Questa sera, alle ore 21, la venere nera, con il suo eccezionale quartetto d’appoggio, è ospite all’Arena Fuenti della rassegna “Passaggio a Sud-Ovest”
Di OLGA CHIEFFI
Terzo appuntamento, stasera, a partire dalle ore 21, con la chanson francese in jazz all’Arena del Fuenti di Vietri sul Mare nell’ambito della rassegna “Passaggio a Sud-Ovest”, che ha la direzione artistica di Peppe Servillo e Michelangelo Busco. Dopo Danilo Rea, Paolo Fresu e Toni Servillo, sul palcoscenico dei Giardini salirà la venere nera Dee Dee Bridgwater, leader del suo abituale quartetto stellare, composto da Ira Coleman al basso, Louis Winsberg al basso, Marc Berthoumieux alla fisarmonica e l’argentino Minino Garay alle percussioni. Un ritorno, nel salernitano quello di Dee Dee Bridgewater, regina assoluta della voce e dello spettacolo, che sa speziare con la sua innata verve e nonchalance che saprà calarci in un’atmosfera unica, allo stesso tempo piena d’energia e altamente sofisticata. Senso dello spettacolo, e swing, teatralità e umorismo, gusto per la gag e istrionismo erotico, per Dee Dee che vanta lucidità di intonazione e di dizione, una tonda mobilità di fraseggio ed una mimica vocale che le consentono di affrontare ogni pagina con pensosa misura prima di estendere lo spettro della sua improvvisazione sino a giungere nei pressi della sua pronuncia più aspra. E’ questo un progetto interamente cantato in francese con le canzoni che più ha amato nella sua vita, interpretate con il pensiero fisso ai suoi modelli, ovvero le cantanti afroamericane Josephine Baker e Betty Carter che prima di lei si sono avventurate tra i classici della chanson. Infatti, Per Dee Dee Bridgewater, americana originaria di Memphis, la Francia non è stata soltanto un continuo riferimento artistico, per la grande musica d’ autore che questa terra ha prodotto nel corso del Novecento. In Francia Dee Dee Bridgewater ha trovato se stessa come interprete e anche il giusto trampolino di lancio per farsi conoscere in tutto il mondo. J’ ai deux amours, riproporrà i suoi suoni caldi e acustici: voce, chitarra, fisarmonica, basso e batteria sulle tracce della canzone portata al successo da Josephin Baker. Per Dee Dee Bridgewater la Baker, un’ altra donna e cantante afroamericana che scelse la Francia come sua seconda patria, è molto di più che un semplice riferimento artistico, unitamente a Betty Carter, che cantava “La belle vie”. La scaletta è realizzata come il racconto di una storia d’ amore, dall’ innamoramento di “J’ ai deux amours” all’ epilogo di “Les feuilles mortes” passando per “La mer”, “Ne me quitte pas”, “Que reste-t-il de nos amours”, che vennero presentate la prima volta nel 2003, il giorno di San Valentino, al Kennedy Center di Washington per i festeggiamenti in onore della cultura francese. Nel corso della serata, Dee Dee Bridgewater non mancherà di emozionare, stupire, coinvolgere e appassionare la platea fino all’evocazione di Edith Piaf, in quella cornice unica, che offrirà a quanti hanno inteso entrare nella “famiglia” dei Giardini del Fuenti, quel colpo d’occhio, e d’ “orecchio”, senza eguali.