Demolizioni Poste centrali a Salerno. Esposto in Procura - Le Cronache
Ultimora

Demolizioni Poste centrali a Salerno. Esposto in Procura

Demolizioni Poste centrali a Salerno. Esposto in Procura

C'è l'esposto in Procura per le demolizioni all'ex palazzo delle Poste di corso Garibaldi. Le associazioni Italia Nostra e Figli delle Chiancarelle hanno presentato alla Procura della Repubblica di Salerno un esposto in relazione alla ristrutturazione dell'edificio delle Poste Centrali di Salerno il quale risulta sottoposto a vincolo già dal 2001. Acquistato dai Rainone (gli stessi del Crescent) l'edificio ospiterà principalmente abitazioni di lusso. Le associazioni, nella immediatezza dell'inizio dei lavori hanno segnalato alla competente Soprintendenza di Salerno le consistenti demolizioni di parti del fronte mare facenti parte della struttura originaria dell'edificio storico ed hanno fatto richiesta di accesso agli atti. Dall’esame della documentazione si è appreso che l’intervento di ristrutturazione fu autorizzato dalla sola Soprintendenza di Salerno, con riferimento ad un progetto nel quale gli interventi di demolizione risultavano dettagliati solo nei grafici, ma nella relazione tecnica illustrativa, presentata insieme alla richiesta di autorizzazione, vi erano solo brevi ed indeterminati cenni. Nell’esposto, presentato alla Procura ed inviato anche alla Direzione Generale Belle Arti e Paesaggio del Ministero per i Beni Culturali, le associazioni hanno segnalato la mancanza di altre autorizzazioni oltre quelle della singola Soprintendenza di Salerno. «Difatti – spiegano –  la norma prescrive che la demolizione anche parziale, di edifici vincolati, esula dalla potestà autorizzativa della Soprintendenza e deve essere autorizzata dall’organo collegiale istituito con DPCM 171/2014 (art 39 comma D) presso i Segretariati regionali del Mibac, subentrati nelle analoghe competenze prima esercitate dalle Direzioni regionali. Infine la demolizione avvenuta non appare giustificabile con esigenze strutturali e/o di pubblica utilità. Le associazioni chiedono alla procura di svolgere i dovuti accertamenti di legge e di valutare se esistono ipotesi di reato».