
La polemica viaggia soprattutto sui social, compreso nel gruppo “Comitato 30” costituito da renziani di ferro (o forse ex), Tommaso Ederoclite e Luciano Crolla. «Il problema reale – scrive, appunto, Ederoclite – non sono le competenze o il merito di Piero De Luca, conosco molti “camerieri” di ministri e consiglieri regionali con molti meno titoli e meriti. L’errore è il messaggio che dai ai militanti e all’opinione pubblica con quella scelta: pur di far passare tuo figlio penalizzi persone politicamente valide che ti stanno vicino, ti metti contro il partito in quanto scelta “imposta”, e rovini ulteriormente il tuo rapporto con l’opinione pubblica, già di molto deteriorato. Piero è bravo politicamente, io lo valuto per quello, ma la scelta fatta oggi non la condivido. Mette in difficoltà tutti, sopratutto Piero».
Da Salerno, però, è partita la controffensiva con i militanti (deluchiani) che fin da subito si sono precipitati a pubblicare post in favore del primogenito del governatore. «Ci sono tanti “figli di” (e non solo in politica) che sono rimasti tali e tanti altri che hanno fatto la storia. Piero farà la storia», scrive Giuseppe Lanzara, che a Pontecagnano Faiano studia per ritentare la candidatura a sindaco. Critico, invece, il democrat Antonio Bruno: «Non condivido il familismo, pratica ampiamente e trasversalmente diffusa ma non per questo da accettare. I figli dei politici non devono essere penalizzati nel fare politica, ma esiste l’opportunità di farla quando i genitori vanno in pensione. Contemporaneamente é una pratica che non condivido pur sostenendo De Luca».
Ma lo scontro Napoli – Salerno potrebbe proseguire, senza sosta, anche durante la settimana di Ferragosto. D’altronde questa è una estate elettorale e Piero De Luca ha sempre più voglia di approdare a Montecitorio.