De Luca:“Il futuro della Campania prima di tutto - Le Cronache Ultimora
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De Luca:“Il futuro della Campania prima di tutto

De Luca:“Il futuro  della Campania prima di tutto

di Erika Noschese

La politica, quella che conta, non si fa con le parole, ma con i fatti. Lo ha ribadito con forza il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, durante l’inaugurazione della nuova sede salernitana dell’Ance Aies, l’associazione dei costruttori edili. In un intervento appassionato e senza filtri, De Luca ha tratteggiato la sua visione per il futuro della Campania, una visione basata sul pragmatismo, sugli investimenti e su una drastica semplificazione burocratica. Ha criticato aspramente il clima politico attuale, dominato, a suo dire, da “chiacchiere, gossip e stupidaggini”, e ha posto al centro del dibattito la necessità di un programma serio, capace di creare lavoro e di fermare la fuga dei giovani. L’evento si è aperto con un plauso al lavoro svolto dall’Ance Aies e dal suo presidente, Fabio Napoli, che hanno reso l’associazione salernitana “tra le più accreditate e qualificate d’Italia”. La scelta di Salerno come palcoscenico per un discorso programmatico non è casuale. La provincia, secondo De Luca, è un simbolo del dinamismo che intende imprimere a tutta la regione. “Salerno è destinataria di un flusso di investimenti da parte della Regione Campania davvero immenso”, ha sottolineato, quantificando l’impegno in circa 2 miliardi di euro. Tra le opere finanziate e in corso di realizzazione, De Luca ha citato il nuovo ospedale del valore di mezzo miliardo di euro, il prolungamento della metropolitana fino all’aeroporto, e i lavori di ammodernamento e riqualificazione dello stadio Arechi e dello stadio Volpe. Partiranno a breve, ha specificato, i lavori per la demolizione della curva nord dell’Arechi. A questo si aggiungono gli interventi sul fronte di mare e, cruciale per il futuro urbanistico, l’approvazione del regolamento attuativo della nuova legge urbanistica regionale. Questo provvedimento, ha spiegato il presidente, è un passo fondamentale per “sbloccare sia i lavori di programmazione comunale sia le ipotesi di collaborazione tra pubblico e privato” nei territori campani, un segnale concreto che la macchina amministrativa si sta muovendo. Il discorso di De Luca ha poi virato verso le sfide che attendono non solo la Campania, ma l’intero Mezzogiorno e l’Europa. L’anno prossimo, ha avvertito, il PNRR volgerà al termine, eliminando un “canale di investimenti” fondamentale. Ma la preoccupazione maggiore riguarda il futuro dei fondi di coesione europei. Con la scelta dell’Unione Europea di destinare risorse ingenti agli armamenti, De Luca si aspetta inevitabilmente una riduzione dei finanziamenti destinati alle aree da sostenere. “La coperta diventerà più corta”, ha sintetizzato, invitando il mondo imprenditoriale a essere vigile e a combattere per la salvaguardia di questi fondi, vitali per il Mezzogiorno. “Il Mezzogiorno rischia di cancellarsi”, ha detto con tono grave. Ma se i fondi sono una variabile esterna, la burocrazia è un problema interno, una “croce” che affligge l’Italia da decenni. De Luca ha descritto il Paese come una “palude” affogata in “controlli, controlli, sotto-controlli, un’ira di Dio” che non servono, a suo dire, ad aumentare la trasparenza, ma a ritardare in modo “insopportabile” le opere e, paradossalmente, ad allargare “l’area della corruzione”. La moltiplicazione dei passaggi burocratici, ha sostenuto, rende il sistema lento e permeabile alle tangenti. “Abbiamo bisogno di norme chiare che consentano agli investitori di realizzare in tempi ragionevoli i programmi”, ha sottolineato, ricordando quando, da sindaco, lanciò la provocatoria parola d’ordine “Arricchitevi”, rivolta al mondo imprenditoriale. Un’esortazione non al liberismo selvaggio, ma a una crescita che rispetti “le relazioni sociali, la tutela del lavoro e la bellezza delle opere”. Gran parte dell’intervento è stato dedicato a un’aspra critica del panorama politico e mediatico italiano. De Luca ha definito la stagione elettorale attuale come una fonte di “noia” per i cittadini, che ha generato un “ulteriore allontanamento dalle istituzioni”. La politica, ha tuonato, ha perso “ogni dignità” e rischia di spingere una quota “meno della metà dei cittadini” a votare, a causa di una demotivazione totale. Il motivo? La logica delle coalizioni, che mette al primo posto gli accordi tra partiti, “a prescindere dai programmi e dalla qualità dei candidati”. De Luca ha rimpianto i tempi delle primarie, che almeno offrivano uno strumento di scelta ai cittadini, e ha liquidato l’idea dell'”uno vale uno” come una “grande idiozia”. Le capacità amministrative, l’esperienza e il “coraggio amministrativo” non sono doti comuni e non si possono ignorare. “Non tutti i candidati sono uguali: c’è chi ha capacità amministrativa, chi ne ha di meno, chi ha più esperienza, chi ne ha di meno, chi ha coraggio amministrativo, chi muore di sonno e non decide niente”, ha affermato. La sua polemica si è estesa anche al mondo dell’informazione, accusato di partecipare al “totale degrado” del Paese, riducendo ogni cosa a “gossip, chiacchiere, superficialità e propaganda”. I “cacicchisti”, come ha ironicamente chiamato i commentatori politici del nord, pensano di “nascondere dietro le caricature la loro ignoranza”, evitando di porsi domande fondamentali: chi decide sui candidati? Quali programmi si vogliono realizzare? “Nessuno ha esaminato in maniera rigorosa i candidati che si proponevano per le qualità che hanno, per le capacità che hanno, per la storia che hanno”, ha chiosato, denunciando un sistema che ha perso ogni serietà. Nel dibattito politico che si sta accendendo in Campania in vista delle prossime elezioni, De Luca ha voluto mettere i puntini sulle “i”. Il suo impegno, ha chiarito, è per “un programma serio”, non per le alleanze. “Per quello che mi riguarda non è deciso nulla. O il programma è serio nel senso che porta avanti in maniera decisa le cose in corso impostate, oppure per quello che mi riguarda non c’è nessun vincolo di coalizione”, ha dichiarato senza mezzi termini. La priorità assoluta è il futuro della Campania, che “viene prima delle chiacchiere sulle coalizioni”. La svolta politica, ha spiegato il presidente, è stata la bocciatura della legge sul terzo mandato. “Lo sapevamo tutti quanti”, ha detto, “che si sarebbero create queste difficoltà”. La decisione di non permettere ai cittadini di scegliere “con un atto democratico” se dare continuità al suo mandato, ha bloccato il programma e ha aperto la porta a una “stagione politica diversa”, basata sulle dinamiche di partito anziché sul merito. “Hanno avuto paura di De Luca. Questa è la verità”, ha affermato con sicurezza. La situazione attuale, a due mesi dal voto, è per De Luca “incredibile, quasi surreale”. Non è ancora chiaro chi saranno i candidati, né a destra né a sinistra. L’assenza di un programma definito e di figure chiare è, a suo avviso, un’offesa agli elettori. “Io voglio sapere che cosa si vuole fare per la Campania, cioè per le imprese, per le famiglie, per la povera gente, per la sanità. Una volta definiti gli obiettivi, diventa anche meno importante conoscere il candidato”, ha ribadito. L’obiettivo principale, quello che deve guidare ogni scelta politica, è la creazione di lavoro. De Luca ha dipinto un quadro drammatico, ricordando che “abbiamo un fiume di giovani anche scolarizzati che se ne vanno dalla Campania, dal sud, dall’Italia”. Le previsioni, secondo alcune stime, parlano di una perdita di “oltre 2 milioni di abitanti” nel Mezzogiorno nei prossimi vent’anni. Un dato che, se confermato, avrebbe conseguenze devastanti. “È evidente che se non creiamo la possibilità di vivere e di lavorare qui per tanti giovani, la fuga continuerà”, ha sentenziato. Per invertire la rotta, è necessario portare a termine i progetti già avviati: dagli ospedali ai piani per i trasporti, dall’ambiente all’autonomia idrica. “Le cose che sono in corso devono solo essere portate avanti senza fare chiacchiere”, ha detto, lanciando un messaggio chiaro ai futuri candidati. De Luca ha ribadito che la sua visione non prevede arretramenti: “O va avanti quel progetto o va indietro il candidato”. E a chi lo sfida con una percentuale di consenso irrisoria, ha risposto con fermezza: “Io rappresento il 70% dei cittadini campani, qualcun altro il 9%. Quindi chi si deve adeguare ai programmi è chi rappresenta poco, non chi rappresenta la stragrande maggioranza”. L’impegno, ha concluso, è quello di “costruire una squadra di governo autorevole, importante, in maniera tale da portare avanti i programmi”, mettendo da parte le logiche di potere e le ambizioni personali.