Da Procida, il centro riabilitativo non utilizzato al massimo delle potenzialità - Le Cronache
Attualità

Da Procida, il centro riabilitativo non utilizzato al massimo delle potenzialità

Da Procida, il centro riabilitativo non utilizzato al massimo delle potenzialità

di Erika Noschese
Non c’è una prospettiva futura per l’ospedale Da Procida che, ad oggi, ospita all’incirca una decina di pazienti su venti posti letto disponibili. Questo perché da parte della direzione generale non sembra esserci un vero e proprio interesse, anzi: quando si tratta di riabilitazione si spinge sempre verso centri privati a partire dal Campolongo Hospital. L’ospedale al momento vede attivo, oltre al reparto di riabilitazione, il day hospital pneumologico e l’ambulatorio cardiologico. Secondo voci non ancora confermate, ad oggi, l’ambulatorio di pneumologia e quello riabilitativo rischierebbero la chiusura, ma il laboratorio di analisi e la radiologia resterebbero comunque non sfruttati al massimo delle loro potenzialità. Di recente, dalla Regione Campania è stata predisposta l’apertura di laboratori pubblici a Salerno e provincia, ma il Da Procida sarebbe stato dimenticato. Una situazione paradossale, considerando che il capoluogo di provincia oggi non ha a disposizione un laboratorio pubblico, come denunciato spesso da Cittadinanzattiva e Tribunale per i diritti del Malato; al laboratorio di analisi afferisce anche l’attività di ricerca di biologia molecolare, mai valorizzata al massimo. «Ci sono degli sprechi perché molti reattivi hanno una scadenza ben definita, ma spesso non vengono utilizzati – hanno dichiarato fonti interne al presidio ospedaliero – Dopo un certo periodo di tempo vanno buttati, ma se non vengono utilizzati si sprecano risorse economiche inutilmente».
Radiologia, manca il personale qualificato
I reparti ci sono, il personale anche. Ma spesso il nosocomio fa i conti con la negligenza dei vertici, che non sfruttano le potenzialità di un ospedale che potrebbe essere davvero punto di riferimento per la cittadinanza. Il reparto di radiologia c’è, ma fa i conti con una serie di problematiche mai risolte, nonostante le tante sollecitazioni. Fino a qualche anno fa era attiva anche per l’esterno, ma con la pandemia è stato necessario rivedere il servizio, offrendo questa possibilità solo agli interni: tanto che oggi è priva anche di radiologo e gli esami vengono refertati da remoto dall’ospedale Ruggi d’Aragona. Per una ecografia, invece, è necessario rivolgersi direttamente all’azienda ospedaliera universitaria di via San Leonardo.
Apparecchiature datate
Fondi per il potenziamento delle attrezzature mai utilizzati nonostante gli strumenti siano datati, con tecnologie obsolete che creano non poche difficoltà. L’occasione potrebbe derivare dai fondi previsti per le attrezzature, ma nulla è stato fatto in questo senso.
«Il personale medico c’è. Abbiamo tra i nuovi assunti anche giovani neo laureati, che spesso non possono lavorare perché non hanno gli strumenti idonei a disposizione. Quindi si registra uno spreco in termini di risorse umane», hanno aggiunto fonti interne al presidio ospedaliero di via Calenda.
La riabilitazione
Sono tra i 15 e i 20 i posti letto a disposizione, quasi mai occupati in toto in quanto le persone coinvolte nella riabilitazione, sia essa ortopedica, neurologica o altro ancora, vengono dirottate in strutture private. Nonostante le tante sollecitazioni ai dirigenti non è mai stata invertita la rotta, indirizzando gli utenti soprattutto verso il Campolongo hospital. «Abbiamo sempre fatto un buon lavoro con la riabilitazione, non vedo perché le nostre professionalità non debbano essere potenziate al massimo – hanno poi aggiunto – Il reparto in questione non è mai decollato realmente, attivo da circa 20 anni e crediamo possa essere riconducibile ad interessi privati. La verità è che manca una prospettiva futura, non vi è un vero piano per rilanciare il presidio ospedaliero». Sono stati stanziati dei fondi per la ristrutturazione dei poli riabilitativi ma la pandemia ha bloccato i vari iter, mai ripresi.
L’unità spinale
In Campania oggi manca una unità spinale, costringendo i pazienti a spostarsi fuori regione, spesso addirittura al nord.
Per la realizzazione di quest’unità servirebbero almeno alti 35 milioni di euro e il progetto sembra ancora bloccato, nonostante gli interessi del direttore generale. «Lanciamo un appello alle organizzazioni sindacali affinché possano seriamente interessarsi alla questione e chiedere un cronoprogramma per l’avvio dei lavori anche per rispetto dei pazienti», commentano le nostre fonti.
Idrofisiokinesiterapia
Di recente, è stato riattivato il servizio di idrofisiokinesiterapia, con piena fruibilità della piscina riabilitativa, ubicata all’interno del Presidio Giovanni Da Procida di Salerno, per i degenti in regime di ricovero ordinario e Day Hospital. Un piccolo barlume di speranza per un polo che potrebbe risultare strategico per l’intera città e provincia di Salerno, con la giusta programmazione che, ad oggi, pare del tutto assente.