di Erika Noschese
In un periodo di profonda trasformazione per il sistema sanitario, la riforma degli Ordini professionali e l’avanzamento tecnologico sono temi centrali per i medici italiani. La proposta di legge del Governo tocca punti cruciali, dalla governance interna alla gestione delle risorse umane, fino all’integrazione dell’Intelligenza Artificiale nella pratica clinica.
Per fare luce su questi cambiamenti imminenti e comprendere le aspettative della categoria, abbiamo incontrato il dottor Giovanni D’Angelo, presidente dell’Ordine provinciale dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri di Salerno. In questa intervista, il dott. D’Angelo ci illustra le novità sul fronte della formazione, del lavoro flessibile, della revisione dei compensi e della digitalizzazione, sottolineando come l’Ordine si stia preparando ad affrontare un futuro in evoluzione.
Il ddl prevede l’introduzione di forme di lavoro flessibili e l’inclusione degli specializzandi per far fronte alla carenza di personale. Quali sono le sue riserve o i suoi suggerimenti per garantire che questa non sia una soluzione tampone, ma un vero investimento a lungo termine sulla forza lavoro medica?
«Che gli specializzandi debbano operare all’interno del SSN non solamente è opportuno ma è anche favorente la crescita professionale; vanno però organizzate le presenze e gli orari oltre che le competenze e, ovviamente, gli specializzandi dovranno operare in affiancamento a medici dipendenti, in funzione di tutoraggio. In questa ottica trattasi di un investimento e quindi assolutamente da non perdere».
La riforma prevede una governance dell’Intelligenza Artificiale. Come si sta preparando l’Ordine di Salerno ad affrontare le sfide etiche e professionali legate all’uso dell’IA nella pratica clinica?
«Due anni or sono l’Ordine di Salerno ha realizzato un Congresso internazionale sull’impiego della I.A., con la presenza di molti medici e non solo. La discussione più partecipata fu sull’impiego in medicina di questa tecnologia sia per quanto attiene la diagnostica sia per quanto attiene la pratica medica, prevalentemente in chirurgia sia per le possibilità tecnologiche che offre, come ad esempio con l’impiego della telemedicina o degli AVATAR o della capacità predittiva. Ma le relazioni più interessanti furono quelle sulla regolamentazione in campo giuridico dei risultati e in campo etico del tentativo di sostituzione uomo-macchina».
Si parla di una riforma degli Ordini professionali. Come si potrebbero migliorare la governance e la rappresentanza della categoria?
«Il Disegno di Legge (DDL) approvato il 4 settembre c.a. da Palazzo Chigi presenta alcuni punti di forza. Gli interventi più significativi sono sul sistema elettorale dei vari Ordini e sulla loro funzione sia disciplinare che di vigilanza. Con la riforma, gli Ordini diventano “enti pubblici non economici aventi carattere associativo”; questa definizione, a mio parere, va chiarita nella sua interezza, considerato che oggi siamo “organi sussidiari dello Stato” e domani avremmo un “carattere associativo”. Differente il giudizio sulla parità di genere prevista dai regolamenti nazionali, principio esteso anche ai “Consigli di Disciplina” sia territoriali sia a livello nazionale. I partecipanti ai Consigli di Disciplina potranno finalmente utilizzare la via telematica, ovviamente prevedendo nuovi e validi sistemi di protezione della privacy e i partecipanti dovranno seguire periodici corsi di aggiornamento. La competenza ad adottare e aggiornare il codice deontologico sarà affidata in via esclusiva ai Consigli nazionali.
Agli iscritti negli albi professionali va riconosciuta una “competenza specifica nelle materie oggetto della professione”. Quindi, recita il DDL, tutto ciò che la legge non attribuisce alla competenza di una o più professioni, può essere svolto da tutti i professionisti. (direi alquanto criptico questo messaggio). Per quanto attiene le specializzazioni, sentito il parere della Federazione, ciascun Ordine potrà organizzare corsi formativi anche in convenzione con l’Università.
In materia di formazione continua ciascun Consiglio nazionale, sentito il Ministro vigilante, adotterà un regolamento per l’eventuale riconoscimento delle certificazioni di competenze acquisite dagli iscritti e per i crediti derivanti da altre attività formative».
La riforma sembra toccare anche aspetti più concreti come l’equo compenso e le tutele professionali. In che modo queste modifiche potrebbero avere un impatto diretto sulla quotidianità dei medici e degli iscritti all’Ordine?
«La bozza di Delega prevede anche coperture assicurative per responsabilità professionale e sistemi di tutela a garanzia dei professionisti in caso di mancati adempimenti nell’esercizio della professione oltre che per i casi di violazioni di termini per scadenze di natura fiscale, tributaria e previdenziale. In caso di impedimenti dovuti ad infortuni, ricoveri ospedalieri, gravi patologie o maternità, dovranno essere previste tutele diverse. Un altro problema che la Delega intende normare è la pattuizione del compenso tra le parti nel contratto d’opera professionale: dovrà restare libera, ma “proporzionata alla quantità, alla qualità e al contenuto specifico oltre che alle caratteristiche delle prestazioni professionali” (requisiti tutti da chiarire). Questo a garanzia di un equo compenso. Saranno gli Ordini a revisionare i parametri per la determinazione dei compensi per prestazioni professionali. Relativamente alle STP vi sarà una revisione della disciplina delle società tra professionisti con particolare riferimento alle modalità di iscrizione agli Albi professionali e al registro delle imprese. La Delega prevederà anche interventi sulla partecipazione alle società e sui casi di incompatibilità. Le STP dovranno essere assoggettate a un regime disciplinare e ad obblighi assicurativi. Sarà introdotto un regime fiscale e previdenziale con nuove regole. L’aspetto più importante riguarda la modalità di funzionamento del DDL. La Delega al Governo per la riforma della disciplina degli ordinamenti professionali prevede che l’Esecutivo chiederà al Parlamento di essere delegato a legiferare. Gli schemi dei decreti legislativi saranno poi trasmessi alle Camere per il parere delle Commissioni competenti per materia e per i profili finanziari. Le Camere poi avranno trenta giorni di tempo per esprimersi, dopo di che il decreto sarà adottato».
La delega al Governo per adottare le misure è fissata entro il 31 dicembre 2026. L’Ordine dei medici di Salerno parteciperà attivamente al processo di attuazione e in che modo intende fare pressione affinché le misure siano concrete e rispondano alle reali esigenze dei professionisti?
«Noi speriamo di poterci sentire coautori di questa riforma degli Ordini. Confesso che ho qualche perplessità. Sono invece certo che la Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici e Odontoiatri raccoglierà, in assemblea, le sollecitazioni dei vari Presidenti presenti, per poi trasferirle in un documento da consegnare a livello governativo. D’altra parte, questa riforma, considerati i presupposti legislativi presenti nella legge Delega, è una occasione importante per la crescita delle varie figure professionali sanitarie insieme, speriamo, ad un miglioramento dei servizi in Sanità».





