di Giovanni Sapere
“Apprendo di una mia condanna per abuso di ufficio.
L’accusa verteva sulla nomina del “Project manager” da parte mia, in qualità di commissario di governo per un termovalorizzatore nel 2008.
Tale nomina, come risulta dagli atti processuali, mi fu richiesta dal Rup (responsabile unico del procedimento).
L’accusa ha sostenuto – come risulta dagli atti – che bisognava nominare un “coordinatore” e non un “Project manager”, in quanto quest’ultima figura non è in uso nella pubblica amministrazione.
In sintesi, le due figure sono equivalenti, il compenso spettante è uguale, e viene deciso dal Rup.
Si tratta, nel caso specifico, di 8.000 euro netti, percepiti -come documentato – per 18 mesi di intenso e qualificato lavoro del Project manager.
Mi auguro che questa vicenda sia assunta sul piano nazionale – in primo luogo dal PD – come l’occasione per una grande battaglia a difesa delle persone perbene, degli amministratori che dedicano una vita al bene pubblico, e sono costretti a vivere un calvario.
Mi auguro che le carte processuali siano rese pubbliche, siano lette da tutti, in tutte le sedi; che si sviluppi una discussione pubblica; che si ragioni a voce alta su cosa è diventato il “diritto” in Italia.
Mi auguro che l’ANCI decida di esistere, a tutela della dignità, delle funzioni e dell’autonomia di Sindaci e amministratori che non rubando, non disamministrando, e mantenendo un rigore spartano, sono tuttavia carne da macello, nell’indifferenza generale.
In queste condizioni, ben presto non ci sarà più nessuna persona perbene disponibile ad assumere responsabilità pubbliche.
Avremo soltanto o delinquenti o ignavi.
Verificheremo le iniziative da sviluppare nei prossimi giorni.
Si prospetta, credo, una ripetizione della vicenda del Sindaco di Napoli.
Intanto, rivolgo un saluto ed un grande abbraccio a quanti hanno guardato e guardano a me come ad una speranza di rinnovamento della politica e di salvezza della Campania.
Io non ho nessuna intenzione di mollare nulla.
Da oggi comincia una grande battaglia di civiltà”.