Dal Cilento a Napoli per candidarsi: il curriculum del professor Vincenzo Pepe corre con la Lega al Senato - Le Cronache
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Dal Cilento a Napoli per candidarsi: il curriculum del professor Vincenzo Pepe corre con la Lega al Senato

Dal Cilento a Napoli per candidarsi: il curriculum del professor Vincenzo Pepe corre con la Lega al Senato

di Arturo Calabrese

Nel collegio plurinominale napoletano, la Lega di Matteo Salvini ha candidato Vincenzo Pepe, professore cilentano che vive ad Agropoli. Uomo di cultura, un filosofo come lui stesso si definisce, che tanto ha fatto per il territorio. I risultati, e questo è sotto gli occhi tutti, non sono stati eccezionali perché se così fosse non ci sarebbe un così alto tasso di spopolamento tra i più giovani, costretti ad andare via alla ricerca di un lavoro. Tante le iniziative lanciate attraverso la famosa Fondazione Giambattista Vico di Vatolla e di molte di esse, ad oggi, se ne sono perse le tracce. Uno degli esempi può essere il Passaporto Blu lanciato nel 2019 e presentato anche alla Camere dei Deputati, ma su questo ci sarà tempo e spazio per parlarne da qui ai prossimi giorni. Pepe è stato presidente della Fondazione, carica che oggi è stata lasciata al figlio Luigi Maria, assumendo il ruolo di presidente onorario. Con una piccola indagine su un qualsiasi motore di ricerca in internet, sono tanti gli articolo di giornale che parlano del candidato leghista. Si ha l’imbarazzo della scelta e pubblicare un breve curriculum vitae è utile per rammentare la memoria di lettori e, soprattutto, di elettori. Da precisare che si è innocenti fino al terzo grado di giudizio e che c’è totale fiducia nella magistratura, nonché nella piena buona fede di chi oggi tenta di accedere a Palazzo Madama e di sedere tra gli scranni del Senato della Repubblica in forza alla Lega. La Fondazione Vico ed il suo presidente Vincenzo Pepe sono famosi per le innumerevoli iniziative culturali e di sviluppo territoriale, seppur sui risultati si potrebbe discutere, ma i giornali in passato hanno parlato anche di altro e cioè iniziative che di culturale hanno ben poco.

La festa di Halloween a Napoli

La Fondazione che porta il nome del filosofo napoletano aveva in gestione la chiesa di San Gennaro all’Olmo in Via dei Tribunali nel capoluogo partenopeo. il 31 ottobre di quell’anno, secondo le accuse, all’interno del luogo sacro si sarebbe svolta una festa a tema satanico per “festeggiare” il rito legato ad Halloween, festa importata nel Bel Paese dagli Stati Uniti. Alla festa avrebbero partecipato numerosi ragazzi vestiti con abbigliamento tipico di quella festa che avrebbero avuto accesso alla struttura previo pagamento di un biglietto d’ingresso. Lo scandalo che ha pesantemente coinvolto la curia napoletana è scoppiato a causa di numerose foto pubblicate sui social network dai festosi partecipanti. Per Vincenzo Pepe, allora presidente della Fondazione, si era configurata la violazione dell’articolo 170 del codice dei beni culturali e del paesaggio, quello sull’uso illecito. La legge, infatti, punisce «l’uso dei beni culturali incompatibile con il loro carattere storico od artistico o pregiudizievole per la loro conservazione o integrità». Manco a dirlo, l’arcidiocesi partenopea ha immediatamente rescisso l’accordo di convenzione per la gestione del bene sacro. Con altrettanta celerità, si parlò di una sconsacrazione della chiesa, ma non esistono luoghi non più consacrati, bensì chiese dove non si celebrano più messe. La sacralità, insomma, rimane.

Gli appuntamenti della Fondazione

Questa sera a presso l’Area Archeologica di Paestum, nell’ambito della terza edizione della rassegna “I Fiori del male” organizzata dalla Fondazione Vico e dal Gal Cilento Regeneratio, di cui la prima è membro della parte privata. Ospite d’eccezione sarà Vittorio Sgarbi e di certo non farà mancare la sua presenza anche Vincenzo Pepe. Sono legittimi questi incontri? È legittimo che comuni e Gal avallino determinati incontri? Sia Sgarbi che Pepe sono candidati, anche se in collegi non salernitani, ma ugualmente la loro presenza su quello che è un palco pubblico può influenzare la campagna elettorale. Inoltre, in questi appuntamenti, non si garantisce la par condicio dato che altri candidati non sono invitati a parlare. Il tutto sarebbe legittimo se si trattasse di incontri privati o meglio ancora di partito, ma qui si parla di eventi che vedono un’organizzazione pubblica e il patrocinio dei comuni di Capaccio Paestum, Perdifumo, Aquara, Giungano, Salento e Novi Velia. Insieme a loro, anche la Regione Campania e la Provincia di Salerno. Per assicurare pari condizioni, gli stessi dovrebbero adesso organizzare simili eventi invitando tutti gli altri candidati delle altre coalizione politiche. Sarà interessante capire se stasera i templi di Paestum assisteranno alla mancata par condicio.

(continua)