“Noi combattiamo su due fronti: contro l’autonomia differenziata e, con altrettanta forza, contro il centralismo burocratico dei ministeri romani. Siamo per il decentramento dei poteri, ovviamente siamo contro le ipotesi che rompono l’unità nazionale”. Lo ha detto a Matera il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, a margine della 12esima edizione di ‘Un mondo nuovo. Giornate del lavoro Cgil Basilicata’, nel corso di un dibattito su ‘Prospettive del Sud tra autonomia differenziata e Pnrr’. “Questa per noi non è una battaglia ideologica, noi siamo poi per l’unità nazionale, ci stiamo muovendo con ‘spirito risorgimentale’ e siamo pronti alla sfida dell’efficienza nei confronti di chiunque”. Per De Luca, “ci sono due temi fondamentali: sanità e scuola pubblica su cui stiamo per rompere l’Italia, questo per essere seri e per dirci la verità”. La linea della Campania “è quella della burocrazia zero”, ha affermato, aggiungendo che “se consentiamo alle regioni del Nord che hanno i soldi, di aggiungere ai contratti nazionali anche i contratti integrativi regionali, triplicando così gli stipendi dei medici, noi al sud saremo morti. Con la legge Calderoli andiamo a parare dritti alla rottura dell’unità nazionale”. Il presidente della Regione Campania è poi intervenuto sulla questione relativa alle liste d’attesa: “stiamo lavorando all’ultimo respiro per risolvere entro quest’anno il problema delle liste d’attesa, avendo una disponibilità e una collaborazione con le strutture private convenzionate a offrire le proprie agende alla sanità pubblica almeno per il 50%. Entro l’anno potremo dire di essere la prima regione d’Italia sulle liste d’attesa, già oggi siamo tra le prime tre o quattro regioni d’Italia”. Sul tema della sanità, il presidente della Regione ricorda che “permane questa situazione nazionale di carenza drammatica di personale medico, ospedaliero e non. Si attendono decisioni, che ancora non ci sono, drastiche, di svolta radicale per la sanità pubblica. Non abbiamo ancora capito quello che si prevede per la nuova legge di bilancio: nella sanità pubblica avremmo bisogno di almeno altri 4 miliardi di euro. Non mi pare di aver sentito nulla che vada in questa direzione”. red.cro
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