De Luca scarta il Fico secco - Le Cronache Ultimora
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De Luca scarta il Fico secco

De Luca scarta il Fico secco

Antonio Manzo

 

Si accorge, De Luca che c’è un fico secco e lo scarta. Tutti pensano, nella giornata domenicale di Elly Schlein a Paestum, che il governatore De Luca, anche oggi assente dopo la diserzione voluta di Contursi Terme, intendesse riferirsi al ciclo di produzione dei fichi cilentani dove da secoli si coltivano quelle dottati nella vicinissima Prignano, meglio conosciuti come fichi bianchi del Cilento. Essiccato al sole torrido di queste ore, il fico bianco è diventato fico seco da scartare. Nonostante fosse stato ben monnato (cioè pulito della scorza ruvida) il fico non ha resistito all’implacabile caldo. È andato a male.

Ma è il fico scartato di Prignano Cilento, ad un tiro di schioppo da Paestum, o il Fico delle Cinque stelle del Campo Largo per vincere in Campania con il centrosinistra?

 

Schlein o Manfredi a Palazzo Chigi?

Campo Largo dalla Campania all’Italia? Una prova generale per aprire le porte di Palazzo Chigi, dopo aver cacciato con il voto degli italiani Giorgia Meloni, ad Elly Schlein o al sindaco d’Italia Gaetano Manfredi che è anche sindaco di Napoli dopo aver fatto fare a San Gennaro il miracolo di metter insieme Pd e Cinque Stelle. “Manfredi, chi?” direbbe il sarcastico De Luca per mascherare il suo disappunto dopo questa stagione del mezzo scontro con Palazzo San Giacomo dopo che alla Regione, tutt’altro che casualmente,  cinque anni fa. E in Campania fu eletto con il 70% dei voti rispetto al 10% dei consensi del Pd.

 

Una foglia di fico per nascondere velleità

Fuor di metafora, è bene chiarirci subito. È proprio quel Fico che ha passato una vita da esploratore, da quando Mattarella gli chiesi l’impossibile cortesia istituzionale, di verificare se ci fossero ancora i numeri nel 2012, prima di scegliere le Camere? Ed ora a Roberto Fico il Campo Largo sembra aver dato l’incarico di esploratore del candidato possibile dell’alleanza Pd Cinque Stelle alla presidenza della Regione Campania. Il centro sinistra vincente potrebbe perfino garantire a Giuseppe Conte il non nascosto desiderio di presiedere il Senato dopo la auspicata vittoria elettorale, un bottino da dividere, però con il Pd.

 

Contiamo prima le preferenze alla Regione

La segretaria Pd Elly Schlein a Palazzo Chigi? Complice il giornalista Carlo Puca che offre un sondaggio Ipsos con il centro sinistra unito al 48%, vincente sulla destra di Giorgia Meloni, Tajani e Salvini. E quando lo stesso Puca, sfidando la curiosità della platea che “vuole sentire Elly” sulle elezioni regionali e rimandando alla fine la domanda voluta dalla platea,  le chiede che cosa farà quando andrà al Governo, la segretaria pd elenca le sue priorità: «Sanità pubblica, salario minimo e supporto alle famiglie». Ma precisa: «E’ che non vorrei portare iella. Già quando mi chiedono dov’è l’asticella dico che non la metto perché porta iella». E si unisce alla sala che fa il segno delle corna.

Manfredi è in prima fila, segue l’intervento della segretaria con attenzione, insieme agli anti-deluchiani Federico Conte e Simone Valiante ai quali non interessano  più di tanto i sondaggi nazionali, perché loro sono nella  spasmodica attesa del numero delle preferenze per il futuro Consiglio regionale. Il Pd, l’Italia le zone interne spopolate, Manfredi? Dopo la conta delle preferenze, si vedrà.

 

Una carriera da esploratore

Roberto Fico non viene citato da Elly Schlein. Lo considera  ancora  giovane esploratore sia pure con la divisa un po’ sgualcita e non quirinalizia del giovane boy scout. Si, perché il suo nome è stato fatto nei duetti romani da Conte e da Elly Schelin.  De Luca li ha ascoltati e non ha detto di no a nomi e cognomi. Non esclude nulla tranne poi annunciare nel suo sermone politico di voler principalmente discutere sul programma a partire dal buon lavoro fatto da lui e dalla sua maggioranza. Solo si potrà discutere e decidere su una rosa di nomi di possibili candidati, esclusi, per De Luca,  avventurieri della politica e “preti spretati” che chiagnene e fottono.

 

Sergio Costa, nella rosa di nomi

De Luca lascia le due cene romane con il nome in tasca di Roberto Fico indicato candidato di Conte e Schlein da annunciare urbi et orbi per l’elezione in Campania. E lui, uomo di coalizione, non dice no. Ma dichiara di essere disponibile a verificare un nome Cinque Stelle ma di tutt’altro conio. È il nome di Sergio Costa, il vice presidente della Camera, già ministro dell’Ambiente per i risultati raggiunti nel suo ruolo di generale dei Carabinieri proprio sui temi ambientali. E, sopratttutto con buon consenso nelle terre cilentane.

 

Gubitosa non fa nomi

E lo sa bene anche Michele Gubitosa , deputato Cinque Stelle, irpino, nativo di Atripalda ed eletto anche in alcuni paesi del Salernitano a ridosso di Avellino. E’ vice presidente del Movimento 5  Stelle presieduto da Giuseppe Conte che proprio a lui ha affidato il dossier per le Reginale che esaminera insieme ai consiglieri regionali  Michele Cammarano e Vincenzo Ciampi, presenti insieme all’incnnto di Paestum della Rete degli Studenti Medi dell’Unione degli universitari, organizzato in un camping da Nicola Fratoianni  deputato Avs.

Inutile dire che anche a Paestum non c’era né De Luca, né i deluchiani. Tranne Piero De Luca che è ormai l’ambasciatore della famiglia nella “guerra politica” tra il padre e la sua segretaria.

Che non vi sia la certezza sulla candidatura di Fico è lo stesso vice presidente Cinque Stelle Michele Gubitosa a rivelarlo. Le parole nascondono le difficoltà nascondendosi dietro lo scudo della morbosa curiosità dei giornalisti e addebita al Pd il problema De Luca. Gubitosa è interessato al giro di seggi parlamentari qualora Costa si dimettesse dalla carica per candidarsi in Campania.  Dichiara Gubitosa a Paestum: “Io posso confermare che il Movimento 5 Stelle, insieme agli altri partiti e alle liste civiche che stanno parlando di creare un formato serio per andare a queste regionali. Si parla solo ed esclusivamente di temi per la Campania, quindi i nomi verranno dopo.

Lo abbiamo già detto più di una volta. Capisco che alla stampa interessano i nomi, però in questo momento è presto per parlarne. De Luca – ha affermato Gubitosa – è un membro del Pd e nel Pd la pensa come vuole. Poi c’è un tavolo in cui si parla di temi e poi si vedrà anche il nome. De Luca è libero di pensarla come vuole. Ovviamente credo che siamo di fronte ad attacchi interni riferiti al Pd. Noi in questo momento facciamo un passo di lato. Ci togliamo dai problemi che in questo momento il Pd sta affrontando internamente e pensiamo ai temi da portare in campagna elettorale e, se dovessimo vincere le elezioni, anche poi a un formato serio per poter governare. Quello che sta accadendo ora tra De Luca e il Pd è un qualcosa che noi rispettiamo”.

 

Elly lascia la Magna Grecia

Sarebbe bello immaginare, tutti insieme, Giuseppe Conte, Elly Schlein, Angelo Bonelli, Nicola Fratoianni, su un palco in una qualsiasi piazza italiana, qualsiasi, riunirsi contro Putin, per difendere l’Ucraina o andare in Israele contro Hamas. Cercano foglie di fico per coprire le loro nudità e le loro incompatibilità con un nemico ben più ostico del governo Meloni: semplicemente, la realtà. Va via Elly Schelein, torna a Roma. La Magna Grecia non è per lei.