di Andrea Pellegrino Potrebbero pensarle anche tutte ma appare difficile che la loro strategia possa sortire l’effetto di spostare le elezioni di un anno. L’eventuale allungamento dei tempi per la convocazione del Consiglio comunale non avrebbe alcun effetto sullo scioglimento o meno dell’assise cittadina ma solo quello, probabilmente, di non far spiccare – per assunzione di responsabilità e coraggio – gli attuali componenti del consesso. Secondo lo schema di alcuni consiglieri comunali, il superamento della data del 24 febbraio, giorno in cui dovrebbero essere convocati i comizi elettorali, scongiurerebbe la possibilità di andare al voto a maggio. Superata questa data, a loro avviso, le urne potrebbero aprirsi nel 2016, quindi a scadenza naturale. Ma si tratterebbe solo una ipotesi. Non fosse altro che il Consiglio comunale, secondo quanto disposto dalla Prefettura, altro non dovrebbe fare che una presa d’atto. In quanto la decadenza ufficiale di De Luca sarebbe stata sancita con il provvedimento prefettizio. Tant’è che attualmente l’amministrazione comunale è retta dal sindaco facente funzioni Enzo Napoli. Inoltre, secondo indiscrezioni, dalla Prefettura di Salerno sarebbe già partita la comunicazione al Ministero dell’Interno. E la comunicazione della deliberazione consiliare altro non è che un atto puramente formale. Il destino delle urne, a date già sancite (compresa la sentenza che porta quella del 24 gennaio), sarebbe solo ed esclusivamente nelle mani del Ministero dell’Interno che potrebbe accogliere o meno la tesi del ricorso in Cassazione. Altri escamotage pare non siano proprio contemplati. Ma al di là di tutto è lo stesso presidente del Consiglio comunale Antonio D’Alessio a chiarire la vicenda: «Al mille per mille il Consiglio comunale si terrà in tempi brevi. Non fosse altro che si tratta semplicemente di una presa d’atto richiesta dalla Prefettura di Salerno». Secondo il calendario dei lavori: lunedì la conferenza dei capigruppo e venerdì prossimo (con molta probabilità) la convocazione della seduta consiliare. «La decisione – spiega il presidente Antonio D’Alessio – se votare ora o il prossimo anno è solo del Ministero dell’Interno che dovrà valutare le conseguenze del ricorso in Cassazione presentato dai legali di Vincenzo De Luca. Se accoglierà tali tesi allora le urne si apriranno il prossimo anno, in caso contrario si andrà a votare in primavera. Questa è la procedura. Nulla di più. Quando al Consiglio comunale è un atto dovuto che non implica nulla. So – conclude D’Alessio – che la Prefettura ha avviato anche l’iter con il Ministero dell’Interno che è già a conoscenza della vicenda». L’unico rischio nel non convocare il Consiglio comunale sarebbe una omissione in atti d’ufficio. Tutto il resto non servirebbe a nulla.
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