“A Febbraio 2018, in Campania vi erano 5.000 soggetti in carico al servizio della giustizia minorile . Un esercito numeroso nei centri penali per minorenni”. A rendere noti i dati, ieri mattina, è stato Samuele Ciambriello, garante dei Detenuti della Regione Campania, nel corso di un workshop sulla criminologia minorile svoltosi presso la sala del Gonfalone del Comune di Salerno. “Un paese civile si misura dalla capacità che ha di mettere un criterio di giustizia, dignità e umanità nelle proprie carceri. Alla persona che sbaglia deve essere tolto il diritto alla libertà ma non quello alla dignità”. In Campania, attualmente, ci sono più di 7.600 adulti detenuti, con un esubero di 1.600 persone, in 15 istituti penitenziari; di questi, più di 300 sono donne. Una situazione decisamente poco positiva è quella riguardante il carcere per sole donne di Pozzuoli: “Una casa circondariale super affollata – afferma Ciambriello – che arriva a far utilizzare a 10/12 persone un solo bagno e, fino a tre anni fa, non era nemmeno presente il bidet”. Altri dati non rassicuranti sono quelli legati alla carenza di personale dedito al recupero e alla rieducazione di chi commette errori più o meno gravi: “In Italia – prosegue Ciambriello – ci sono 58.000 persone che sono nella cosiddetta area penale esterna, sono cioè in affidamento in prova, semiliberi, svolgono lavori di pubblica utilità, lavori socialmente utili. Solo nella nostra regione sono 7.400, a Napoli circa 5.000 e di loro si occupano 24 assistenti sociali. Ma di che parliamo? In tutta la regione Campania ci sono 15 psicologi, 95 educatori; quando una persona viene arrestata e va in carcere, lo stesso giorno viene visitata dal medico e poi c’è uno psicologo o una psicologa, poi chissà se li vede più”. Per ciò che concerne la situazione dei minorenni con devianze, che solo in Campania sono circa 5.000, sempre il Garante dei Detenuti della Regione dichiara: “In tutta Italia, i dati del Dipartimento della Giustizia Minorile di febbraio 2018, ci dicono che siamo a quota 11.000 però non bisogna fare di tutta l’erba un fascio e definirli microcriminali e pensare che facciano tutti parte di baby gang e paranze. Ci sono, infatti, bambini che vivono una povertà economica, una povertà familiare, conoscono trenta parole e le sanno in dialetto, rispetto a chi conosce mille parole e sa una lingua straniera. Ci sono adolescenti che evadono l’obbligo scolastico, in tutta Italia, l’anno scorso, dovevano arrivare 500.000 ragazzi al diploma delle scuole medie superiori, ben 80.000 non ci sono arrivati e di questi 12.000 in Campania, ma mica sono tutti delinquenti? Chi evade l’obbligo scolastico, chi non arriva al diploma, come viene agganciato dalla politica, dalle figure degli assistenti sociali? In che misura noi creiamo luoghi, zattere, momenti d’incontro per questi ragazzi? Non possiamo – conclude Samuele Ciambriello – attenderli negli uffici dell’assistente sociale, non possiamo aspettarli in una parrocchia o in un centro giovanile, dobbiamo creare più spazi, più operatori di strada, dobbiamo mettere in campo figure sociali. Questo vale anche per i detenuti”. Antonio Iovino
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