e un massimo di 49. Un dramma nel dramma. Il tutto mentre, fra pochi giorni, si riunirà il tavolo tecnico per discutere una legge che non permetterebbe fatti del genere. Ma per le 39 famiglie la data più importante è venerdì prossimo, quando i primi 6 pazienti verranno esaminati al distretto. Loro, le famiglie, saranno lì davanti dalle 9 del mattino a difendere il “diritto alla vita” dei loro cari. E, sembra chiaro, non saranno da sole.