di Salvatore Memoli
Da questo quotidiano, in tempo non sospetto, ho invitato Edmondo Cirielli a candidarsi alla Presidenza della Regione Campania. Ne ha tutti i numeri ed in più é il candidato del partito di governo più accreditato. Non sarà una passeggiata ma se ce la dovesse fare, ha dalla sua parte molte frecce nella faretra, qualcuna con la punta avvelenata ed un boomerang che potrebbe tornargli scomodo. Soprattutto con i suoi alleati che appaiono i suoi nemici. Intanto ha l’età e l’esperienza politica maturata in tanti settori della vita locale, regionale e nazionale nonché da ultimo l’esperienza internazionale che gli ha fatto attraversare tutto il mondo politico ed istituzionale del momento, ai massimi livelli. Ha da parte sua l’autorevolezza del carabiniere, essendo un alto ufficiale per carriera, la cultura dello studioso attento e documentato, la cazzima dello scugnizzo campano che se ne esce da ogni situazione. A De Luca da anni avrebbe potuto opporsi e si sarebbe misurato con successo se al territorio non avesse sempre preferito Roma. Il contrario di De Luca che a Roma ha sempre anteposto Salerno! Ci sono molti punti dove i competitori si combattono Il risultato! Quanto a cultura, De Luca é filosofo per formazione ed estrazione, ragionatore, affabulatore e talvolta cazzaro. Cirielli é storico, attento alle tappe significative, alla memoria di un passato vibrante, versato alla citazione puntigliosa se non pedante che, talvolta soffoca il ragionamento. Ne risente l’anima! De Luca fa sognare, Cirielli richiama l’amor proprio e della patria. Insieme amano il primo posto. De Luca é protagonista incontrastato, Cirielli ha uno staff apparentemente autonomo ma che vive nel culto del capo! Quelli di De Luca non ci provano, quelli di Cirielli sanno fin dove possono arrivare! Entrambi ricevono critiche soltanto dai “fuori quota” che diventano i pericolosi dei rispettivi sistemi! Cirielli li fulmina conoscendo i loro punti deboli, De Luca li stronca mettendoli a pane ed acqua, ai margini del sistema! De Luca é un ammuinatore che si vende anche l’inconsistente e l’irrealizzato. Agli inizi si é perso con il brand di Salerno, la S che vuol dire tutto, anche Silenzio, Soldi, Sogni. Cirielli dipinge il cielo di azzurro e gli aggiunge impegni focosi, a tratti fumosamente romantici, per cambiare il brand della Provincia e sostenere il Principato di Salerno. Entrambi fanno finta di navigare tra le nuvole ma i piedi li mettono al sicuro! Sono l’espressione di questo momento politico, dove alla razza politica si sostituiscono le piume del gallo cedrone. Un instancabile esercizio di virtuosismo che stanca Ma che mette tutti a galleggiare. Entrambi presi da un virtuosismo amministrativo che manca di una visione globale, completa della polis. Che si ferma a particolari da esaltare che si perdono in una visione futura del territorio. De Luca e Cirielli, due fuori classe che esprimono continuità di governo e pari energie da utilizzare per presiedere un ente complesso, più di un elefante, un mostro burocratico, dove la politica cerca spazi per dimostrare di esserci. Una Regione che vale quanto un piccolo Stato, una risorsa culturale immensa e un luogo per dettare regole alla politica del Paese. De Luca e Cirielli, due competitori inquietanti con tanti punti in comune, compresi famiglia e figli. Capaci di vivere bene e mettere in ombra le loro scelte, come appare giusto, e obbligati a fare i conti con figli alla ricerca di un posto al sole. De Luca ha un obbligo doppio ma Cirielli lo segue pari pari, tranne che il figlio non é ancora deputato, ma lo diventerà, quando lui sarà Governatore. Per l’Università stanno a un pareggio, sebbene meritato! Sul Crescent se la combattono! Se De Luca vincesse avrebbe ancora tempo per fare l’imbottigliatore di nuvole! Se vincesse Cirielli, come fu alla Provincia di Salerno, potrebbe fare nomine di Assessori, all’infinito! Cirielli ha le carte per vincere, ma sarebbe ingiusto e priva di soddisfazione una vittoria dove il competitore é squalificato. De Luca vincerà perché ha i numeri clientelari e ciò sarà se riuscirà a prevalere su una guerra insussistente sul diritto al terzo mandato, che non é sua prerogativa ma della Legge Regionale che nessuno può violentare.