“Mettiamoci al lavoro”. Conclude così il presidente della Regione Campania Vincenzo DE LUCA il suo intervento tenuto ieri sera alla Festa dell’Unità di Mantova. Dopo un lungo passaggio sui temi dell’autonomia differenziata, il governatore, pur assicurando di essere in “una fase zen”, attacca il governo: “Voi – chiede al pubblico – in questi due anni avete visto un decentramento di poteri verso i territori? No, abbiamo visto i Fratelli d’Italia che, a danno anche della Lega e di Forza Italia, stanno concentrando tutto nella stanza dell’onorevole Meloni e di qualche suo allievo meridionale”. Ma il presidente della Regione Campania spiega che, oltre alla battaglia “non semplice” sull’autonomia differenziata, bisogna “chiudere alcune partite” e “c’è un discorso da fare a casa nostra”. Questo il ragionamento di DE LUCA: “Non ci illudiamo che un voto positivo che abbiamo avuto alle Europee sia trasferibile sul piano nazionale. Il cammino da fare è lungo e vi sono alcune tematiche sulle quali noi continuiamo a non parlare all’Italia, ma se vuoi governare l’Italia devi convincere la maggioranza del Paese. Dobbiamo cominciare ad approfondire un programma in grado di parlare alla maggioranza degli italiani, altrimenti andremo in piazza con le bandiere al vento, ma i voti li prenderanno gli altri”. Per DE LUCA “la palude burocratica, la giustizia, la sicurezza, il Mezzogiorno, il rapporto con il mondo cattorico” sono “le grandi questioni che rimangono aperte”. In particolare, “non abbiamo ancora proposte chiare sulla palude burocratica di questo Paese: avete sentito una proposta nostra per prosciugare la palude burocratica che soffoca l’energia imprenditoriale? Sul tema della sicurezza non diciamo niente. Sul tema del Sud non diciamo niente. E anche sul tema dei diritti civili dobbiamo affrontare i problemi con grande equilibrio e riuscire a parlare anche al mondo cattolico, ad altre sensibilità. Siamo là e ci muoviamo con questo spirito, con la tutela piena di tutti i diritti civili individuali sul piano culturale, filosofico, politico, sessuale. Noi siamo per il fine vita. Non possiamo costringere un essere umano a vivere un calvario quando non ce la fa più a sopportare il dolore ed è ridotto in condizioni tali da non poter recuperare neanche un briciolo di vita. È un motivo di umanità, di solidarietà. Ma anche questi temi vanno affrontati con equilibrio, parlando a quella parte dell’Italia per cui il tema della vita e della morte è un tema che tocca in profondità le coscienze”. Anche “sulla giustizia non diciamo niente, e non è possibile. Abbiamo combattuto dieci anni per eliminare questa porcheria dell’abuso in atto d’ufficio. La riforma l’hanno fatta gli altri, anche se l’hanno fatta male”. E, ancora il governatore campano, “una forza progressista non può non dire nulla di fronte a sessanta suicidi nelle carceri. Non è possibile non dire una parola di fronte a un uso della carcerazione preventiva in carcere o domiciliare che è la negazione dello Stato di diritto. La democrazia è innanzitutto la dignità e la libertà dell’essere umano, che è un valore sacro, che può essere intaccato per motivi gravissimi, per sospetto di camorra, di mafia, di stragismo, di violenza sessuale. Puoi toccare il valore della libertà prima di un processo? Noi siamo arrivati in una situazione nella quale si mette in galera una persona e se domani risulta innocente che succede? Lo hai ucciso”.
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