di Andrea Pellegrino Chi entrerà in giunta si dovrà dimettere dal Consiglio comunale. Il principio è stato già sancito da Vincenzo De Luca che pare abbia già avvisato le forze politiche. Nonostante non sia previsto dallo statuto della Regione Campania, se De Luca dovesse vincere si utilizzerà lo stesso metodo usato da Antonio Bassolino. Quindi chi sarà assessore dovrà lasciare lo scranno consiliare. Nel frattempo non si esclude, comunque, che l’esecutivo possa prevedere innesti esterni. A partire dal vicepresidente, che sempre nel caso di vittoria di Vincenzo De Luca, non sarà salernitano. Ma il numero due di Palazzo Santa Lucia, in questa partita, giocherebbe un ruolo indispensabile. Non fosse altro che se De Luca, una volta eletto presidente, dovesse essere sospeso (per effetto della legge Severino), al vice toccherebbe guidare in prima persona l’avvio della consiliatura. Così nel mentre le federazioni provinciali sono alle prese con la composizione delle liste, i big regionali discutono già dei prossimi assetti politici ed amministrativi del Palazzo, compreso, naturalmente, il sottogoverno.In particolare sul piatto il candidato presidente avrebbe già calato la carta Raimondo Pasquino, il già rettore dell’Università di Salerno, fedele ormai da tempo alla linea deluchiana. Tra l’altro Pasquino, proprio per volontà di Vincenzo De Luca, è attuale commissario del Cstp. Così non si esclude che De Luca abbia già blindato la seconda poltrona dell’esecutivo, pensando a Pasquino che a Napoli è presidente del Consiglio comunale. Una mossa anche per avvicinare l’area de Magistris, ancora non schierata ufficialmente, con un piede nel centrosinistra e l’altro nella compagine di Vozza presidente. All’area di Casillo, invece, andrebbe un assessore. Stessa cosa ai socialisti che avrebbero blindato l’accordo con Vincenzo De Luca, all’indomani dell’ultima indecisione mostrata da Marco Di Lello poche settimane fa in merito all’accordo con il centrosinistra e quindi con l’ex sindaco. A Salerno e provincia dovrebbero andare non più di due assessori. E qui gli eventuali accordi delineerebbero anche gli assetti interni alla lista del Partito democratico e a quelle civiche in via di composizione. Stando agli ultimi aggiornamenti: entro il 20 aprile sarà convocata l’assemblea provinciale del Partito democratico per l’approvazione della lista. Allo stato resterebbe in piedi il caso Alfieri. Per il sindaco di Agropoli ci sarebbe lo stop da Roma. Ma a quanto pare il Pd salernitano per ora sarebbe intenzionato a mantenere la casella occupata nella lista ufficiale, per poi valutare eventuali cambi successivamente. Se dovesse essere confermato il veto sul primo cittadino – imputato nel processo “Due Torri” – la candidatura slitterebbe nella civica “Campania Libera” non senza malumori da parte dell’uscente Enrico Coscioni. E non solo. A storcere il naso anche l’assessore comunale (Picarone o Cascone) che sarà piazzato, per motivi di spazio, nella civica. Per il resto la lista democrat è quasi fatta: dentro ci sarebbero Russomando e Conte, così come Amabile e gli uscenti Pica e Petrone. Si confermano le donne: Fusco e Pisapia, quest’ultima sostenuta dal deputato Simone Valiante. In via di definizione anche la lista del presidente. Qui dovrebbero trovare spazio Andrea Volpe (seppur non si escluda una sua candidatura in Campania Libera) ed Antonella Tramontano. Ancora pare che torni in pista l’ex consigliere regionale Giuseppe Manzo. Resta aperto il nodo Ferrazzano mentre Paky Memoli pare si stia avvicinando a “Campania Civica” di D’Anna.
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