Andrea Pellegrino
Finiscono a processo diciannove gestori di attività commerciali accusati di aver realizzato dehors in assenza di permessi di costruire. Le indagini risalgono al 2013 e 2014, quando le attività commerciali di Salerno furono passate al setaccio, dopo alcune denunce. Nel mirino i dehors realizzati su aree comunali ma anche in zone sottoposte a vincolo della Soprintendenza di Salerno. Da allora il caso approdò anche a Palazzo di Città, dove il Consiglio comunale si è espresso solo durante l’ultima seduta consiliare, licenziando il nuovo regolamento. Il processo inizia oggi davanti al giudice Zunica. Ecco gli imputati: Pasquale Abate (Bar Black Bull); Marco Di Pasquale (Giardino degli Dei); Cosma Bruno (Caffetteria 2000); Maria Autuori (Il Conte Andrea); Gennaro Flauti (Ristorante Santa Lucia); Mariano Salvato (Paninoteca Via Vai); Paola Avallone (Vinagre); Domenico Cioffi (Mimmo&Lucio); Fabio Morrone (Wath’s Up); Virginia Manzione (Quasi in Porto); Raffaele Carrozzo (La cantina del Feudo); Nastassya Tammaro (City Wine Bar); Luca Avallone e Nabil Shili (Lampara); Silvio Tegolo (Galeon); Generoso Russo (Bar Santa Lucia e Ristorante Centro Storico); Rosa D’Amato (Via Roma 242); Giuseppe Romano (Cafè Del Mar); Iolanda Desiderio (L’Oasi). Sindaco e Soprintendenza saranno parti offese del procedimento penale. Per i gestori dei locali di via Roma, sono stati contestati, in particolare, interventi di trasformazione urbanistica ed edilizia del territorio, in assenza del permesso di costruire, in zona omogenea “A” del Puc di Salerno, dunque, in uno spazio urbano costituente “bene culturale” ed in zona, quindi, sottoposta a vincolo storico e culturale. Quest’ultimi dovranno rispondere anche per l’assenza di autorizzazione della Soprintendenza di Salerno.